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La Villa Romana di Valdonega

La Villa Romana di Valdonega

La villa suburbana risalente al I secolo d.C. è venuta alla luce nel 1957 nel quartiere della Valdonega e riporta il visitatore al periodo della Verona Romana legata ai Cesari. Del lussuoso complesso si conservano tre ricchi ambienti affacciati su un portico a L in origine aperto su un giardino. La sua struttura richiama la villa pompeiana dei Misteri e con molta probabilità è appartenuta a un facoltoso cittadino. Facilmente non era neppure la sua unica dimora, poiché ville di questo tipo (poste al di fuori delle mura) erano per lo più utilizzate come luogo dove trascorrere il tempo libero.

 

L’ambiente più ampio della villa suburbana di Valdonega è stato interpretato come un oecus corinthius, cioè una sala adibita a ricevimenti e banchetti (unico noto nell’Italia settentrionale). È uno spazio menzionato anche da Vitruvio nel suo trattato sull’architettura (VI, 3,8) e si presenta con colonne su più lati e tre letti disposti a ferro di cavallo dove gli ospiti potevano semi-sdraiarsi. Svolgeva la funzione di triclinio (la sala da pranzo dei Romani) detto così proprio per la presenza dei lecti conviviales a tre posti (i triclinia) chiamati lectus medius, summus e imus. Questo ambiente era segno di agiatezza e distinzione sociale.

I sapori della tavola erano forti e intensi, frequentemente abbinati a salse. Nel menù troviamo legumi e verdure in abbondanza e la preparazione di zuppe. La carne era un alimento per le tavole dei più agiati e le preferenze erano per suini e ovini, animali da cortile e selvaggina in generale. In epoca imperiale erano diffusi i prodotti ittici e sulla tavola non mancava il vino, ricordato dal poeta Orazio. Al pane era riservato un posto importante.

Le stanze conservano pavimenti mosaicati e diversi affreschi con figure mitologiche, raffigurazioni di volatili (tra questi si riconoscono un’anatra, una civetta e un gallo) e varie decorazioni. Particolare è una piccola testa rossastra che osservata da vicino ripercorre chiaramente i tratti di una maschera teatrale. Potrebbe essere la riproduzione di un oscillum, un oggetto di uso comune utilizzato tra le colonne dei porticati e lasciato dondolare alla brezza con la funzione di abbellire e decorare gli spazi.

Il mosaico è una creazione originale della cultura greco-romana e anche se alla base il procedimento per la sua esecuzione rimase nel tempo pressoché invariato, nel corso dei secoli si ebbero diverse tecniche e varie raffigurazioni. A descriverne la tecnica sono Vitruvio nel De Architectura (VII, 1) e Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia (XXXVI, 184-189).

Le fotografie a 360 gradi sono georeferenziate (permettono di mantenere l’orientamento come in presenza) ed è possibile utilizzare un visore VR. A fare da guida è la voce dell’archeologa Morena Tramonti che con Annarosa Tricomi e Maria Rita Bertoncini ha redatto il testo audio.

Il Virtual Tour è realizzato in collaborazione con l'associazione Archeonaute Onlus che si pone l’obiettivo di diffondere la cultura archeologica. Le immagini sono su concessione del Mic – Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

L'ingresso all'area archeologica con ingresso da via Zoppi, 5, è gratuito nei giorni di martedì e domenica, dalle 16 alle 20, previa prenotazione (gli orari sono passibili di modifiche, per informazioni scrivere a archeonaute@gmail.com). Negli altri giorni l’apertura del sito che custodisce la Villa Romana di Valdonega è possibile a richiesta.

Marco Cerpelloni

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