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Il Criptoportico capitolino dell'Area archeologica di Corte Sgarzerie

Il Criptoportico capitolino dell'Area archeologica di Corte Sgarzerie

L’area archeologica al di sotto di Corte Sgarzerie (dove nel Medioevo si lavorava la lana) si lega al complesso del Capitolium e restituisce parti del criptoportico: la struttura di sostegno di un grandioso tempio dedicato alla triade divina Giove, Giunone e Minerva (iniziato nella seconda metà del I secolo a.C. e terminato intorno al 20 a.C.). Era il più importante della Verona Romana, si estendeva su una superficie di circa 6mila metri quadrati e aveva la scala di accesso rivolta sul Foro (odierna piazza Delle Erbe).

Quanto rimane del criptoportico è solo una parte della struttura che doveva apparire imponente. Il lungo corridoio era seminterrato e disposto a forma di ferro di cavallo. Il suo interno era diviso in due navate (alte 4,80 metri) e la copertura era formata da una doppia volta a botte. Il portico superiore aveva anche una probabile funzione di archivio di documenti incisi su lastre di marmo e di bronzo. Nel corso degli scavi sono stati ritrovati due frammenti bronzei di tavole catastali (entrambi databili alla seconda metà del I secolo a.C.).

Dalla passerella in metallo sospesa sull’area archeologica si individuano i resti del criptoportico, il piano pavimentale con i muri perimetrali, i pilastri, gli archi e le volte a botte. Il muro che costeggia la scala delimitava il corridoio a est ed è costruito con la tecnica dell’opus incertum (erano utilizzate pietre irregolari legate con malta). A due metri e mezzo di altezza si aprivano le finestre a bocca di lupo che areavano il locale seminterrato. I resti che qui sono conservati appartengono al braccio ovest del criptoportico con i relativi muri perimetrali delle gallerie, frammenti delle volte (in posizione di crollo) e segmenti dei pilatri della spina (al centro delle due navate).

La parte rimasta del muro che delimitava a ovest la struttura seminterrata conserva ancora il rivestimento a intonaco bianco. Al di sopra si vede lo strato di malta biancastra sulla quale erano appoggiati i mattoni che formavano l’alzato del muro. Si notano ancora le linee orizzontali e verticali lasciate dalle loro impronte che rivelano l’impiego di mattoni laterizi sesquipedali (con un lato di un piede e mezzo romano, 45 centimetri).

Nel sito si vedono anche frantumi laterizi di embrici (laterizio in forma di lastra trapezoidale), frammenti lapidei e cocci di coppi. Tra questi pure un segmento di colonna in marmo con scanalature. È quanto rimane del tetto e delle colonne che si trovavano al di sopra del criptoportico

Le fotografie a 360 gradi sono georeferenziate (permettono di mantenere l’orientamento come in presenza) ed è possibile utilizzare un visore VR. Ad introdurre la visita è la voce dell’archeologa Maria Rita Bertoncini e a fare da guida la voce di Annarosa Tricomi che con Morena Tramonti hanno redatto il testo audio.

Il Virtual Tour è realizzato in collaborazione con l'associazione Archeonaute Onlus che si pone l’obiettivo di diffondere la cultura archeologica. Le immagini sono su concessione del Mic Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

L'ingresso all'area archeologica del criptoportico capitolino (con ingresso da Corte Sgarzerie, 8p) è gratuito nei giorni di sabato e domenica, dalle 9 alle 13, previa prenotazione determinata anche dalla capienza limitata del sito (gli orari sono passibili di modifiche, per informazioni scrivere a archeonaute@gmail.com). Negli altri giorni l’apertura del sito archeologico è possibile a richiesta.

 

 

Marco Cerpelloni

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