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Fontana di Sommavalle (Valdonega)

Fontana di Sommavalle (Valdonega)

A circa una mezz’ora a piedi dal Teatro Romano inizia un bosco nascosto dove sgorga un torrente scomparso. È un luogo suggestivo e immerso nella natura incontaminata che si raggiunge dove termina a monte il quartiere della Valdonega (via Marsala) percorrendo un facile sentiero che impegna circa un’ora. Il luogo era un tempo coltivato o lasciato a pascolo ed oggi è stato riconquistato dal bosco.

La passeggiata conduce alla Fontana di Sommavalle, una risorgiva naturale da cui origina un rivolo che alimenta il torrente Onega (noto anche con il nome di Donnica). Qui, sino al secolo scorso gli abitanti del luogo raccontano che era abitudine entrare nella grotta per prelevare l’acqua da portare a casa. La sorgente protetta da una grata in ferro è racchiusa in una struttura che richiama maestranze di epoca romana ed è parte di un importante patrimonio idrico descritto anche nella cartografia del Catasto austriaco risalente al 1844.

La piccola sorgente carsica scaturisce a circa 225 metri di altitudine e la grotta ha uno sviluppo prossimo ai 30 metri. Nel passato la Fontana di Sommavalle possedeva un ruolo determinante nell’intera area e le sue acque erano convogliate in canali costruiti in pietra o con tubature in cotto.

Con lo sguardo sul mondo vegetale attorno al sentiero che conduce alla sorgente si riconoscono piante comuni (come il fico, il carpino nero, la robinia, il frassino orniello, la roverella e il sambuco) accanto a quelle oggi più rare (come il ciliegio selvatico e il gelso). Tra i fiori nel periodo primaverile si distingue l’iris. In passato, dal suo tubero era ricavato un cosmetico: la cipria. Con il risveglio della natura è diffuso anche l’asparago selvatico, chiamato sparasina.

Quest’area collinare è particolarmente importante per la sua vicinanza alla città (sinistra del fiume Adige). Il sentiero che conduce alla Fontana Sommavalle prosegue portando sulla sommità delle Torricelle attraversando un bosco tipico delle zone calde con esponenti della macchia mediterranea come il terebindo, un arbuto spontaneo che può assumere l’aspetto di un cespuglio o di un piccolo albero. Originario dell’isola di Chio (nell’Egeo orientale) è diffuso su tutte le sponde del Mediterraneo.

Marco Cerpelloni

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