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Il Faggio della Regina

Il faggio della Regina

Al confine con il Veneto c’è un luogo molto particolare che racconta di alberi monumentali. È la riserva della malga Maia dove veglia da quasi 300 anni un faggio (Fagus sylvatica) che si dice essere della Regina. Il Virtual Tour è un invito a conoscere da vicino questo gioiello naturalistico che raggiunge i 35 metri di altezza ed ha una circonferenza di oltre 525 centimetri.

Siamo in Lessinia, una porzione delle Prealpi venete che si estende nelle province di Verona, Trento e Vicenza. Il Faggio della Regina si trova in località Sega di Ala (TN) e si raggiunge percorrendo una strada sterrata.

I grandi alberi sono importanti per la biodiversità dei boschi e proprio la loro presenza permette la vita a numerose specie altamente specializzate: infatti, queste imponenti piante custodiscono microhabitat dove vivono piccoli mammiferi, uccelli, insetti protetti, muschi e licheni. Di fatto, contribuiscono a conservare la biodiversità e lo stato di salute del bosco.

Il faggio monumentale è circondato da piante più giovani e tutta l’area mostra un panorama sempre più raro: il pascolo arborato. Si tratta di prati e pascoli che si distinguono per la presenza di alberi più o meno uniformemente distribuiti. Questi derivano da trasformazioni provocate dall’uomo nell’arco di secoli che si sono tradotte nel diradamento degli alberi, nella selezione delle specie arboree più utili alla produzione di legna e nella necessità di trovare aree da adibire al pascolo.

La pratica del pascolo nel bosco è molto antica e si perde nella notte dei tempi. In tutto il Mediterraneo il pascolo arborato serviva come rifugio agli animali durante le ore più calde del giorno oltre a essere un luogo, come detto, di produzione per la legna. Roma regolamentava l’uso dei saltus (così si chiamavano i terreni tenuti a bosco o pascolo) e li distingueva in hiberni e aestivi (invernali ed estivi).

Il Faggio della Regina ha un valore storico, culturale e paesaggistico. È l’effetto del legame con il suo territorio che racconta la storia locale con le sue tradizioni e dove tutt’attorno il disegno del panorama ricorda leggende e antichi pascoli.

Marco Cerpelloni

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