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Il Vajo Galina e il Progno Borago illustrati con fotografie e fossili.

Il Vajo Galina e il Progno Borago illustrati con fotografie e fossili.

É uno di quei luoghi che sembrano distanti dalla città, lontano da tutto. La sorpresa è che si trova a pochi chilometri dal centro storico. È la zona collinare che comprende e circoscrive il Vajo Galina con il Progno Borago dove lo sguardo si perde nella natura e nella sua biodiversità. Queste meraviglie sono illustrate nella sala civica di Montecchio dove l’associazione di promozione sociale Il Carpino ha raccolto una ricca documentazione fotografica, alcuni fossili e ha messo a disposizione una raccolta di riviste tematiche.

All’allestimento della sala hanno collaborato il Wwf veronese, Verona birdwatching e il Gruppo italiano ricerca orchidee spontanee. L’intento è di interessare in particolare la scuola primaria e secondaria di primo grado (elementari e medie). L’iniziativa si colloca all’interno del Progetto Fondo Alto Borago e gode del patrocinio del Comune di Negrar di Valpolicella.

All’interno della sala si può conoscere la storia e la natura di questo luogo incontaminato. Sulle pareti sono affisse fotografie di alcune specie animali e vegetali. Sono immagini di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, farfalle, fiori e orchidee.

«È esposta una panoramica delle specie più importanti accanto ad alcuni fossili raccolti nei territori di Montecchio, Avesa e Quinzano», commenta Mario Spezia, presidente dell’associazione Il Carpino. «Della vegetazione si riconosce la paeonia officinalis e la pulsatilla montana, quest’ultima tra i fiori più belli delle nostre colline. Cresce nei prati aridi, ambienti che stanno scomparendo. Una sezione fotografica è dedicata alle orchidee e tra queste la più famosa è il barbone adriatico». «Si nota un’ampia diffusione di uccelli, anche tra quelli che un tempo erano rari come la ghiandaia, e si possono vedere il falco pellegrino e il picchio rosso maggiore», continua. «Tra i mammiferi sono presenti l’istrice, il capriolo e lo scoiattolo. Passando ai rettili e agli anfibi i più interessanti sono l’ululone dal ventre giallo e il trilone alpino che vivono assieme alla salamandra».

I fossili sono esposti in una vetrina e ripercorrono le ere geologiche dell’area che comprende il Vajo Galina con il Progno Borago e le dorsali Ongarine, Cola e Gaspari. I più antichi appartengono alle sedimentazioni più profonde di rosso ammonitico (Giurassico medio superiore 170-140 milioni di anni fa) mentre i più recenti al calcare nummulitico (Cenozoico Eocene 58-27 milioni di anni fa). Per visitare la sala di documentazione è necessario prenotare all’indirizzo e-mail: info@ilcarpino.org o fondoaltoborago@gmail.com.

Marco Cerpelloni

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