<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La cronistoria

Zaia e le scuole, tutte le tappe: da Vò all'auspicio che «chiudano preventivamente»

Zaia e Azzolina a Vo per l'inagurazione del'anno scolastico
Zaia e Azzolina a Vo per l'inagurazione del'anno scolastico
Anno del Covid, in aula meno meta' giorni previsti

«Quando apri una scuola, chiudi le porte di una prigione»: la citazione di Victor Hugo è una delle più utilizzate dal presidente della regione Veneto Luca Zaia. «Chiudere una scuola è una sconfitta», un altro suo mantra.

Ora però Zaia, nonostante il Veneto sia ancora in zona gialla, da qualche giorno auspica la chiusura delle classi e chiede che i parametri del Cts siano più severi. «Non bisogna farne una questione ideologica, è una questione di salute di tutti».

 

LE TAPPE

Dopo la primissima chiusura delle scuole, a febbraio 2020, Zaia aveva chiesto la riapertura delle scuole «perché l'emergenza è finita», purtroppo smentito, come accaduto a quasi tutti, dai fatti.

 

Zaia e Azzolina a Vo per l'inagurazione del'anno scolastico
Zaia e Azzolina a Vo per l'inagurazione del'anno scolastico

 

Dopo il lockdown con tutti i plessi chiusi (le prime timide riaperture soltanto per i "centri estivi" in giugno), la scuola italiana riparte proprio da Vò Euganeo, il luogo del primo cluster veneto e del primo decesso in Italia per coronavirus: Zaia lì accoglie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina per il primo giorno dell'anno scolastico 2020/2021, sottolineando l'importanza simbolica di quel momento.

A inizio ottobre annuncia i test a scuola e il Veneto semplifica le procedure per «non bloccare l'attività scolastica». Quando in quello stesso mese i contagi ricominciano a salire, Zaia fra i primi mette in discussione la frequenza in presenza delle superiori decide di emanare un'ordinanza a fine mese per ridurla al 50%, scavalcato dalla decisione del Governo di metterla al 75%, che definisce «assurda»

Ma dopo pochi giorni, a inizio novembre, la didattica a distanza per le superiori (e per la seconda e terza media in zona rossa) viene alzata al 100% alle superiori. A fine mese, quando si parla di riaprire il 9 dicembre, Zaia dichiara: «Vale la pena rischiare? Io sono per la scuola in presenza, ma bisogna riaprire quando è possibile. La discussione non deve diventare un puntiglio politico: non faremmo il bene dei ragazzi e delle loro famiglie».

L'assessore Lanzarin (a sinistra) e il dottor Flor (a destra) con il governatore Luca Zaia
L'assessore Lanzarin (a sinistra) e il dottor Flor (a destra) con il governatore Luca Zaia

 

Con l'impennata di casi e decessi in Veneto a cavallo fra il 2020 e il 2021, il Governatore emana un'ordinanza per tenere chiuse le scuole superiori fino a fine gennaio. Il Tar boccia i ricorsi e dà ragione a Zaia. 

Le scuole riaprono a inizio febbraio 2021. Il Veneto sembra procedere spedito nella politica di favorire la presenza: tamponi entro le 72 ore in caso di una positività in classe e, se negativi, rientro in classe; istituzione delle scuole «sentinella» per monitorare i contagi in ambito scolastico e soprattutto, verso fine mese, si cominciano a vaccinare gli insegnanti. 

Il 25 febbraio, mentre casi e ricoveri piano piano ricominciano a crescere (seppur lontanissimi dai numeri drammatici di dicembre), Zaia chiede «che il cts si esprima sulle aperture delle scuole». La risposta del cts arriva: «scuole chiuse in zona rossa o in presenza di determinati parametri». Zaia però non sembra soddisfatto e il 1 marzo, in una conferenza stampa, dice che sono parametri troppo poco rigidi e che l'aumento dei casi è causato dalla scuola, spalleggiato da Luciano Flor, massimo dirigente della Sanità veneta, che sollecita che si «prevenga» invece che intervenire dopo. Al 3 marzo il Veneto resta giallo, ma Zaia ribadisce: «sarei per una chiusura preventiva». E questa volta si parla forse di tutti gli ordini scolastici. «La scuola è uno dei nodi nevralgici della pandemia», chiosa.

 

AGGIORNAMENTO 4 MARZO

Qui i dati sulle scuole venete: considerando tutta la popolazione scolastica dagli asili nido alla quinta superiore, sono oltre 700.000 i bambini e i ragazzi iscritti all'anno scolastico 2020/2021: ai 680.000 dalla materna alle supeeriori (fonte istruzioneveneto.gov) ne vanno aggiunti circa 23.000 (fonte Regione Veneto) Al momento (i dati sono aggiornati al 4 marzo) sono 991 i positivi, ovvero circa lo 0,1% del totale della popolazione scolastica e il 3,7% degli attuali positivi in Veneto (che sono circa 26.000). Da inizio 2021 gli studenti positivi sono stati 2.372.

Riccardo Verzè

Suggerimenti