Complici le piogge degli ultimi giorni, il livello del lago di Garda sta salendo ad altezze impensabili rispetto alle penurie di dodici mesi fa. Basti pensare che ieri, 25 febbraio, il lago aveva già raggiunto la considerevole quota di +135 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera. Ciò significa ben 90 centimetri in più rispetto allo stesso giorno di un anno fa, quando il Garda viaggiava sui 45 centimetri di livello.
Con il risultato che all’epoca non erano poche le preoccupazioni tra gli addetti ai lavori per la gestione della risorsa idrica in vista dei mesi successivi con l’apertura della stagione irrigua.
Timori elevati per l’agricoltura del Mantovano, che si rifornisce di acqua per l’irrigazione dal lago di Garda, ma anche per la possibilità di garantire una normale balneabilità del lago all’apertura della stagione turistica. Uno per tutti il timore dei tuffi dai pontili per il livello troppo basso dell’acqua sottostante.
Riempimento eccezionale: ecco perché
Per ricordare una misura analoga a quella attuale bisogna risalire addirittura al 23 febbraio 1997 e adesso il riempimento dell’invaso è quasi eccezionale per il periodo: raggiunge infatti il 101,4 per cento. Un risultato, questo, riconducibile però più all’azione dell’uomo che alle precipitazioni del periodo.
Nelle scorse settimane, infatti, il livello del lago si è mantenuto stabile (dall’inizio dell’anno tra i +125 centimetri e i 130) grazie anche a una oculata gestione delle derivazioni verso le colline moreniche. «Le misure dei livelli attuali in effetti sono il risultato di una gestione virtuosa della risorsa idrica del lago nei mesi precedenti», è l’analisi del vice presidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni.
«Tutto ciò è riconducibile all’ottimo lavoro portato a termine dall’Agenzia interregionale del fiume Po, con la collaborazione dei Consorzi irrigui del Mincio-Mantova e della Comunità del Garda».
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Buona gestione della risorsa idrica: agricoltura e turismo al sicuro
Volumi idrici gestiti oculatamente dall’edificio regolatore di Salionze, secondo Gavazzoni, che hanno consentito il riempimento massimale dell’invaso nei mesi invernali. «Il risultato? Adesso lo stato dell’arte del lago di Garda è più che buono in vista della prossima stagione irrigua nelle campagne del Mantovano», assicura il vice presidente della Comunità del Garda.
Si tratta di risultati peraltro impensabili fino a qualche stagione fa, quando in occasione di estati siccitose, le contrapposizioni tra i Comuni rivieraschi e i Consorzi agricoli mantovani assumevano i contorni di una vera e propria «guerra dell’acqua». «Il punto di forza che ha caratterizzato questo risultato è in effetti la forte condivisione tra il comparto di monte e di valle», continua l’analisi di Filippo Gavazzoni.
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«Si è lavorato tutti “sulla stessa barca”, concordando le derivazioni. Criticità in passato ce ne sono state, anche perché i deflussi dell’acqua vanno a volte a toccare vari territori e aree ecologiche in qualche caso delicate e che devono essere preservate».
Nuova sfida: serve una maggiore cultura dell'acqua
«La vera sfida per il futuro, infatti, sarà proprio quella di lavorare sulle sinergie e mantenere il nostro ecosistema in uno stato tale da garantirci una qualità della vita necessaria per il futuro. Servirà una maggiore cultura dell’acqua», conclude Gavazzoni. «Imparare a conoscere questa risorsa, l’oro blu per il lago di Garda, per capire il risparmio e l’uso consapevole della risorsa idrica».
Intanto, però, si festeggia il risultato raggiunto, che dovrebbe assicurare un’estate serena ai settori agricolo e turistico.
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