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ambiente & Territorio

Livelli del Garda, oltre un metro di escursione in un anno: «Mai accaduto, il clima è cambiato: servono nuove regole»

di Luciano Scarpetta
Dopo un anno di fenomeni estremi l'assemblea della Comunità del Garda punta ad aggiornare le norme del 1965
A piedi all'isola dei Conigli
A piedi all'isola dei Conigli
A piedi all'isola dei Conigli
A piedi all'isola dei Conigli

Per il lago di Garda il 2023 è stato un anno «estremo» per gli effetti visibili dei cambiamenti climatici, caratterizzato dalle penurie di acqua nei primi mesi invernali (fino a 75 centimetri sotto la media stagionale, tra «barche sospese» e passeggiate all’isola dei Conigli senza bagnarsi i piedi), fino alle capienze record di fine anno, quando è quasi stato raggiunto il limite di legge di 140 centimetri sullo zero idrometrico. Da un estremo all’altro, contando anche precipitazioni estreme, grandinate mai viste come quella del 25 luglio.

Questo è un bilancio ambientale di fine 2023 che la Comunità del Garda annota come l’anno in cui i la crisi climatica anche da queste parti ha accelerato il passo. Tanto che alla prossima assemblea generale della Comunità del Garda si punterà su un aggiornamento delle regole di gestione del lago: l’ultimo regolamento, datato 1965, è ancora quello di mezzo secolo fa, che privilegiava gli usi agricoli delle acque sulle esigenze turistiche e ambientali.

Da un eccesso all’altro

«Mai accaduto che in poco più di un anno il lago di Garda registrasse un’escursione di oltre un metro dei suoi livelli», sintetizza il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa.

In effetti dai minimi registrati il 20 ottobre 2022 quando il livello del lago registrava la «bellezza» di +22 cm allo zero idrometrico, si è passati un anno dopo, giusto per dire il 5 novembre scorso, a +135 centimetri.

Riempimento record

Se si pensa poi che un centimetro di livello del Benaco corrisponde a circa 3,7 milioni di metri cubi di acqua, si può calcolare che sia entrata nel bacino, in solo 12 mesi, la bellezza di 418 milioni di metri cubi di acqua.

Attualmente il lago misura +126,5 cm e la sua capacità d’invaso è del 94% alla data di ieri. «I primi mesi dell’anno – continua l’analisi di Ceresa – sono stati preoccupanti in un senso mentre qualche settimana fa, tra la fine di ottobre e i primi di novembre, i timori sono tornati in senso contrario». Anche perché, ricordiamo, il livello 140 non è solo il limite di norma, ma anche una quota pericolosa: l’ultima volta che fu raggiunta, nel maggio 2019, bastò una forte burrasca e il lago tracimò a Desenzano causando danni per milioni.

Alla resa dei conti non è stata una gestione facile delle emergenze: nel primo caso dovendo concertare nei tavoli di lavoro regionali, con la stagione irrigua alle porte, le esigenze del comparto agricolo con quelle idropotabili e turistiche. In autunno poi l’apertura dello scolmatore Adige-Garda ha contribuito a far riaffiorare le polemiche sulla necessità di utilizzo dell’infrastruttura.

Il Garda in assemblea

Anche per questo, nella prossima assemblea della Comunità del Garda convocata a Palazzo Martini a Riva del Garda sabato 20 gennaio, all’ordine del giorno è prevista la «gestione idraulica e regolamentazione dei livelli».

Invitata importante sarà l’autorità del bacino del Po, l’Aipo: «Abbiamo invitato non a caso il direttore lombardo di AiPo Gaetano La Montagna – anticipa Pierlucio Ceresa -: questi mesi hanno lasciato in eredità la necessità di rivedere le norme di utilizzo dell’acqua del lago datate al 1965». Da quell’epoca l’area del Garda si è arricchita di insediamenti, di strutture e infrastrutture, e il reddito che nei primi decenni del secolo traeva origine prevalentemente dall'agricoltura e dalla pesca, ora non più. Servirebbero quindi nuove regole per i livelli del lago di Garda e i deflussi alla diga di Salionze, che tengano soprattutto conto delle esigenze di un territorio radicalmente mutato dal 1965. «Le situazioni climatiche stanno cambiando e credo debbano essere “formalizzate”, allineate all’attualità - afferma anche il vice presidente Filippo Gavazzoni - sia in stagioni di abbondanza d’acqua che di siccità».

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