<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL GRANDE DEBUTTO

Verona riparte con la lirica: «L'emozione di tornare a rivedere questa Arena»

Tutto esaurito per assistere al capolavoro di Bizet. Non c’è più l’obbligo delle mascherine
Prima in Arena e red carpet (foto Marchiori)

La grandezza, lo splendore, la sontuosità che solo il palco dell’Arena, del nostro anfiteatro può offrire allo spettatore, come un colpo d’occhio abbagliante che emoziona e lascia senza fiato nella sua infinita bellezza. Si è celebrato soprattutto questo, ieri sera, con il rito della «prima» della stagione lirica 2022: una affascinante Carmen di Bizet nella regia di Franco Zeffirelli, concepita come una Carmen «definitiva», summa della diverse Carmen che il Maestro aveva realizzato per l’Arena. E se la «prima» della stagione lirica areniana è un rito che da anni segna, con la sua eleganza che diventa spettacolo per i melomani che arrivano da tutto il mondo, ma anche per i veronesi che passeggiano in Bra per non perdersi il glamour della serata, segna, dicevamo, la vita della città, questa volta, dopo i due difficili anni della pandemia, l’occasione ha avuto un di più di emozione. Davvero, il senso di una festa ritrovata, di una socialità riconquistata, di un teatro unico al mondo che torna a capienza piena, che mostra orgoglioso il suo pubblico di 13mila spettatori arrivati da tutto il mondo.

«Abbiamo riconquistato il nostro palcoscenico: credo che questo sia il senso della festa di questa serata che ci riporta a vedere l’Arena nella sua meraviglia. Ed è per tutti un’emozione grande tornare a rivedere questa Arena», ha detto il sovrintende Cecilia Gasdia, prima che lo spettacolo cominciasse. «Dopo due anni di sofferenza, due anni davvero difficili, possiamo tornare ad un respiro ampio: torna l’Arena a capienza piena, tornano le grandi, imponenti scenografie tradizionali, torna la magia, unica al mondo, di Verona», ha osservato il sindaco Federico Sboarina. «Vorrei anche dire che niente di tutto questo era scontato: credo che il risultato che abbiamo ottenuto abbia del miracoloso. Un bilancio 2021 chiuso positivamente e una stagione bellissima da gustare che fa da lancio per il festival del centenario, l’anno prossimo, quando anche la Scala di Milano verrà ad esibirsi in Arena: segnale che davvero ce l’abbiamo fatta».

Ma la festa della serata di ieri celebra anche un altro straordinario risultato per Fondazione Arena e dunque per Verona: pochi giorni fa infatti Fondazione Arena ha festeggiato in anfiteatro la vittoria dell’Art Bonus con il progetto 67 colonne, un progetto, sostenuto dal nostro quotidiano, che ha raccolto oltre 1,5 milioni di euro in un anno di lavoro sul territorio e ha anche stabilito un modello vincente per il futuro e riconfermato la forza social dell’Arena. «Una serata doppiamente importante: per il contesto, perchè dopo due anni di pandemia questo ritrovarci nel nostro anfiteatro ha il senso della celebrazione di un rito laico in cui la città si riconosce, e per il significato, perchè arriva pochi giorni dopo la vittoria del progetto delle 67 colonne presentato dalla Fondazione e sostenuto dal nostro giornale», ha detto in proposito il direttore de L’Arena Massimo Mamoli. «Un progetto sostenuto in primis da Gruppo Calzedonia e Pastificio Rana che hanno così mostrato un modello virtuoso che indica nel capitalismo umanistico la strada per il futuro». U

na convinzione ribadita anche dall’amministratore delegato del Gruppo Athesis Matteo Montan: «Tornare alla capienza piena in Arena è sicuramente un momento da festeggiare. Sono stati due anni difficili per tutti, e Fondazione Arena ha saputo essere anche in questa circostanza un modello virtuoso, non fermandosi ma inventando un festival capace di rispondere alle limitazioni imposte dalla pandemia e di sfoggiare insieme qualità e grandi nomi. Ora torniamo alla normalità e questo riempie tutti di emozione. E poi festeggiamo il premio per il miglior progetto Art Bonus che Athesis ha fortemente appoggiato e sostenuto».

«Tornare all’Arena con 13mila spettatori è per tutti una gioia: questo è un festival importante che ci proietta già nei grandi eventi in programma per il 2023, l’anno del centenario, per un’Arena al centro dell’attenzione mondiale», ha aggiunto Gianmarco Mazzi, amministratore delegato e direttore artistico di Arena di Verona srl. Poi la magia del gong, e l’improvviso silenzio nell’Arena affollata: spazio alla poesia della musica. Prima, la dedica del sovrintendente Cecilia Gasdia: «Cento anni fa nasceva una voce non comune, una voce “d’angelo”, come la definì Arturo Toscanini: quella di un soprano leggendario e che molte volte si è esibita su questo palcoscenico: Renata Tebaldi. E 100 anni fa nasceva anche un altro grandissimo artista, il baritono Ettore Bastianini, applauditissimo amico di Verona. Alla grandezza artistica di Renata Tebaldi e di Ettore Bastianini dedichiamo con immensa riconoscenza questa inaugurazione».•.

Alessandra Galetto

Suggerimenti