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L’INCHIESTA

Verona, città sporca o pulita? Ecco la mappa del degrado

Preoccupa l’immondizia lasciata nei cestini dai tanti turisti, ma anche la convivenza tra smaltimenti residenziali e commerciali: «Aree a ridosso dell'Adige come discariche»
Rifiuti abbandonati a due passi dalla basilica di san Zeno, uno dei simboli della città (Marchiori)
Rifiuti abbandonati a due passi dalla basilica di san Zeno, uno dei simboli della città (Marchiori)
Rifiuti abbandonati in diversi angoli della città

Cambiano i punti critici, il fenomeno si sposta, cambiano dinamiche, dimensioni, materiali e sostanze. Ma il problema rifiuti non trova soluzione, anzi peggiora. E si acutizza, pur con forme diverse, tanto in centro storico quanto nei quartieri.

Nell’area all’interno dell’ansa dell’Adige, le problematiche sono sostanzialmente due. Una è dettata dal turismo di massa e dalla mole di rifiuti lasciata dai visitatori nei cestini, l’altra riguarda la convivenza di uno smaltimento di tipo residenziale e uno di tipo commerciale che si trovano a dover condividere spesso gli stessi cassonetti e bidoni.

Il risultato

«I rifiuti si accumulano nei cestini, che nelle giornate di maggior afflusso turistico si riempiono alla velocità della luce di immondizia varia, indifferenziata, spesso traboccanti di avanzi di cibo, vere e proprie esche per i ratti che infatti negli ultimi anni si vedono correre in pieno centro a ogni ora del giorno», interviene Michele Abrescia, presidente di VeroCentro, comitato di cittadini del centro storico.

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C’è poi un ulteriore punto critico che riguarda la pulizia degli spazi comuni, lo spazzamento di vie e vicoli spesso utilizzate come vespasiani a cielo aperto soprattutto nelle notti dei fine settimana. «Documentiamo e segnaliamo continuamente la problematica ma senza ottenere alcuna soluzione. Dal piano della sosta emerge la volontà di pedonalizzare via Ponte Pietra: diventerà la Ca’ del Bue cittadina», interviene Michele Tommasi del comitato Ponte Pietra.

Situazione invariata

«Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti, la situazione è pressoché invariata da oltre un decennio», analizza la presidente di Legambiente Chiara Martinelli. E se il Veneto quanto a raccolta differenziata è una tra le regioni più virtuose d’Italia, con una percentuale che supera l’80 per cento, Verona è il fanalino di coda insieme a Rovigo.

«La sperimentazione dei cassonetti intelligenti non aiuta. A differenza di ciò che avviene con la raccolta a domicilio, non c’è controllo su quello che viene conferito all’interno dei bidoni, che può risultare non idoneo. Inoltre, non tutti hanno ritirato o utilizzano la tessera per far aprire i cassonetti con la conseguenza che i rifiuti si accumulano di fatto all’esterno. La strada maestra per aumentare la percentuale di differenziata rimane il porta a porta», aggiunge Martinelli che sullo stato di salute di alcune aree verdi a ridosso del centro e dei quartieri spiega come, negli anni, «la mappa del degrado sia mutata».

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La mappa del degrado è cambiata

«I bastioni e il parco delle Mura, soprattutto in zona Torricelle – fatta eccezione per i numerosissimi escrementi di cane non raccolti – è più frequentata da persone e famiglie e dunque più pulita», prosegue, «al contrario, altre aree soprattutto a ridosso dell’Adige risultano ancora discariche a cielo aperto».

Quartieri e disagi

Nei quartieri, la sporcizia si accumula proprio accanto ai bidoni, che ora come in passato rappresentano materia di controversia: nessuno li vuole davanti a casa o al negozio ma nemmeno lontano oltre un centinaio di metri. «C’è un abisso tra Palazzina e altre vie di Borgo Roma come via San Giacomo, via Capo d’Istria o via Tunisi. In queste vie i bidoni spesso sono utilizzati a sproposito senza alcuna attenzione per il rifiuto da smaltire. A Palazzina, invece, il porta a porta ha risolto la criticità e sta funzionando molto bene», analizza Veronica Perazzolo, portavoce della neonata associazione Per Verona, che si occupa anche di temi ambientali, nonché consigliera in quinta circoscrizione in quota a Fratelli d’Italia.

«Tra le note dolenti sul territorio per quel che riguarda gestione e abbandono rifiuti c’è via Caccia. Purtroppo l’inciviltà gioca un ruolo primario: anche su via Prina a ridosso dei cassonetti non è raro trovare rifiuti ingombranti», aggiunge Manola Campagnari, commissaria in Quarta circoscrizione, tra le zone Golosine e Santa Lucia, proprio sul tema rifiuti.

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Dopo il Covid

E ancora, come tutto o quasi, il Covid ha cambiato anche la sporcizia cittadina. «Dopo l’emergenza pandemica, i rifiuti sono di molto aumentati. Abbiamo avuto una vera e propria esplosione del cibo d’asporto e di conseguenza, purtroppo, di tutto il relativo packaging: contenitori, barattoli, carta oleosa e molta plastica, soprattutto a bordo strada e nei parcheggi», spiega Antonietta Di Renzo di CittadinanzAttiva, gruppi di volontari che periodicamente si trovano per ripulire zone e aree di città e periferia grazie a un patto di sussidiarietà sottoscritto gli anni scorsi con Comune e Amia (il prossimo appuntamento è in programma per oggi, in occasione della giornata ecologica in Seconda circoscrizione, sul tratto di lungadige da Ponte Catena al ponte del Saval).

Materiale da cantiere

E ancora, «rimane comunque molto attuale il problema dell’abbandono di materiale da cantiere: residui di traslochi, olio meccanico, sanitari rotti, fili elettrici e molto altro. Una di queste discariche abusive più recenti è attualmente nell’area verde tra Boscomantico e il Chievo. Nonostante le telecamere, la gente si permette di abbandonare davvero di tutto, pur di non pagare la tassa sullo smaltimento», aggiunge e conclude Di Renzo. 

Ilaria Noro

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