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Dopo la vittoria di Tommasi

La «pace di Verona» è già finita. Salvini: «Colpa di Sboarina»; Meloni: «L'ha attaccato a urne aperte»

Salvini e Meloni a Verona per sostenere Sboarina
Salvini e Meloni a Verona per sostenere Sboarina
Salvini e Meloni a Verona per sostenere Sboarina
Salvini e Meloni a Verona per sostenere Sboarina

Il giorno dopo la vittoria di Damiano Tommasi nel ballottaggio contro Federico Sboarina, volano gli stracci nel centrodestra nazionale. In particolare, dopo la «pace di Verona» fra Salvini e Meloni, i due sembrano nuovamente molto distanti.

 

MELONI

«Credo che il centrodestra debba fare una riflessione sul tempo che, anche in queste elezioni, ha inutilmente speso in polemiche interne. Ho trovato curiosa la polemica sul mancato apparentamento a Verona da parte degli alleati con tanto di attacco al sindaco a urne aperte (e il riferimento è a un'intervista rilasciata da Salvini domenica mattina, ndr), mentre a Catanzaro FdI sosteneva lealmente un candidato che ci aveva negato l’apparentamento». Così la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, su Facebook.

«Sono contenta che in molte città dove il centrodestra ha vinto, FdI abbia trainato la coalizione, ma non basta. Occorre parlarsi subito per fermare le polemiche, occorre ricordarsi che l’avversario è sempre la sinistra e mai il partito alleato», ha aggiunto.

 

SALVINI

Così invece Matteo Salvini in un post su Facebook: «Spiace per le città perse al ballottaggio, nonostante l’impegno di candidati e militanti, spesso per le divisioni e i litigi nel centrodestra come a Verona, che non si dovranno più ripetere. Spiace per la bassa partecipazione al voto, spesso inferiore al 30%, un segnale che costringe tutti a lavorare di più e meglio. Buon lavoro a tutti i nuovi sindaci eletti e già da oggi al lavoro, che fra primo e secondo turno vedono passare il centrodestra da 54 a 58».

In una nota in serata poi la Lega ribadisce: «Matteo Salvini ha lavorato alla luce del sole per il centrodestra unito in tutta Italia, a partire da Verona. Purtroppo, nella città veneta l’unico a non volere l’apparentamento è stato il candidato Federico Sboarina, come sa benissimo Flavio Tosi. Sempre a questo proposito, non hanno alcun fondamento le ricostruzioni che mirano a coinvolgere Luca Zaia: il Presidente della Regione non si è mai intromesso nelle scelte della Lega per le elezioni amministrative, a Verona o altrove, e non ha mai stoppato il segretario Salvini».

 

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ZAIA

«Vorrei ricordare che dopo ogni campagna amministrativa ci troviamo sempre con dei vincitori e degli sconfitti e ogni risultato va riconosciuto, però è pur vero che da qui a pensare che ogni elezione sia una regola per parlare di politica, di successo o insuccesso del centrodestra piuttosto che del centrosinistra, mi sembra abbastanza fuori luogo». Lo dice all’Ansa il Presidente del Veneto Luca Zaia dopo il risultato elettorale di Verona che ha visto prevalere il centrosinistra con Damiano Tommasi.

«Quanto alle considerazioni post voto, ogni tornata amministrativa e ogni singolo candidato dà vita a una storia a sè - osserva -. E questo ce lo dimostra qualunque appuntamento elettorale». Zaia augura «un buon lavoro a tutti i nuovi sindaci, nella speranza che sappiano rappresentare fino in fondo le istanze territoriali e sappiano essere i sindaci di tutti, da destra a sinistra. Lo faccio a urne chiuse, terminato il periodo di par condicio - conclude - che si è chiuso ieri sera alle 23».

 

 

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