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Bici e monti

Dal Pasubio ai laghi di Levico e Caldonazzo: discese ardite e risalite

In cammino lungo il Sentiero Europeo E5 e lungo il Sentiero della Pace al confine fra le province di Vicenza e Trento
Dal passo della Borcola a Levico lungo il sentiero E5

Per la terza volta (errare è umano, perseverare è diabolico...) ospite del blog di Claudio Mafrici, vi racconto la terza parte di un percorso cominciato ai piedi della Lessinia e che che in un centinaio di chilometri scarsi mi ha portato fino a Levico, attraverso Carega e Pasubio.

Questo terzo tratto si può fare anche da solo (o se ne può fare anche solo una parte) perché merita davvero: da malga Borcola, alle pendici nord-orientali del Pasubio fino ai laghi di Levico e Caldonazzo, in Valsugana. 35 chilometri circa, dove però le salite sono quasi tutte all'inizio.

A questo link trovate il percorso affrontato, dal quale potete serenamente espungere una deviazione inutile nei pressi di Forte Cherle (è quel ricciolino sulla sinistra che vedete sulla traccia).

 

Dal passo della Borcola a passo Coe

Partiti prima dell'alba da malga Borcola, si segue il sentiero europeo E5 verso il Monte Maggio. Si incontra prima un vecchio autocarro abbandonato (ormai persino segnato sulle mappe!) e poi qualche capriolo. mentre si risale nel bosco dai 1.200 metri: in un paio d'ore si è al passo della Borcoletta e poco dopo ai 1.800 metri del monte Maggio, dove dalla croce sulla sommità si ha un panorama a 360 gradi: a Est il Cimone, a Sud-Ovest il Pasubio, a Nord lo sguardo si perde fino al Lagorai.

Dal monte Maggio si scende per un facile sentiero a passo Coe, dove il numero e le caratteristiche dei numerosi bar-ristoranti raccontano di una montagna molto più trafficata di quella attraversata fin qui.

 

Verso Folgaria

Il fidato E5 continua ad essere la nostra strada maestra anche qui: lo si percorre per suggestivi saliscendi in direzione Nord, lambendo Forte Cherle e le rovine dell'ex ospedale militare austriaco.

Si intreccia più volte un largo sentiero circolare per mountain bike e si arriva, quando ormai metà della strada è fatta, a camminare sull'interessante Sentiero dell'Acqua ricco di tabelle descrittive e che attraversa con un bel ponte di pietra l'Astico, fino ad arrivare a Carbonare, frazione di Folgaria.

 

Verso Levico e Caldonazzo

Percorse poche centinaia di metri su asfalto, si saluta l'E5 per proseguire in direzione Nord-Est lungo il Sentiero della Pace, da imboccare da via al Parco.

Si è di nuovo su un saliscendi boschivo dove volgendo lo sguardo a Nord-Ovest spunta di tanto in tanto la sagoma imponente della Vigolana.

Si spunta infine a Nord dell'abitato di Chiesa: siamo nel comune di Lavarone, del quale ci lasciamo alle spalle, camminando per una quindicina di minuti sull'asfalto, anche le frazioni di  Lanzino e Bertoldi.

Di nuovo su sentiero, puntiamo dritti a Malga Belem: piccolo gioiello a 1.400 metri, costruito sui ruderi di una vecchia malga e gestito (e tenuto aperto di tanto in tanto) dalla Sat di Lavarone.

Poco distante, da un punto panoramico si può ammirare, non senza una certa vertigine, la Valsugana che si apre di sotto, con i laghi di Caldonazzo e Levico. È proprio lì che siamo diretti.

Per arrivarci, la strada è spettacolare quanto faticosa, specie per giunture già provate da decine di chilometri: si scende la strada del Menador, via nota agli amanti delle due ruote, sia motorizzate che non, che scende con tornanti scavati nella roccia per quasi mille metri, con qualche scorciatoia per gli appiedati come lo scrivente. 

Terminata la discesa ardita, c'è ancora un po' di asfalto fino ad arrivare a Levico. Lì ci può riposare, se siete arrivati fin qui ve lo meritate decisamente. Soprattutto se nella vostra testa il viaggio non è ancora finito.

Riccardo Verzè

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