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Monte Maggio, dalla Grande Guerra alla Guerra Fredda

Omini di pietra in un affaccio sulla sottostante Valle Dritta
Omini di pietra in un affaccio sulla sottostante Valle Dritta
Monte Maggio (Mafrici)

La salita al monte Maggio con la neve è sicuramente una delle più interessanti e agevoli escursioni delle Prealpi veneto-trentine. La facilità di accesso e i grandi panorami sono il biglietto da visita di questo itinerario, che può essere percorso sia con le ciaspole che con sci e pelli, e anche con un paio di semplici scarponi (se la neve non è troppo alta).

Il Maggio era già stato salito dall’amico e collega Riccardo Verzè nell’itinerario di Bici e Monti “Dal Pasubio ai laghi di Levico e Caldonazzo: discese ardite e risalite” pubblicato il 4 novembre 2022.

Una bella cima, che in abito invernale diventa davvero suggestiva, senza essere mai problematica. Io ci ero stato la prima volta molti anni fa in mountain bike e poi un’altra volta a piedi e in effetti anche d’estate ha il suo perché. Ma con la neve tutto diventa, diciamo così, più “montano” e il Maggio non delude chi ha voglia di salirlo.

Dislivelli contenuti

I dislivelli sono contenuti e il Sentiero della Pace, che corre alto sulla valle di Terragnolo, in questo tratto è davvero molto bello. La partenza classica invernale è da malga Zonta, che si raggiunge una volta scollinato passo Coe. Siamo sopra Folgaria, nella cosiddetta Alpe Cimbra, sul confine fra Veneto e Trentino. Grazie alla vicinanza della strada, il dislivello da qui si riduce a 400 metri.

Malga Zonta è tristemente famosa per l’eccidio che si consumò nel 1944: vennero fucilati 15 partigiani e tre malgari. Si parcheggia vicino al laghetto Coe e, una volta visitata la Base Tuono, ex complesso missilistico della Nato (oggi museo, aperto d’estate), si va a imboccare il sentiero europeo E5 che si percorre sotto il crinale del Maggio fino alla cima, caratterizzata da una gigantesca croce metallica.

L'anello da Fondo Piccolo

Io, con un gruppetto di amici e amiche della mtb (Marco, Laura, Ricky, Lodo ed Ester), sono invece partito da Fondo Piccolo (1.479 m) per compiere un anello di più ampio respiro ma che, all’inizio e alla fine, impone l’attraversamento delle piste di sci da discesa. Nulla di problematico, sia chiaro, ma solo in questo modo è possibile andare a imboccare il Sentiero della Pace che arriva da Serrada e che si sviluppa sul versante di Terragnolo, poco sotto il monte Maronia.

Sentiero che è decisamente più bello - parere personale, eh - rispetto a quello da passo Coe, che in parte si percorre al ritorno. Un anello che impone un primo tratto sul lato destro della pista Trugalait, in salita anche ripida. Arrivati quasi a scollinare (incrocio di piste), si attraversa verso sinistra mirando a un evidente cartellone di legno che indica la presenza del Sentiero della Pace.

Si risale ancora nel bosco, con la pista di sci a poca distanza, fino alla località Cargadore (1.591 m), quindi si costeggia in leggera salita un’altra pista di sci in direzione di passo Coe fino a quando si ritrovano i cartelli del Sentiero della Pace, verso destra.

L'affaccio sulla valle di Terragnolo

A questo punto si va ad affacciarsi lungamente sulla valle di Terragnolo, con bella vista sulle cime del Pasubio (2.232 m), del Roite, del Col Santino e del Col Santo, montagne legate ai combattimenti della Grande Guerra. Anche il monte Maggio fu al centro della guerra degli altipiani e la presenza di strade militari e trincee lo conferma.

Lo stesso sentiero di salita è di fatto la carreggiata di una vecchia strada militare che saliva al monte Maggio protetta dal crinale del monte Maronia (1.705 m), con la bella massicciata evidente nella parte alta del percorso. Questo tratto si risale senza troppa fatica fino al bivio con il sentiero europeo E5.

La croce del Maggio è vicina, e si potrebbe raggiungere anche tenendosi sotto il crinale, ancora affacciati sulla valle di Terragnolo. Noi invece andiamo a sinistra sul versante di passo Coe imboccando l’E5 e in una decina di minuti siamo al cartello del monte Maggio.

La croce e il panorama superlativo

La croce dista 50 metri e si raggiunge con un ultimo strappetto. Il panorama è superlativo. Verso ovest, il Carè Alto, l’Adamello e la Presanella, quindi l’intera sfilata delle Dolomiti di Brenta. E poi la Vigolana e, sul lato valsuganotto, il Fravort e il Gronlait, porte d’accesso alla lunga catena dei Lagorai. Dall’altra parte le cime dell’altopiano di Asiago e poi il Pasubio, con la pianura vicentina all’orizzonte. Niente male!

La discesa inizia lungo il sentiero 520 per Bocchetta del Tin, che non si raggiunge. La traccia si mantiene sul crinale, si supera un affaccio con ometti di pietra e, sempre in discesa, tenendo la sinistra ci si abbassa gradualmente nel bosco. Sono presenti di solito tracce evidenti dei ciaspolatori che compiono l’anello da passo Coe.

In realtà il percorso è abbastanza libero e intuitivo. Bisogna fare solo attenzione, quando la traccia comincia a spianare nel bosco, perchè si attraversa una zona di massi e doline coperti dalla neve, che possono diventare insidiosi scegliendo la “discesa libera” (si rischia di sprofondare in qualche buca). Seguendo la traccia non ci sono particolari problemi. Gradualmente il percorso vira verso sinistra fino ad uscire dal bosco (pista di sci nordico).

Da Malga Zonta alle «impronte» della Grande Guerra

A questo punto si cammina in direzione di malga Zonta, con qualche su e giù, fino a quando si scorgono i missili della Base Tuono, che si raggiunge dalla malga tagliando sempre più verso sinistra (piste di sci nordico). Il complesso fino ai primi anni ‘90 era presidiato dai militari, mentre oggi è un museo. Dalla Grande Guerra, lungo il Sentiero della Pace, alla Guerra Fredda della Base Tuono. Per rientrare a Fondo Piccolo bisogna ora risalire il bosco fino all’altezza di passo Coe, seguendo le frecce per il giardino botanico.

Si attraversano più volte le piste di sci nordico (attenzione ai binari per i fondisti, non calpestateli!) fino all’area naturale recintata. Un’altra piccola salita nel bosco e ci si porta al livello dell’arrivo degli impianti di risalita di Fondo Piccolo.

Si comincia a scendere a lato delle piste, passando sotto la seggiovia Cargaore fino a quando ci si affaccia di nuovo all'incrocio della pista di discesa Trugalait. La si attraversa e si scende fino alla macchina, badando agli sciatori che sfrecciano a bordo pista. L’anello ha un dislivello di 600 metri e si percorre in 5-6 ore senza fretta.

Claudio Mafrici

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