<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Parto e penso: non torno. Ma perché l'ho deciso io»

MAURO PELASCHIER
Mauro Pelaschier
Mauro Pelaschier
Mauro Pelaschier
Mauro Pelaschier

In barca c'è praticamente nato. Suo nonno era maestro d'ascia, suo padre e suo zio sono stati velisti olimpionici plurititolati. Dal canto suo lui non è soltanto figlio d'arte. È un campione il cui palmares è troppo lungo per essere riportato e annovera anche tre successi olimpici. Mauro Pelaschier, ha 61 anni, quattro figli, di cui tre che vivono a Verona, vive prevalentemente a Sona.
Nel 1981 partecipa alla selezione dell'equipaggio di "Azzurra", primo challenger italiano all'America's Cup, e ne diventa il timoniere. Ma, garantito, questa non è che la notizia più nota ai meno esperti di vela. Chi al mare s'è avvicinato tardi ha imparato ad ascoltare Pelaschier tra il 1999-2000 quando venne ingaggiato da Raisport per il commento tecnico delle regate di «Luna rossa» della L.V.Cup e dell'America's Cup a Auckland.

Possiamo dire che in tanti abbiamo passato le notti con Pelaschier: come è stata quell'esperienza?
Divertente, vedevo il mare da una prospettiva diversa, credo che a farmi scegliere abbia contribuito il dono della sintesi.

Ma la leggenda dei velisti, uomini di mare pieni di donne...
Chi vuole può farlo, le occasioni non mancano. Forse è la salsedine che ci rende interessanti e l'abbronzatura fa il resto. Eppoi con noi le donne sanno che restiamo poco, siamo sempre in giro così non rompiamo le palle.

Lei doveva diventare velista, ma se non avesse fatto questo, se avesse sofferto il mal di mare, per esempio?
Non ho mai avuto il tempo di pensare a un'altra vita. Sono salito in barca a tre anni, a sei andavo in giro da solo.

Tempo libero poco, ok, ma oltre alla passione-lavoro c'è tempo per gli altri? Volontariato, beneficenza?
Vivo del mio lavoro, non ho davvero il tempo per fare dell'altro. E ho quattro figli cui provvedere, non sono nato ricco. Ma faccio un bellissimo lavoro.

Per mare bisogna sapere fare tutto: dal cuoco all'idraulico, dal sommozzatore al falegname. E in casa come aiuta?
Essere a casa coincide con il mio riposo, la ricerca di relax, faccio poco e sono disordinato, ma se mi impegno qualcosa riesco a fare, anche senza che mi si chieda.

Fare cambusa, levare l'ancora, cosa significa oggi per lei?
Prendersi la responsabilità di altre vite, di chi è con te. Quando sei per mare la tua isola è la tua barca e può affondare. Devi prevedere prima cosa può accadere».

Il mare è un amico, ma può essere un assassino. Ci sono state volte in cui ha temuto di non rientrare in porto?
Tante, ogni volta ipotizzo che magari non torno e non sempre è per questioni climatiche. Magari sono io che decido di non tornare

Le sue vacanze, se ci sono, luoghi preferiti...
Mi sono piaciute molto Australia e Nuova Zelanda perchè se non abiti nelle grandi città devi confrontarti con la natura, e questa sfida mi piace.

Che cosa la attrae di un luogo, che caratteristiche deve avere?
Essere incontaminato, selvaggio, deve prevalere la natura. Chi abita in città è in cattività come animali allo zoo.

E di una persona?
Dev'essere se stessa, poi decido io se continuare a frequentarla o meno. Una nostra amicizia può durare lo spazio di un viaggio.
C'è qualcuno che l'ha tradito, un amico, una donna, visto mai.
Tanti, tantissimi, ma io non porto rancore. Tendo a giustificare gli altri.

Di che cosa non potrebbe mai fare a meno?
Del mare.

E che cosa detesta?
La gente che parla troppo non mi piace. Io da sempre sono uno abituato a stare da solo, anche a parlare da solo e per questo parlo poco. Non capisco chi per dire qualcosa deve fare discorsi infiniti. Mi danno noia. Alle parole preferisco la musica.

Cos'è che le fa più paura?
Tutto, io sono un pauroso. Più vai allo sbaraglio, più ti metti in discussione e più hai paura.

Un suo difetto.
Sono un solitario e questo complica i miei rapporti.

Un suo pregio.
Pochi pregi, difetti tanti.

La frase che non ha mai detto?
Tante, io faccio fatica ad esprimere quello che provo e allora sto zitto.

La cosa di cui si è pentito?
No, pentito mai. Un'azione è una scelta, se l'ho fatta vuole dire che andava bene così.

Il dolore più grande?
Tanti, non soltanto lavorativi, anche affettivi familiari, qualcosa anche di cui magari ti vergogni per non averla gestita in maniera diversa.

La gioia più grande?
Non l'ho ancora vissuta.

Crede in Dio?
No. E sono anticattolico.

Cosa pensa della politica e dei nostri politici?
Non me ne piace nessuno, la politica è qualcosa di così diverso da me che non riesco neanche ad ipotizzarla come genere di passione o altro.

Il suo motto?
Non ne ho.

Alessandra Vaccari

Suggerimenti