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La trasferta del consigliere regionale veronese

Valdegamberi «osservatore» per il voto in Russia: «Sistema più avanzato del nostro, dovremmo riproporlo qui»

Il consigliere regionale ha spiegato di aver partecipato come «osservatore» alle elezioni indette dal regime russo. Critiche dal Pd
Valdegamberi ai seggi in Russia
Valdegamberi ai seggi in Russia
Valdegamberi ai seggi in Russia
Valdegamberi ai seggi in Russia

Il consigliere regionale del gruppo misto Stefano Valdegamberi, veronese di Badia Calavena, è stato tre giorni a Mosca, «come osservatore» per le elezioni che si sono tenute in Russa, dove Putin è stato da pronostico confermato presidente, con una percentuale vicina al 90%.

«Non è facile organizzare una macchina complessa come le elezioni durante un conflitto. Comunque il sistema di voto, parte elettronico e parte tradizionale, è più avanzato del nostro e molto efficiente. Sarebbe da proporre nel nostro Paese», ha detto Valdegamberi. 

 

Cosa sono state le "elezioni" in Russia

Nel 2020 una riforma costituzionale ha azzerato il numero di mandati effettuati da Putin fino a quel momento, consentendogli di fatto di restare alla guida del regime fino a quando avrà 84 anni (ora ne ha 71).

Putin gode di un ampio consenso popolare, soprattutto nelle zone rurali, ma in Russia, viene comunque sistematicamente negato il dissenso (il principale oppositore di Putin, Alexey Navalny, è stato incarcerato ed è morto in carcere poche settimane fa) e gli altri candidati a queste elezioni erano sostanzialmente dei candidati fantoccio.

Una situazione peggiorata da quando due anni fa la Russia ha invaso l'Ucraina. L'unica protesta concessa, perché impossibile da impedire, è stata quella di chi in modo massiccio ha deciso di andare a votare alle 12 di domenica, per «contare» chi non si riconosce nel governo autocratico.

Sulla regolarità e sui dati del voto in Russia ci sono enormi dubbi fra tutti gli osservatori neutrali e, contrariamente a quanto accade normalmente, nessun leader occidentale si è complimentato con Putin per la vittoria. La stessa presidente del consiglio italiano, Giorgia Meloni, le ha definite «elezioni farsa».

 

Valdegamberi e la Russia

Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà
Stefano Valdegamberi durante una manifestazione di Verona per la Libertà

Stefano Valdegamberi è da sempre molto vicino alla Russia. All'inizio dell'invasione russa, dichiarò che «l'Ucraina è il cuore della Russia» e nei due anni successivi ha partecipato alle manifestazioni filorusse e anti-Nato organizzato dal movimento Verona per la Libertà, oltre a dar voce sulle sue pagine social e nei suoi comunicati alla propaganda del Cremlino.

Nel 2016 era stato inserito dall'Ucraina nella sua black list. Il consorzio giornalistico indipendente Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project) l'aveva accusato, assieme ad altri leghisti, di aver beneficiato di viaggi gratuiti e soggiorni lussuosi per le sue posizioni sulla Crimea, accuse però mai dimostrate.

Nei suoi comunicati stampa, Valdegamberi non spiega perché sia stato scelto come osservatore a questa tornata elettorale. 

Al di là della difesa della Russia, in questi anni Valdegamberi ha spesso fatto parlare di sè, dalle dichiarazioni contro la parlamentare del pd Monica Cirinnà alle accuse di satanismo contro la sorella di Giulia Cecchettin per le quali è stato denunciato, passando per pesanti scontri con gli animalisti.

 

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Cosa ha detto Valdegamberi delle elezioni in Russia

Della la sua esperienza come «osservatore», Valdegamberi racconta di aver potuto visitare i seggi, intervistare la gente, e presenziare allo spoglio delle schede. «Confrontandomi con i politici di diversi Paesi - riferisce - abbiamo notato come le notizie che contestavano il voto russo fossero costruite da una stessa mano: persino le parole usate sono le stesse in tutti i continenti, come fossero diramate sotto una regia unica».

Secondo Valdegamberi, invece, «l'affluenza alle urne era elevata ovunque, più del solito, mi raccontava il personale dei seggi. Il clima che ho trovato era molto sereno, nonostante i controlli per motivi di sicurezza. Chiedendo il perché i più rispondevano che fosse un momento di grande unità nazionale. L’interprete che ci accompagnava non è riuscita a votare. Gli ho chiesto: avrai dei problemi perché non hai votato? Assolutamente no. Perché in Italia vi fanno dei problemi per questo?»

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«Tra i tanti intervistati», continua, «ho trovato, maggiormente tra i giovani, anche qualche voce di dissenso. Il dissenso si sarebbe dovuto manifestare con l’annullamento della scheda. Allo spoglio dei seggi dell’ultima scuola visitata sono stato attento su quante schede fossero state rese nulle da chi era andato a votare: c’erano ma non certo paragonabili con il plebiscito verso il Presidente che emergeva via, via dalle urne».

«Indipendentemente dalle critiche sollevate sui media occidentali - conclude - credo che il dato incontestabile è che Putin, piaccia o non piaccia, gode di ampio consenso tra la popolazione russa, contrariamente a quello che si vuole far credere qui da noi».

 

 

Il commento

«Delle due, l'una: o l'osservatore Valdegamberi ha bisogno di un'approfondita visita oculistica oppure soffre di una patologica simpatia per i regimi dittatoriali.

Probabilmente le due cose sono collegate perché è impossibile non vedere, senza andare in terra russa, lo scempio di ogni minima forma di democrazia nel modo di concepire ed esercitare il potere da parte di Putin. Far intendere, come fa il consigliere andando a ruota di Matteo Salvini, che quelle russe sono state elezioni libere, è un'offesa vergognosa per la democratica assemblea regionale di cui Valdegamberi fa parte», è stato il commento della capogruppo del Partito Democratico, in Consiglio regionale, Vanessa Camani.

Riccardo Verzè

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