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Il caso

Valdegamberi posa con un'aquila: «Addestrata contro lupi e ambientalisti». E si becca una denuncia. La replica: «Prestino attenzione anche agli animali sbranati»

«Con la mia amica Niki, aquila reale del Kazakistan, pronta per la caccia al lupo: apertura alare 2, 3 metri, esegue gli ordini a comando. Riesce a cacciare: cinghiali, caprioli, camosci, daini, volpi e… lupi e…su comando anche rompicogl.ni e ambientalisti. Tutto…secondo natura…».

A scriverlo sul proprio profilo pubblico di Facebook il consigliere regionale del gruppo misto (ma che sostiene la maggioranza del presidente Zaia) Stefano Valdegamberi, veronese di Badia Calavena.

Una presa di posizione che gli è costata una «promessa» di querela da parte dell'Aidaa (associazione italiana difesa animali e ambiente). In un comunicato stampa l'associazione, che chiama erroneamente Valdegamberi «Andrea», scrive: «Presenteremo lunedì un denuncia penale alla procura della repubblica di Venezia contro Valdegamberi per la frase rilasciata sui social.

L'Associazione animalista ha comunicato che nella denuncia oltre ai reati legati alle parole pronunciate e che sono da inquadrare come un incitamento alla violenza contro uomini e animali, ci si concentra sulla gestione e l'addestramento dell'aquila chiedendone il sequestro in quanto addestrata a suo dire ad attaccare gli uomini oltre che gli animali selvatici ed inoltre AIDAA ha annunciato che in caso di processo si costituirà parte civile contro Andrea Valgamberi chiedendo un risarcimento non inferiore ai 50.000 euro da devolvere ad un rifugio che ospita i rapaci».

E ancora: «Non è che uno perchè è consigliere regionale può far uscire dalla sua bocca ogni stupidata. Se con queste dichiarazioni insensate cercava pubblicità si è è trovato invece una bella denuncia»

 

 

La replica di Valdegamberi

«Premetto che il commento su Facebook su una foto fatta con un’aquila, nata in cattività e regolarmente registrata dal proprietario, era chiaramente ironico allo scopo di far emergere le contraddizioni dei sostenitori ideologici del lupo che in questi giorni ha sbranato uno dopo l’altro nei giardini di casa gli animali d’affezione in pieno centro a Badia Calavena, dove abito. Io stesso possiedo due pecore e, a cui sono molto affezionato», chiarisce il consigliere regionale, «e alla sera sono costretto portarle al sicuro sul poggiolo di casa. Cosa assurda e inaccettabile. Inutili sono gli appelli fatti alla politica finora del tutto indifferente a un problema non solo per gli allevatori ma per la sicurezza degli stessi cittadini. All’estero situazione analoghe non sarebbero per nulla tollerate».

Quella dell'associazione Aidaa, prosegue Valdegamberi, «appare addirittura una reazione patetica e strumentale. Dovrebbero invece prestare attenzione a tutti gli animali, compreso i cani, che vengono sbranati ogni giorno per colpa dell’eccessivo numero di lupi e del loro progressivo (e pericoloso) avvicinamento ed ingresso nei centri abitati. Aspettiamo che capiti qualche disgrazia? I cani randagi nei paesi devono essere obbligatoriamente catturati e portati al canile. I lupi possono invece tranquillamente sbranare gli animali di casa, nelle prossimità dei parchi gioco e delle scuole. È la gente che vive qui che si sente minacciata e chiede alle istituzioni di fare qualcosa!

Il problema, ricorda infine il consigliere, «altrove, sempre in Europa, è stato affrontato in modo razionale dallo stesso mondo ambientalista che qui invece è arroccato su mere posizioni ideologiche. C’è un limite a tutto! In Italia il limite si è superato da molto», conclude.

Valdegamberi in passato aveva fatto discutere in altre occasioni, dalle sue posizioni sui femminicidi a quelle sulla guerra in Ucraina, con le sue posizioni filorusse.

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