È morto ieri, a 97 anni, il regista Gianfranco De Bosio. Se n'è andato un grande e profondo conoscitore del teatro. Era nato a Verona il 16 settembre del 1924. Ex partigiano, è stato regista, scrittore, docente, e per diversi anni - tra il 1968 e il 1988 - sovrintendente dell'Arena di Verona, allora "ente lirico".
Se pensiamo all'«Aida» in Arena, pensiamo subito a Gianfranco De Bosio. E a quell'edizione «storica» dell'opera di Verdi che ancora è in repertorio, l'allestimento che ha ricostruito quella prima «Aida» del 1913. E a quell'Aida storica De Bosio ha anche dedicato un saggio per i cento anni dalla "prima". Anche se, in un'intervista rilasciata a L'Arena, nel 2012 affermava: «Ho reinventato l'Aida, ma l'ho sempre temuta».
Ma oltre alla lirica, di cui ha firmato molte regie, De Bosio è stato soprattutto un grande regista anche per la prosa e il cinema. Studioso di Ruzante, autore che ha fatto riscoprire al teatro italiano, con memorabili spettacoli, dai «Dialoghi» alla «Vacaria» a «La Betìa», ha messo in scena anche Goldoni, Brecht, Brancati. In Arena aveva debuttato nel 1977 con un «Romeo e Giulietta» di Gounod. Instancabile perfezionista, il suo era un teatro incentrato sugli attori, anche se sapeva valorizzare gli spazi indipendentemente dalle dimensioni.
In gioventù era stato esponente di spicco della lotta al nazifascismo e ha fatto parte del Cln veronese. Nel suo libro «Fuga dal carcere» pubblicato lo scorso anno da Neri Pozza raccontava l'Assalto agli Scalzi e la rete di resistenza civile della città.
Dopo la guerra, De Bosio ha fondato il Teatro dell’Università di Padova (dove si era laureato in letteratura francese) e dal 1957 al 1968 ha diretto il Teatro Stabile di Torino, passando poi all'Arena di Verona per il suo primo incarico da sovrintendente. Ha anche insegnato teatro e recitazione alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, dal 1998, e alla Opera Academy di Verona. È stato presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Internazionale per l’Opera e la Poesia fondato dall’Unesco nel 1996.