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LA STORIA

L’Ufo di Costeggiola nel 1988: «Una burla generata da Tinto Brass»

Il 9 settembre di 33 anni fa, in un campo, sull’erba apparvero i segni di tre cerchi che l’avevano bruciata
Costeggiola, settembre 1988: esperti annusano l’erba per cercare di capire quale elemento avesse causato la bruciatura
Costeggiola, settembre 1988: esperti annusano l’erba per cercare di capire quale elemento avesse causato la bruciatura
Costeggiola, settembre 1988: esperti annusano l’erba per cercare di capire quale elemento avesse causato la bruciatura
Costeggiola, settembre 1988: esperti annusano l’erba per cercare di capire quale elemento avesse causato la bruciatura

Gli ultimi lanci su Marte di navicelle esplorative sembrerebbero dimostrare che di marziani sul pianeta rosso non vi sia l’ombra. Malgrado ciò, il marziano, che è l’alieno venuto da cieli lontani per antonomasia, non smette di essere atteso e visto volteggiare nei nostri cieli. Anzi, guai a togliere ogni speranza all’uomo che esista un’altra civiltà nell’immenso universo, con la quale, chissà, prima o poi verremo in contatto.

 

Di fatto, più la vita sulla Terra si fa difficile e più si contano avvistamenti di astronavi a navicelle ignote, luminosissime, sui cieli di tutto il mondo.

 


Infatti, nel famigerato 2020, con il Covid ad imperversare, le segnalazioni di Ufo sono balzate alle stelle: dai dati del Centro ufologico nazionale, solo in Italia gli avvistamenti sono cresciuti del 57 per cento, rispetto al 2019.
Uno dei più recenti è successo vicinissimo a noi, a Costeggiola di Soave, nel 1988. Fu un caso che fece parlare addirittura gli esperti nazionali di ufologia e sul numero 6, del dicembre 1988, di «Ufo», rivista di informazione ufologica, si pubblicò una lunga e dettagliata disamina dell’evento accaduto il 19 settembre di quell’anno a Costeggiola, con tanto di mappature ed esami chimici effettuati sui cerchi d’erba bruciata che la navicella degli extraterrestri avrebbe lasciato in un campo di un agricoltore della zona.

 


Fu Gian Paolo Grassino a scriverne. Grassino oggi, a 33 anni di distanza, non avendo allora trovato spiegazione del fenomeno, è stato «folgorato» da una ipotesi sul verificarsi di quello strano fenomeno nella campagna soavese. Non potrebbe trattarsi, ipotizza Grassino, di uno scherzo tratto pari pari da un film del 1964, diretto da Tinto Brass - quando ancora non si era dato alle pellicole erotiche - con protagonisti niente meno che Alberto Sordi, Monica Vitti e Silvana Mangano

 

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Il film, in effetti, fu girato in Veneto, ad Asiago, per volere di Brass, si dice, che vi inserì anche gente del posto a rispondere, nel loro dialetto, se credessero o meno agli Ufo.

Tinto Brass
Tinto Brass

 


Il film «Il disco volante», appunto, sembra essere davvero il canovaccio di quello che venne riferito nel 1988 da un uomo che effettuò una telefonata anonima, il 9 settembre, ai carabinieri di Soave, e anche al nostro giornale, indicando i tre cerchi bruciacchiati di erba a Costeggiola, segno, a suo dire, dello sbarco, pur se breve, di Ufo nelle campagne. Ci furono anche dei testimoni: due signore videro un grande bagliore allora e nella zona indicata dal segnalatore di Ufo, ma lo liquidarono - era intorno a mezzanotte - come fascio di luce dei fanali di qualche auto di passaggio.

 

Se qualcuno si prenderà la briga di rivedere il film in streaming o lo ha già visto, ricorderà che tutto ciò ripercorre molto da vicino la trama de «Il disco volante» di Brass, pellicola che non ebbe il successo che si sarebbe meritata, non fosse altro perché vi recita un Sordi in gran forma che interpreta ben quattro personaggi e poi ci sono Monica Vitti e Silvana Mangano, bravissime come sempre. Non sono da meno i vari personaggi del paese veneto in cui si aggira un maresciallo (sempre Sordi) che deve indagare, per ordini dall’alto, su quello strano fatto. Un vero affresco nello stile della commedia all’italiana nel quale forse il regista Tinto Brass poteva insistere perché capace.

 

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Ad avvalorare l’ispirazione cinematografica di quanto avvenne nelle campagne di Cazzano c’è poi un altro elemento importante: la sceneggiatura è del grande Rodolfo Sonego, di Cavarzano, Belluno, un veneto dunque, uomo dalla geniale fantasia narrativa e autore di una lunghissima serie di film cult del cinema italiano e internazionale. Sonego, che militò nel Gruppo Brigate Vittorio Veneto (nome di battaglia: Benvenuto Cellini) visse anche a Venezia, ma soprattutto, chiamato a Roma, fu l’alter ego di Sordi per tantissimi anni, anzi, forse senza di lui non ci sarebbe la commedia all’italiana. Aveva fiuto, Sonego, per le storie da raccontare, specie quelle provenienti dalla profonda provincia: sua è infatti l’idea della famosa serie televisiva «Provincia segreta» del 1998.

 

Dunque non è da escludere che il fenomeno di Costeggiola sia nato dall’amore per il cinema: non sarebbe la prima volta che la vita si ispira alle pellicole, la permea di miti, di emozioni difficilmente dimenticabili, e di mille altre suggestioni che sempre la buona arte porta con sé. Se è stato uno scherzo la notizia dello sbarco degli Ufo a Costeggiola, colui che l’ha imbastito deve aver avuto un grande amore per il cinema italiano e pure un gran senso dello spirito che nulla toglie all’illusione che i marziani facciano ogni tanto capolino da noi: a volte appaiono di persona, altre «rapiscono» qualcuno e poi ce lo restituiscono, oppure disegnano cerchi su prati o campi di grano. Ci staranno sempre simpatici, gli extraterrestri. Speriamo che non ci facciano scherzi. 

Daniela Andreis

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