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scontro tra le province

Il Garda si spacca, lo scolmatore diventa un caso politico: «Il lago è di tutti, non solo dei trentini»

Ieri l’apertura della condotta idraulica tra l’Adige e il lago voluta dalla provincia di Trento contro gli appelli degli enti lombardi. Il «casus belli» ripropone il problema di una gestione concordata delle risorse ambientali di un bacino governato da tre Regioni
Le acque dell'Adige immesse nel Garda attraverso lo scolmatore
Le acque dell'Adige immesse nel Garda attraverso lo scolmatore
Apertura Galleria Adige-Garda

Tutto è andato secondo programma: le paratie della galleria Adige-Garda si sono alzate ieri, 5 marzo, verso le 12,45 con parte dell’acqua dell’Adige che ha proseguito per una decina di chilometri nel tunnel terminando la propria corsa nel Garda, all’altezza di Torbole, poco dopo le 13. Le manovre di manutenzione ordinaria dello scolmatore sono proseguite senza intoppi fino alle 18 circa, come previsto.

Nel corso delle ore in cui si sono eseguiti i lavori è stata vietata la navigazione e le attività attorno allo sbocco della galleria per un raggio di 200 metri, mentre il Corpo forestale, la Guardia costiera e i Vigili del fuoco di Nago-Torbole e Riva del Garda hanno monitorato la situazione per tutta la giornata.

Le manovre pr la manutenzione

Le manovre hanno previsto prima l’apertura delle quattro luci dell’infrastruttura, una alla volta, per circa 10-15 minuti, con una portata media di circa 25 metri cubi al secondo; successivamente si è proceduto all’apertura contemporanea di tutte e quattro le paratoie per una decina di minuti, raggiungendo una portata massima di circa 100 metri cubi al secondo. In totale ieri sono stati riversati nel Garda circa 340mila metri cubi di acqua provenienti dall’Adige.

La battaglia politica

Ma se nel corso della giornata tutto è andato secondo i piani, altrettanto non si può dire nel coordinamento delle operazioni. Nei giorni scorsi, infatti, si è creato un braccio di ferro tra due «schieramenti» con una diversa visione su come gestire l’intervento: Trentino da una parte, dall’altra Comunità del Garda, Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) e Guardia Costiera che hanno chiesto alla Provincia di Trento di rinviare la manutenzione dello scolmatore per i livelli già alti del lago (136 centimetri sopra lo zero idrometrico) e per evitare possibili polemiche tra opinione pubblica e istituzioni.

A sostenere ulteriormente queste richieste si è aggiunta la Regione Lombardia che ha chiesto al Trentino di rimandare le manutenzioni «per le condizioni di criticità date dalla quota del lago prossima al livello di massima erogazione».

L’ente regionale lombardo, inoltre, ha precisato come «le operazioni di verifica debbono essere sempre preventivamente concordate con Aipo che è autorità idraulica del lago di Garda e gestore dell’impianto di Salionze».

Nemmeno un tentativo in extremis della presidente della Comunità del Garda, Maria Stella Gelmini, che ha scritto al governatore trentino Maurizio Fugatti per chiedere il rinvio, ha sortito gli effetti sperati.

Nonostante le molteplici richieste, infatti, la Provincia di Trento ha tirato dritto, mantenendo inalterato il programma dell’intervento, che si è concluso appunto ieri.

Le critiche sui social

L’apertura della galleria ha generato qualche critica sui social, dove la Comunità del Garda, su facebook, ha creato una diretta riprendendo le fasi iniziali dell’arrivo dell’ acqua dell’Adige nel lago. Filippo Gavazzoni, vice presidente della Comunità del Garda e assessore comunale di Peschiera, ha espresso rammarico per la gestione di una manovra che in questi giorni si è trasformata in una discussione.

«Prendiamo atto che è stata l’ennesima occasione persa per dimostrare al territorio che situazioni come queste dovrebbero essere condivise e concordate, visto che il lago bagna tre Regioni e non solo una. Spero che questo episodio serva per un confronto in futuro».

Anche Angelo Cresco, presidente di Ags, Azienda Gardesana Servizi, è rimasto contrariato per la gestione della questione. Per Cresco «la manutenzione non era una cambiale in scadenza. Il lavoro si poteva rinviare benissimo. Serviva buon senso».

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Il precedente

Prima di quest’ultima manutenzione, la galleria era stata attivata solo pochi mesi fa: il 31 ottobre, infatti, erano state alzate le paratie per far defluire parte dell’Adige in piena verso il Benaco e salvare così Verona da possibili esondazioni. Ma anche in questo caso erano divampate le polemiche, sebbene per motivi opposti. L’apertura infatti era stata giudicata da più parti tardiva.

Emanuele Zanini

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