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Torri del Benaco

Autovelox di Pai, non ci sono reati. Per chi ha fatto ricorso resta solo una «speranza»

Il Procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, chiarisce l'orientamento della Procura sul contestato autovelox
A destra l'autovelox di Pai, a sinistra il procuratore Raffaele Tito
A destra l'autovelox di Pai, a sinistra il procuratore Raffaele Tito
A destra l'autovelox di Pai, a sinistra il procuratore Raffaele Tito
A destra l'autovelox di Pai, a sinistra il procuratore Raffaele Tito

 «L’autovelox di Pai? La Procura della Repubblica di Verona ha valutato che, tecnicamente, non ci sono fatti costituenti reato». Di conseguenza, nessun fascicolo è stato aperto o portato avanti. 
La notizia, arriva dalla Procura. A darla a L’Arena, è il Procuratore capo, Raffaele Tito. Al contempo le dichiarazioni del procuratore capo sembrerebbero mettere una pietra tombale sulla speranza delle associazioni dei consumatori che la querelle sull’autovelox sia risolta attraverso un’indagine penale, visto che una delle contestazioni è stata che l’autovelox sia autorizzato ma non omologato e che dunque funzioni in maniera irregolare, se non illegittima. 


Nessuna indagine sull'autovelox di Pai

Nei mesi scorsi sono stati presentati esposti sull’autovelox di Pai da varie associazioni di tutela dei consumatori, tra cui Altvelox di Belluno e da parte anche di privati per il tramite di Adiconsum Verona. Sull’ipotesi che sia stata avviata un’indagine il procuratore Tito è chiaro: «Corrisponde al vero, che, qualche mese fa, sono stati presentati alcuni esposti in merito all’autovelox di Pai.

Tuttavia, questo ufficio ha ritenuto che non vi fossero gli estremi nemmeno per iniziare una qualche attività di indagine o conoscitiva. Tecnicamente può dirsi che ha valutato questi esposti come un fatto non costituente un reato». 
 

Il magistrato precisa anche quali sono gli effetti. «In conseguenza, nessun accertamento tecnico è stato da noi conferito sul citato autovelox. Tengo a rappresentare, inoltre, che nella controversia giudiziaria fra il conducente e l’amministrazione comunale che ha posizionato lo strumento, la Procura della Repubblica non interviene in alcun modo».

«Non sta a me», sottolinea Tito, «nel mio ruolo di procuratore della Repubblica, accertare se questo o altri strumenti di controllo della velocità siano conformi a legge. Mi pare che la Cassazione sulla questione si sia ripetutamente pronunziata, stabilendo precisi orientamenti, che sarebbe doveroso rispettare».

Quali siano gli orientamenti il procuratore non lo dice, demandando ai legali che sostengono i ricorsi le valutazioni. Ma, a quanto pare, nessuna consulenza tecnica è stata o sarà disposta sulla differenza tra «omologazione» e «autorizzazione» dell’autovelox, cosa peraltro che la Cassazione ha ribadito in una serie di sentenze. 


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Sull'autovelox di Pai decidono i Giudici di Pace

Insomma, se la querelle ancora in corso sull’autovelox avrà un’appendice, non sarà penale. Quello che però interessa attualmente gli automobilisti è capire come si pronunceranno i Giudici di Pace di Verona. A questo proposito, per quanto era finora trapelato, le sentenze sarebbero state in alcuni casi di segno opposto tra loro.

E cioè gli automobilisti avrebbero avuto il rigetto del ricorso o l’accoglimento dello stesso in maniera non uniforme anche se i ricorsi, specialmente quelli presentati tramite le associazioni dei consumatori, sarebbero assai simili se non «seriali» tra loro e a Verona i giudici di pace starebbero cercando una linea univoca su come pronunciarsi. 

Dopo le parole del Procuratore capo, in Comune a Torri possono comunque tirare un sospiro di sollievo visto che la fattispecie di presunto reato penale segnalato tramite esposti non avrà alcuno sbocco in un’indagine penale.

Gerardo Musuraca

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