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la tragedia di Salò

Greta e Umberto, uccisi dal motoscafo su Garda: i tedeschi che erano a bordo chiedono l'appello

Kassen e Teismann hanno impugnato la sentenza di primo grado che li aveva condannati uno a 4 anni e sei mesi, l'altro a 2 anni e 11 mesi
Il tragico incidente sul Garda risale al 19 giugno 2021
Il tragico incidente sul Garda risale al 19 giugno 2021
Il tragico incidente sul Garda risale al 19 giugno 2021
Il tragico incidente sul Garda risale al 19 giugno 2021

Al termine del processo di primo grado il tribunale di Brescia li aveva condannati uno a quattro anni e sei mesi di reclusione, l’altro a due anni e undici mesi di carcere. Il giudice li aveva infatti ritenuti responsabili della morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, i due ragazzi (25 anni lei, 37 lui) travolti da un motoscafo mentre la sera del 19 giugno del 2021 si trovavano a bordo della piccola imbarcazione di legno di proprietà del ragazzo ferma nel golfo di Salò. Patrick Kassen, l’uomo che si trovava alla guida del fuoribordo Riva e che dopo un periodo ai domiciliari (alcune settimane dopo essere rientrato in Germania si era costituito alle autorità italiane che ne avevano chiesto l’arresto e aveva trascorso in carcere alcuni giorni) è libero con il solo divieto di raggiungere le province del Garda, e Christian Teismann, il proprietario del motoscafo, hanno fatto ricorso contro quella sentenza.

La Procura aveva chiesto condanne più pesanti, ma non ha presentato appello

L’atto è stato depositato, in due momenti diversi, nei giorni scorsi. La procura di Brescia, per i due aveva chiesto una condanna più pesante (sei anni e mezzo per Kassen e quattro anni e due mesi per Teismann), non ha invece presentato appello. Nel ricorso le difese dei due turisti tedeschi contestano non solo la ricostruzione fatta dal giudice nelle motivazioni, ma anche la pena detentiva inflitta. Nei prossimi giorni la Corte d’appello fisserà la data del processo.

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Condanna in primo grado per omicidio e naufragio colposo

I due turisti tedeschi al termine del processo, celebrato davanti alla prima sezione penale del tribunale di Brescia, erano stati condannati per omicidio colposo e naufragio colposo, mentre entrambi erano stati assolti dall’accusa di omissione di soccorso. «Gli imputati, ed in particolare Kassen - scriveva il giudice nelle motivazioni - erano in stato di ubriachezza o quantomeno di ebbrezza alcolica. Teismann, pur consapevole dello stato di ebbrezza dell’amico, gli aveva affidato il proprio motoscafo sin dalla partenza e per tutta la durata del non breve viaggio, di circa dieci chilometri, da San Felice a Salò».

SOCCORSI E INDAGINI SUL LAGO DI GARDA

Secondo il giudice inoltre: «Ulteriore profilo di colpa dei due imputati è costituito dal superamento della velocità massima consentita nel lago di Garda che è di 5 nodi nelle ore notturne. L’istruttoria ha permesso di accertare che il Riva al momento della collisione viaggiava alla velocità di circa 19,44 nodi». Per il tribunale di Brescia i due turisti tedeschi non avrebbero posto in essere alcuna condotta «idonea a impedire l’evento». Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, il giudice infatti sottolineava come: «I rilievi effettuati e le immagini agli atti dimostrano che, una volta avvenuto lo speronamento, il Riva ha proseguito nella propria rotta con una velocità praticamente costante».

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Paolo Cittadini

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