Revocata la misura degli arresti domiciliari per Federico Tomaselli, uno dei cinque agenti in servizio alle Volanti accusati di aver adottato comportamenti violenti e degradanti sconfinanti nella tortura nei confronti di alcuni fermati, per lo più extracomunitari. E insieme ai colleghi arrestato in giugno sulla base dell’ordinanza firmata dal gip Livia Magri. Che ieri, accogliendo la richiesta dei pm Bisso e Boranga, titolari dell’indagine, dopo aver esaminato il materiale depositato dagli avvocati Michele Masso e Stefano Casali, ha «ritenuto che l’istanza della revoca della misura» fosse meritevole d’accoglimento.
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Revocata l’interdittiva
L’agente delle Volanti è libero e al collega che si trovava con lui in pattuglia non sarà applicata nessuna misura interdittiva. L’episodio che riguardava entrambi è quello relativo al fermo di Mohamed D., l’uomo che denunciò di essere stato prelevato a forza, picchiato nel tunnel privo di telecamere dopo essere stato fatto scendere da un’auto di servizio, che nei suoi confronti era stato utilizzato più volte lo spray al peperoncino e che poi venne lasciato a terra, dolorante e incapace di respirare normalmente nell’acquario, ovvero nella stanza dei fermati, dove invece erano attive le telecamere.
Supporti informatici
Fondamentale, a sostegno della revoca, l’analisi delle immagini registrate dalla body cam in dotazione ai due agenti effettuata da un consulente tecnico. Il gip Magri da atto che è stato analizzato anche l’apparecchio telefonico di Tomaselli che «attraverso i dati dell’accelerometro fornisce elementi interessanti a proposito dei movimenti, del numero di passi e salite di piani di scale».
I tablet
Analizzati anche i dati di traffico presenti sui tablet: «L’aspetto dirimente (che indebolisce il quadro indiziario) è rappresentato dal fatto che l’analisi delle celle porta a ritenere che solo quello in dotazione a una Volante (Venezia) fosse in zona Questura alle 6.21 in orario compatibile con l’accompagnamento di Mohamed D. Mentre quello di Tomaselli e dell’altro agente attivano la cella alle 6.43». E il gip esclude che possa aver preso parte alle condotte violente.
I legali e il Siulp
«Gli elementi d’indagine proposti a discolpa e fortunatamente la tecnologia, hanno dimostrato l’estraneità del nostro assistito ai gravi fatti contestati. La Procura già settimane fa aveva condiviso le argomentazioni difensive oggi e ne siamo lieti anche il Giudice di Verona», il commento dei legali. Anche il Siulp interviene: «Siamo lieti dell’emersione di una verità che restituisce ai due colleghi un significativo ridimensionamento delle scabrose condotte che erano state loro attribuite».
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