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Aggressione fatale

Max Bincoletto ucciso allo Stadio, il caso va in Corte d'Assise

Un trentenne georgiano è accusato di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi
Massimiliano «Max» Bincoletto
Massimiliano «Max» Bincoletto
Massimiliano «Max» Bincoletto
Massimiliano «Max» Bincoletto

Dovrà comparire a fine maggio davanti alla Corte d’Assise David Silaghadze, trentenne di origini georgiane, accusato di aver ucciso il sessantottenne Max Bincoletto. «Max», com’era conosciuto allo Stadio, fu aggredito la notte del 25 agosto 2023 vicino a un chiosco della zona e morì un paio di settimane più tardi, l’8 settembre, nel reparto di terapia intensiva del Confortini dov’era stato ricoverato dopo il fatto. Subito dopo l’aggressione, i carabinieri del Nucleo radiomobile si misero al lavoro per risalire al responsabile, mantenendo il più stretto riserbo sulle indagini per non smuovere troppo le acque.

La notizia si era ormai diffusa, quando a metà settembre, seguendo la cerchia dei suoi amici, le forze dell’ordine riuscirono a fermare il presunto aggressore a Favaro Veneto, in provincia di Venezia, dove si nascondeva in un condominio assieme ad alcuni connazionali. Silaghadze, attualmente detenuto nel carcere di Venezia, è accusato di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi: nelle scorse settimane il pubblico ministero Maria Beatrice Zanotti, titolare del fascicolo, ha chiuso l’inchiesta sulla morte di «Max», disponendo il giudizio immediato nei confronti del trentenne (difeso dall’avvocato Alberto Bianchi). Il procedimento, dunque, salta a piè pari la fase preliminare e approda direttamente davanti alla Corte d’Assise, che sarà presieduta dal giudice Raffaele Ferraro.

Max Bincoletto, padre di due figli, era molto conosciuto al quartiere dello Stadio. Viveva in una casa a Santa Lucia, ma spesso usava un camper per spostarsi. Da poco era in pensione, Max ogni pomeriggio si recava al bar Stadio per giocare a biliardo e a carte con gli amici. A fine maggio, il processo.

 

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Manuela Trevisani

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