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il geologo

Torricelle a rischio crolli, l'esperto: «La manutenzione deve essere costante»

L’unica via maestra, spiega Enrico Castellaccio, rimane la prevenzione attraverso un monitoraggio dei punti sensibili e una corretta manutenzione
Un agente controlla una porzione di muro
Un agente controlla una porzione di muro
Un agente controlla una porzione di muro
Un agente controlla una porzione di muro

Non è il primo episodio. E quasi certamente non sarà l’ultimo. Sfogliando gli ultimi 10-15 anni di cronaca frane e smottamenti sulle Torricelle si rincorrono. In qualche caso con diverse analogie al crollo dell’altra sera, intorno alle 18.30, quando in via San Leonardo, piccola strada che si arrampica sulle colline sopra Borgo Trento, un muro di contenimento alto quattro metri è crollato.

È già accaduto: sia in quella stessa strada, con 4 frane in 4 anni prima del 2017, che in altre zone delle colline veronesi. Nell’agosto del 2020 a causa di pioggia e vento battente che hanno provocato ingenti danni tra cui una frana e il crollo di una porzione della Pieve dell’Opera di Don Calabria a San Zeno in Monte. Il transito è ancora interdetto Via San Leonardo, per il momento, rimane chiusa al traffico sia veicolare che pedonale per consentire prima gli accertamenti tecnici sull’accaduto e, in un secondo momento, la rimozione di tutto il materiale franato sulla via.

Si tratta dunque di un terreno pericoloso? A rispondere è Enrico Castellaccio, geologo, che molto semplicemente spiega come quello dell’altra sera sia, nella sua potenziale pericolosità, un fenomeno del tutto normale. E isolato che, soprattutto, nulla ha a che vedere con altri episodi legati per lo più agli agenti atmosferici.

L'importanza della prevenzione

Per evitare che possano ripetersi, puntualizza l’esperto, l’unica via maestra rimane la prevenzione attraverso un monitoraggio dei punti sensibili e una corretta manutenzione. «Tagliando, come è stato fatto in quel punto, la roccia a 90 gradi per creare una strada o la si tiene costantemente monitorata o la natura, prima o poi, si riprende i propri spazi smussando le pendenze anche con cedimenti e frane», riassume Castellaccio.

Evitare inutili allarmismi

«Non c’è nulla di estremo o di allarmante in questo. Tanto più che i segnali premonitori di un evento come quello dell’altra sera solitamente ci sono e non sono di difficile lettura», aggiunge. Tra questi, ad esempio, piccoli smottamenti, il rigonfiamento anomalo delle maglie a rete che tengono la parete. «Su strade come quella di via San Leonardo, è necessario mettere mano con interventi di sistemazione ogni 5, al massimo 10 anni. Basterebbe chiudere la via per quei 2 o 3 giorni necessari ad un attento monitoraggio per poi proseguire in sicurezza. Certo è che le risorse a disposizione sono esigue e non è facile tenere monitorati grandi porzioni di territorio. Ma è ciò che sarebbe necessario per evitare di correre rischi», aggiunge l’esperto.

Quello accaduto ieri, tra l’altro, è probabilmente un cedimento che da tempo era in bilico: non ci sono state infatti in questi giorni piogge ingenti o ghiacciate, elementi naturali che in passato avevano causato frane e smottamenti in più parti delle Torricelle.

I precedenti proseguono anche oltre un decennio fa. A fine 2010, ad esempio, a preoccupare era stato il crollo di una parte di costone sulla fortunatamente pochissimo trafficata via Abate Caliaro, che collega la zona di Poiano con il Monte Oliveto. Ancora prima, ad Alto San Nazaro, la parete di tufo aveva creato non poche criticità e molto allarmismo tra gli abitanti della strada di Veronetta.

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Ilaria Noro

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