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Macabra scoperta

Dramma di Aprica. L’ultima spesa di Antonio, giovedì. In paese: «Non sapevamo esistessero»

Le testimonianze : «Il figlio si vedeva ogni tanto passeggiare, sempre con la testa bassa, non parlava con nessuno»
La casa veronese. La palazzina di Borgo Trento dove ha abitato la famiglia Monticelli
La casa veronese. La palazzina di Borgo Trento dove ha abitato la famiglia Monticelli
La casa veronese. La palazzina di Borgo Trento dove ha abitato la famiglia Monticelli
La casa veronese. La palazzina di Borgo Trento dove ha abitato la famiglia Monticelli

L’ultima spesa l’ha fatta giovedì, in uno dei supermercati di Aprica. «È venuto a prendere qualcosa da mangiare», confermano dal negozio, «è entrato, ha preso quel che gli serviva, ha pagato ed è uscito, come sempre, senza parlare. Sì, era nostro cliente. Qualche volta si riusciva a scambiare una parola, i soliti convenevoli alla cassa svuotando il carrello, ma si capiva che era un uomo riservato e poco propenso a dare confidenza. Sempre solo, sempre silenzioso».

Giovedì sera - il giorno prima della macabra scoperta - l’ultimo avvistamento in bottega per comperare del cibo: «Poco, poche cose», ricorda la commessa.

La testimonianza

«Poche» dal momento che in casa la mamma Anna Maria era morta da chissà quante settimane e il papà Giorgio, steso nel letto accanto alla moglie in avanzato stato di decomposizione, all’irruzione dei carabinieri è stato trovato gravemente denutrito, disidratato e con una gamba infetta in gangrena. Il letto su cui giacevano era in condizioni igieniche indescrivibili.

La donna, 91 anni, trovata con il volto coperto da un fazzoletto, già invasa dalle larve. L’uomo, 90 anni, non si sa da quanto tempo fosse ridotto così.

Antonio Monticelli, il figlio taciturno e sconosciuto ai più, è ora indagato per abbandono di incapace e occultamento di cadavere. Alla vista dei militari venerdì sera ha cercato di dissuaderli dall’entrare: «È tutto a posto, perchè siete qui?», ha provato a depistarli. Probabilmente in stato confusionale - interrogato ieri mattina dal magistrato avrebbe spiegato di aver rispettato le volontà del papà - è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale cittadino, lo stesso in cui è stato trasferito d’urgenza anche il genitore che «non è in pericolo di vita», hanno rassicurato i medici. 

Il pm Chiara Costagliola ha disposto l’autopsia sul cadavere della donna per accertare le cause del decesso e il Procuratore Piero Basilone ha incaricato i carabinieri di ulteriori accurati accertamenti. «Per ora, nessuno sviluppo ulteriore ai fatti già notti», hanno ribadito ieri dal comando provinciale sondriese dell’Arma, «l’uomo non è stato arrestato, allo stato degli atti è indagato».

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Sgomento in paese

Disoccupato, Antonio viveva con i genitori pensionati nella palazzina rosso mattone al 106 di via Europa, ad Aprica, piccolo paese di neanche 2mila anime (in stagione sciistica arrivano ad essere più di 40mila) scelto come buen retiro allo scoppio del Covid.

La famiglia si era trasferita in Valtellina, lasciando la bella casa di via Anzani a Verona, nell’inverno del 2020 e da allora non ha più fatto ritorno in città. Solo che la gente del posto, dove tutti si conoscono, dei Monticelli diventati da 4 anni concittadini ha saputo l’esistenza solo l’altro ieri, il giorno della drammatica scoperta. Quando i vicini di casa hanno informato i carabinieri dell’odore nauseabondo che usciva dall’appartamento, nessuno si sarebbe immaginato il dramma nascosto tra quelle mura. 

L'odore tremendo

La puzza, è stata la puzza a far conoscere nel modo peggiore questa famiglia di foresti arrivata in vallata per sopravvivere alla pandemia. Alla pasticceria sulla stessa via Europa «non sono mai venuti», racconta la titolare, «mai visti. Siamo sconvolti, da giorni qui non si parla d’altro. È una tragedia, una di quelle brutte».

E anche il fruttivendolo: «No, non ne sapevamo l’esistenza». E un altro commerciante della centralissima via Roma: «Lui lo si vedeva ogni tanto passeggiare, sempre con la testa bassa, non salutava. I genitori? Non pervenuti. Non sapevamo nemmeno che esistessero. Si dice che fossero chiusi in casa da anni, murati come fantasmi, perchè anziani con difficoltà a muoversi». La reazione è di forte sgomento anche in parrocchia. Da Santa Maria Assunta, al telefono, solo un flebile «non c’è nulla da dire». 

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Camilla Ferro

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