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Dramma di Aprica

L'edicolante: «Lo chiamavamo il Padania, diceva di essere un prof ma non gli credevo»

In Borgo Trento quasi nessuno sapeva dell'esistenza dei genitori di Antonio Monticelli, figlio di Anna Maria Squarza, trovata morta in avanzato stato di decomposizione ad Aprica
Nessuno in quartiere ricorda  Anna Maria Squarza e il marito Giorgio Monticelli. Si vedeva ogni tanto solo il figlio Antonio
Nessuno in quartiere ricorda Anna Maria Squarza e il marito Giorgio Monticelli. Si vedeva ogni tanto solo il figlio Antonio
Nessuno in quartiere ricorda  Anna Maria Squarza e il marito Giorgio Monticelli. Si vedeva ogni tanto solo il figlio Antonio
Nessuno in quartiere ricorda Anna Maria Squarza e il marito Giorgio Monticelli. Si vedeva ogni tanto solo il figlio Antonio

Un uomo, che glissava sulle domande e raccontava storie poco credibili. È il ritratto di Antonio Monticelli  (l'uomo trovato in casa ad Aprica, con la madre morta da giorni e il padre in fin di vita) che emerge all’edicola di piazza Vittorio Veneto, a Borgo Trento, dove l’uomo è stato ribattezzato «il Padania». «Ci ha detto il suo nome una sola volta, perché dovevamo tenergli da parte una rivista», racconta Luciana Pevarello dell’edicola.

«Ai tempi acquistava sempre il quotidiano della Lega Nord, per questo avevamo iniziato a chiamarlo il Padania. Poi, quando il quotidiano ha chiuso, comprava Il Giornale o Libero. L’ultima volta che l’ho visto passare in quartiere risale a un mesetto fa. Ci chiedevamo proprio dove fosse finito».

Non si sa se Antonio si rivedrà presto a Borgo Trento. «Diceva di essere un professore universitario a Milano», prosegue l’edicolante. «Non gli credevo molto perché, se gli chiedevo quale materia insegnasse, iniziava sempre a tergiversare e se ne andava. Veniva di solito il lunedì, all’ora di chiusura, verso le 13.30, quando non c’era più gente. Diceva che capitava in città per delle faccende ma che viveva ormai a Milano. Poi qualche volta veniva per dei giorni di seguito. Girava sempre a piedi, da solo, con una borsa al seguito, tipo professore. Dei suoi genitori non l’ho mai sentito parlare. Non si sono mai visti e lui non li citava».

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Antonio a quanto pare ha anche la passione del calcio. «Si fermava a parlare di pallone con mio figlio, vantava grandi conoscenze, ma in realtà non era particolarmente ferrato», racconta ancora Luciana. «Visto che era un tipo strano, suggerivo al mio ragazzo di non dargli troppa corda e di non provocare discussioni sulle partite».

E chiude: «Il suo modo di fare mi ha sempre dato la sensazione di una qualche forma di disagio. Indossa perennemente un gilet di lana, anche in pieno agosto. Si vede che è una persona in difficoltà, problematica». 

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Chiara Bazzanella

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