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Il caso

Scardinato e poi subito ri-sigillato il ponte pedonale di Parona

Tarda l'accordo fra Comune e Rfi, che non ha risposto alle sollecitazioni. E la popolazione ha perso un nodo di collegamento fondamentale
Scardinato da mani ignote e poi subito risigillato il ponte pedonale di Parona
Scardinato da mani ignote e poi subito risigillato il ponte pedonale di Parona
Passerella di Parona (Noro)

Quella che doveva essere una chiusura «lampo» si è tradotta in settimane e mesi di attesa. E mani ignote  - nei giorni scorsi - hanno forzato i tempi sbloccando le barriere che impedivano gli accessi rendendo, di fatto, parzialmente percorribile a piedi il ponte della ferrovia di Parona. Ma nemmeno il tempo di esultare che già oggi (lunedì 14 novembre 2022) il passaggio è stato di nuovo sigillato.

 

Il ponte scardinato a Parona
Il ponte scardinato a Parona

 

13 novembre: scardinato a metà

Dal lato di Parona è stato scardinato e ripiegato di lato il cancello in ferro saldato alla recinzione all’imbocco del percorso pedonale: la via, ora, è del tutto libera. Sull’altro lato, quello affacciato sul Parco dell’Adige, invece, la stessa operazione probabilmente non è riuscita e quindi la liberazione del tracciato pedonale è rimasta solo parziale. L’alta cancellata, infatti, è stata solo abbassata e risulta ripiegata su se stessa. Ancora presente, dunque, ma più facilmente scavalcabile.
All’origine dell’«azione», la protesta per la prolungata chiusura del ponte, di proprietà della Rete ferroviaria italiana, per il quale non è mai stato siglato un accordo per il passaggio pubblico. L’iter che ha portato alla chiusura di metà settembre è iniziato infatti oltre un anno fa. Ancora nel 2021, Rfi aveva inoltrato al Comune informativa e avviso circa la volontà di interdire il passaggio non normato da alcuna convenzione.

 

L'accordo che non c'è e i lavori

Dopo la chiusura, la nuova amministrazione ha dichiarato di voler siglare l’accordo e si è subito attivata per chiedere la riapertura immediata. Incassato altrettanto in fretta l’ok dalle ferrovie, però, i tempi si stanno dilatando in attesa dell’ufficialità. Il mese scorso, tra l’altro, Comune, Rfi e seconda e terza circoscrizione avevano effettuato un sopralluogo congiunto per stabilire se e quali interventi fossero propedeutici alla riapertura. 


Alcuni lavori per la messa in sicurezza del passaggio sembrano infatti inevitabili. Quali, però, ancora non è dato saperlo. Da sistemare ci sarebbero le due rampe d’accesso. Inoltre, potrebbe essere necessario mettere mano anche alla recinzione che corre lungo tutto il ponte, allo stato attuale piuttosto bassa.  Ma il condizionale è d’obbligo perché la proprietà non ha ancora inoltrato i desiderata. «Rfi viene sollecitata settimanalmente per chiudere l’accordo.

Ad oggi, purtroppo, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta», precisa l’assessore al Patrimonio Michele Bertucco, che sta seguendo la questione.  «Stiamo aspettando che ci vengano indicati gli interventi necessari, pensavamo fosse questione di giorni. Da parte nostra, c’è la piena volontà a riaprire in fretta», aggiunge Bertucco.

La prossima settimana saranno due mesi che il passaggio pedonale sul ponte della ferrovia è chiuso. Le sbarre sono state fissate dalla sera alla mattina, cogliendo tutti i residenti della zona di sorpresa. E facendoli arrabbiare parecchio. 

A memoria, infatti, il ponte è sempre stato aperto per pedoni e ciclisti e rappresentava un ottimo collegamento per belle passeggiate e biciclettate da una riva all’altra del fiume. Già alcuni giorni dopo la chiusura, qualcuno aveva rimosso i segnali di divieto d’accesso e i cartelli informativi. Ora è toccato alle sbarre di ferro.

Ilaria Noro

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