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Il caso

Il caso del ponte sulle ferrovia di Parona

L'accordo fra Comune e Rfi permette la riapertura del sovrappasso «strategico» per pedoni e ciclisti
Ponte della Ferrovia chiuso a Parona (Foto Noro)

Aggiornamento 15 ottobre: il ponte è ancora sbarrato

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(articolo del 18 settembre)

Sbarrato da meno di 72 ore, il ponte della ferrovia a Parona si prepara a riaprire. Dovrebbe accadere a giorni, probabilmente già la prossima settimana. La Rete ferroviaria italiana (società del Gruppo Fs), proprietaria del ponte, ha infatti dichiarato la propria disponibilità a dare seguito alla richiesta del Comune che, l’altro giorno, ha inviato una comunicazione in cui chiedeva l’immediata riapertura del ponte al transito ciclopedonale.

 

 

La notizia della chiusura aveva colto tutti di sorpresa

«Alla notizia che ci ha colto di sorpresa della chiusura del ponte, venerdì, i nostri uffici si sono subito attivati chiedendo la riapertura, in attesa dell’accordo di presa in carico formale di quel passaggio da parte del Comune tramite un apposito accordo in comodato d’uso. Siamo più che soddisfatti di una risposta tanto veloce e disponibile da parte di Rfi», spiega l’assessore al Patrimonio Michele Bertucco, che sta seguendo la questione.
Domani, lunedì 18 settembre, i rispettivi uffici prenderanno contatti per stabilire come formalizzare l'accordo provvisorio in attesa della stipula del comodato d'uso. «Capiremo poi, inoltre, se serviranno degli interventi di sistemazione o messa in sicurezza di questo tratto ciclopedonale che sarà a tutti gli effetti in capo al Comune», aggiunge Bertucco.

 

 

Questione finita nel «dimenticatoio»

Pur aperto al pubblico passaggio da sempre, almeno a memoria dei residenti anziani della frazione, di fatto non è mai stato siglato un accordo formale che sancisca l’utilizzo collettivo del ponte di Parona. Una lacuna che ha spinto Rfi a chiudere la parte pedonale del ponte alle persone non autorizzate. L’epilogo c’è stato solo in questi giorni, con la saldatura della grata in ferro da parte di Rfi. Tuttavia, si tratta di un iter iniziato oltre un anno fa. La proprietà del ponte, infatti, aveva inoltrato al Comune informativa e avviso circa la volontà di interdire il passaggio. L’8 novembre 2021, Rfi avvisava della chiusura fissata alla settimana successiva, aggiungendo che «qualora codesta Amministrazione fosse interessata a stipulare specifica convenzione per consentire l’utilizzo del passaggio in parola anche da parte di terzi, si potranno prendere diretti contatti».

Nulla però risulta essere stato era stato fatto o comunicato nei mesi successivi e la questione è stata poi dimenticata nel passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova amministrazione.

 

La rabbia dei cittadini

Da qui, la decisione, a questo punto non proprio improvvisata, del nuovo cancello con divieto che ha fatto arrabbiare decine e decine di cittadini, abituati a passare spesso da una parte all’altra del fiume lungo questo passaggio. Situato dopo l’abitato di Parona, a ridosso del lungadige pedonale che si allunga fino alla strada che porta al cimitero, il ponte è infatti un collegamento strategico tra le due rive dell’Adige: molto utilizzato dagli sportivi e, soprattutto da Parona verso il parco dell’Adige attraverso cui si arriva ai collegamenti per la ciclabile di Pescantina, l’aeroporto di Boscomantico, il Parco Ottocento e la Sorte, al Chievo. Mete altrimenti raggiungibili solo in macchina: anche allungando il giro e passando dall’altro ponte pedonale – la vecchia diga del Chievo – il percorso diventa ben più lungo e, complice la strada davanti all’istituto Berti piuttosto stretta e trafficata, anche ben più pericoloso, soprattutto per le famiglie con bimbi al seguito.

Ilaria Noro

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