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Polemiche in Aula

Il veronese Lorenzo Fontana presidente della Camera: «La diversità è un valore». Incontro con Mattarella

Nel discorso di insediamento il ringraziamento a Mattarella e a Papa Francesco. I riferimenti all'autonomia e al «suo» Saval
Lorenzo Fontana neo presidente della Camera dei deputati
Lorenzo Fontana neo presidente della Camera dei deputati
Lorenzo Fontana, dal Saval alla Presidenza della Camera

Il neo presidente della Camera Lorenzo Fontana è entrato in Aula a Montecitorio assumendo la presidenza. Per lui una standing ovation del solo centrodestra, presente in massa. Vistosi vuoti nei banchi del centrosinistra, che non ha partecipato all’applauso.

Il discorso di insediamento

Tanti i temi urgenti toccati nel discorso di insediamento, dalla centralità del parlamento, alla necessità di rispondere alla crisi energetica ed economica. «La legislatura che si apre dovrà affrontare temi fondamentali per il presente e il futuro del nostro Paese: la definitiva uscita dalla crisi pandemica, la prosecuzione nell'impegno per la ricerca della pace nel generale quadro della comunità internazionale e nei rapporti tra Ucraina e Russia ed il saldarsi della partecipazione dell'Italia, quale Stato fondatore all'Unione europea, a cominciare dal rispetto degli impegni assunti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza», ha affermato Lorenzo Fontana nell'Aula di Montecitorio nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera.

Il neo presidente ha, inoltre, ricordato «la risposta alla crisi economica e sociale dei territori e 'in primis' all'aumento dei costi dei beni primari e delle fonti naturali, il contrasto all'inflazione e al caro energia».

 

Fontana da Mattarella

 

Incontro con Mattarella

Alle 18.30 il neopresidente della camera Lorenzo Fontana ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per un breve incontro.

 

 

Mancano 15 voti del centrodestra

Mancano 15 voti a Lorenzo Fontana per ottenere l’ein plein della maggioranza che a Montecitorio quota a 237 deputati. Un numero che può essere corretto diminuendo i possibili «franchi tiratori» ma che comunque registra un ammanco. I presenti e votanti, oggi, sono stati infatti 392 sui 400 totali.

Otto in meno, dunque, ma non tutti sono ascrivibili alle file della maggioranza: Elena Bonetti, di Iv, risulta infatti in missione così come anche dichiarato ben prima delle votazioni da Luigi Marattin. Si può invece computare tra gli assenti Andrea Orsini di Forza Italia che questa mattina si era premurato di avvertire che, causa covid, non sarebbe stato in Aula.

Anche volendo considerare tutti di maggioranza i sette assenti (8 meno la Bonetti), al centrodestra mancano dunque ancora otto voti. Tra questi sicuramente quello di Marta Fascina, deputata e compagna di Berlusconi, che a Montecitorio non si è vista. Da registrare, invece, tre voti in più per il «candidato» di Azione-Iv, Matteo Richetti. Il suo gruppo (composto da 21 deputati) poteva infatti contare oggi su 19 presenti (senza Bonetti, come detto, in missione e con Ettore Rosato presidente di turno e non votante) ma ha ottenuto 22 voti, 3 in più. Tre in meno, invece - e stando alle presenze registrate (80) - i voti per Cecilia Guerra che si è fermata a 77. Prova di compattezza invece per i 5 stelle che al loro candidato, Cafiero De Raho, fanno confluire tutti i loro 52 voti.

Diretta votazione alla Camera

Fontana eletto con 222 voti

Terminata la votazione e iniziato lo spoglio: Lorenzo Fontana è il nuovo presidente della Camera dei deputati.  Lo ha proclamato il presidente provvisorio dell’Assemblea di Montecitorio Ettore Rosato dopo aver letto il risultato dello scrutinio della quarta votazione.

Fontana ha ricevuto 222 voti. Tutto il centrodestra si è nuovamente levato in piedi ad applaudire. Il presidente Ettore Rosato va a comunicare a Fontana, che non è in Aula, il risultato della votazione. I votanti sono stati 392, la maggioranza richiesta 197. Oltre a Fontana hanno ottenuto voti: Guerra 77, De Raho 52, Richetti 22. le schede disperse sono state 2, le bianche 6, le nulle 11.

Ore 10.30.  Al via nell’Aula della Camera la quarta votazione per eleggere il presidente della Camera. Potrebbe essere quella decisiva: in questa votazione il quorum richiesto è la maggioranza assoluta, computando anche le schede bianche e le nulle.

«Eleggeremo il presidente della Camera alla prima votazione» di questa mattina «e il nostro candidato è Lorenzo Fontana». Lo ha detto la leader di Fdi, Giorgia Meloni arrivando a Montecitorio.

La protesta e le polemiche

Non appena inizia la quarta votazione, alcuni dei deputati hanno esposto un grande striscione con la scritta "No a un presidente omofobo pro Putin". Il riferimento è proprio a Lorenzo Fontana della Lega, su cui dovrebbero convergere i voti della maggioranza di centrodestra. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ne ha chiesto la rimozione ai commessi. Lo striscione è stato esposto da Alessandro Zan, «padre» del ddl contro l’omofobia, e da due «matricole» del Pd: Rachele Scarpa è stata eletta in Veneto, mentre Sara Ferrari, trentina: è approdata a Montecitorio dopo 14 anni al Consiglio provinciale di Trento.

Lo striscione esposto alla Camera
Lo striscione esposto alla Camera

«La possibilità che l’ex ministro Lorenzo Fontana possa essere candidato ed eletto alla Presidenza della Camera dei Deputati crea grande sconcerto». Lo afferma il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni. «Vogliamo ricordare - prosegue - che Fontana da ministro ha promosso a Verona nel 2018 una delle più imbarazzanti pagine della recente storia istituzionale Italiana, il Convegno mondiale della Famiglia, un evento che mise il nostro Paese sotto la luce negativa dei riflettori internazionali ospitando e dando la parola a decine di esponenti dei movimenti ultraconservatori, omofobi, misogini. Lo stesso Fontana ha sempre portato come modello culturale e politico la Russia di Putin, e si è distinto per alcune delle proposte più becere della storia repubblicana, come la richiesta di abolire la legge Mancino contro le discriminazioni razziali e religiose. Il Parlamento è sovrano, ma l’elezione di un personaggio come Lorenzo Fontana - conclude - non può che contribuire alla demolizione dell’autorevolezza delle istituzioni democratiche».

Camera, in Aula striscione anti Fontana: "No a presidente omofobo pro Putin"

 

ORE 9.15. Dopo le tensioni di ieri nella maggioranza per l'elezione del presidente del Senato, sembra esserci un riavvicinamento sul nome da votare alla Camera. Forza Italia, attraverso un tweet di Tajani, fa sapere che voterà il veronese Lorenzo Fontana. 

 

 

È Matteo Richetti, deputato già destinato a diventare capogruppo a Montecitorio, il nome di bandiera che oggi Azione voterà all’elezione per il presidente della Camera. Lo si apprende da fonti del partito. Il Pd voterà Maria Cecilia Guerra per la elezione del presidente della Camera. Il segretario Enrico Letta ha proposto di votare Guerra come nome condiviso con altri partiti di opposizione. «Il nome di Guerra è stato comunicato anche alle altre opposizioni e auspichiamo che possiamo riuscire a trovare una condivisione ampia», ha detto Debora Serracchiani interpellata dai cronisti.

«Voteremo Cecilia Guerra come candidata alla Presidenza della Camera. Lei ha una storia e una cultura politica diversa della nostra, ma oggi di fronte alla candidatura di Lorenzo Fontana, con la quale la destra impone di prepotenza una visione estrema e reazionaria sui diritti, scegliamo una donna libera e aperta sui diritti civili e le libertà di tutti e soprattutto delle donne». Lo dichiarano i deputati di +Europa Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi, rispettivamente segretario e presidente del partito.

M5s voterà come presidente della Camera Cafiero de Raho. Lo ha detto ai cronisti in Transatlantico Giuseppe Conte.

 

 

Il 42enne veronese è il favorito

Il colpo di scena in salsa veronese arriva nella giornata di insediamento della Camera dei deputati. Nel primo pomeriggio, in occasione della votazione della Presidenza della Camera, ha iniziato a circolare nell’aula di Montecitorio la voce che porterebbe all’elezione di Lorenzo Fontana, 42 anni, deputato e vice segretario federale della Lega, alla carica di Presidente della Camera, la terza carica dello Stato. Questo in una giornata che aveva già visto il centrodestra dividersi al Senato sull’elezione del presidente, poi diventato Ignazio La Russia di Fratelli d’Italia, eletto però senza i voti di Forza Italia.

«Non so niente, so di Giorgetti alla Juventus e io resto al Verona»

Il diretto interessato, durante la giornata di ieri, se l’è cavata con una battuta: «Non so niente, so di Giorgetti alla Juventus e io al Verona», ha commentato a chi gli chiedeva dell’ipotesi di una sua elezione alla presidenza della Camera. «È ancora in divenire, la notte è lunga», ha aggiunto poi, prima di dirigersi verso gli uffici del Gruppo della Lega alla Camera, così come vari altri deputati leghisti fra cui Riccardo Molinari, Federico Freni, Claudio Durigon e Massimo Bitonci. Di fatto, si tratta di più che un’ipotesi. La votazione per la presidenza di Montecitorio sarà oggi alle 10.30 e il centrodestra, in maggioranza al Parlamento, ci arriva dopo un’ulteriore nottata di trattativa tra le forze politiche.

Fontana stesso, nella legislatura uscente, era stato per alcuni mesi vice presidente della Camera, prima di assumere l’incarico di ministro della Famiglia e delle Disabilità nel governo Conte uno formato da Lega e Cinque Stelle.

L’esponente scaligero è nella Lega fin da ragazzo quando abitava nel quartiere Saval. Leader del Giovani padani, Fontana ha poi spiccato il volo all’interno del partito, dopo essere stato consigliere della terza circoscrizione (Borgo Milano, Borgo Nuovo, San Massimo, Chievo e Stadio) quando nel 2009 fu eletto eurodeputato della Lega. All’epoca il leader veronese e segretario della Lega del Veneto era Flavio Tosi.

All'Europarlamento dopo la rinuncia di Tosi

Nel 2014, dopo che Tosi aveva rinunciato al suo incarico in Europa per la Lega, Fontana gli subentrò e rimase al Parlamento europeo per latri quattro anni. Nei nove anni di attività politica tra Bruxelles e Strasburgo, Fontana è stato a stretto contatto con Matteo Salvini, poi diventato il leader della Lega. In particolare, Fontana, due lauree, si può considerare l’ideologo della nuova Lega di stampo identitario, poi diventata Lega senza la parola Nord: un partito nazionale non più di impronta sovranista che è arrivato al 17 per cento nelle elezioni del 2018, raggiungendo punte vicine al 35 per cento e crollata, invece, alle ultime elezioni quando a livello nazionale ha dimezzato i suoi consensi.

Fontana, nella sua attività politica, è stato anche vice sindaco della città all’inizio dell’amministrazione Sboarina.

La «benedizione» di Salvini

Incarico che non solo il leader, Matteo Salvini, ma tutto il gruppo dirigente della Lega ha già benedetto. Anche al prezzo di sacrificare un altor possibile candidato: «Ho chiesto a Riccardo Molinari la disponibilità a proseguire il suo mandato da capogruppo della Lega a Montecitorio, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il Presidente della Camera», ha spiegato Salvini.

«Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni» continua.
Salvini ha incontrato i vicesegretari Andrea Crippa, Lorenzo Fontana e Giancarlo Giorgetti. Giorgetti ha rimesso a Salvini la decisione per un eventuale incarico nel futuro governo.

Lorenzo Fontana
Lorenzo Fontana

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13 OTTOBRE 2022. Il veronese Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega e più volte ministro, sarebbe in pole position per la presidenza della Camera, dopo che invece al Senato è stato eletto Ignazio La Russa. Lo riporta l’Ansa che cita «diverse fonti parlamentari». L'elezione dovrebbe avvenire domani, venerdì 14 ottobre.

 

Lo voterà anche Forza Italia

Da ambienti di Forza Italia la conferma: anche il partito di Berlusconi voterà Lorenzo Fontana come presidente della Camera.

 

La storia di Lorenzo Fontana

42 anni, Fontana è vicesegretario federale della Lega, la sua storia politica inizia in città nel 2002 in terza circoscrizione. La tornata dopo, nel 2007, Fontana è nominato consigliere comunale. 

Nelle istituzioni europee Fontana ha ricoperto il ruolo di deputato per due mandati, prima nel 2009 e quindi nel 2014. Concluso il periodo da eurodeputato è stato eletto, nel 2018, nella scorsa legislatura, deputato dove ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente della Camera. Sempre nella scorsa legislatura, nel primo governo Conte, Fontana è stato ministro per due volte. La prima, da giugno 2018 a luglio 2019, con delega alla famiglia e disabilità. La seconda, invece, sempre nel 2019 ma solo per pochi mesi, per gli affari europei.

Enrico Giardini

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