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Orrore nel Bresciano

Carol, uccisa e fatta a pezzi: pendolare tra Milano e Verona, aveva un figlio nella Bassa

Carol col figlioletto a Castel San Pietro
Carol col figlioletto a Castel San Pietro
Carol col figlioletto a Castel San Pietro
Carol col figlioletto a Castel San Pietro

Aveva un prezioso legame con Verona, un figlioletto di sei anni, amato, nato da una relazione con un giovane della Bassa e che avrebbe voluto portare con sé ad Amsterdam, dove sognava di tornare. L'italo olandese Charlotte Angie, ventiseienne nota artista hard nel mondo del web, brutalmente assassinata e fatta a pezzi a Rescaldina (Milano), quindi abbandonata in sacchi di nylon in un paesino del Bresciano, nel Veronese era Carol Maltesi, la giovane mamma che aveva visto il suo bambino crescere, andare all'asilo nido in provincia e poi alla scuola materna. Pendolare per amore tra Milano e il Veronese, fino alla fine del 2019, da qualche anno era commessa in un negozio di abbigliamento del Milanese e viveva dal giugno 2021 nell'hinterland, a Rescaldina, in una cascina ristrutturata con diversi appartamenti, tra cui quello del suo assassino, che conosceva da un anno e mezzo.

Lo scorso anno aveva debuttato posando per degli scatti fotografici per adulti e per film amatoriali che postava sul suo profilo del sito per adulti Onlyfans. Anche le sue pagine social, col nome di Charlotte Angie, erano molto seguite. Ma da gennaio, di lei si erano perse le tracce. Il 26 aveva postato un video. Poi più nulla. Anche l'ex compagno veronese l'aveva cercata. Ma a parte qualche risposta dal cellulare o dalle pagine social, di lei non c'era presenza. Infine la svolta. Ieri gli inquirenti hanno dato un nome al cadavere ritrovato, una decina di giorni fa, a pezzi in sacchetti della spazzatura, in una scarpata a Paline di Borno, in provincia di Brescia. E il nome è proprio quello di Carol Maltesi. Per sciogliere l'enigma sono stati decisivi gli undici tatuaggi sul corpo della giovane che hanno contribuito anche a comporre le tessere del puzzle portando all'arresto del presunto assassino: Davide Fontana, 43 anni, impiegato di banca, suo vicino di casa e amico, esperto di cucina e food-blogger, come si definisce.

L'uomo aveva un rapporto di fiducia con la ventiseienne. Entrambi abitavano nella cascina di Rescaldina, a poche porte di distanza. Per lui, la donna aveva posato per i primi scatti su Onlyfans e lui l'aveva accompagnata per alcuni provini. Fontana sostiene di averla uccisa con un martello, mentre stavano girando un video e poi di aver avuto un black out. Ha deciso quindi di farla a pezzi nascondendola poi in un refrigeratore acquistato e installato proprio nell'abitazione della donna. E lì ha custodito i poveri resti per settimane, durante le quali il bancario ha risposto ai messaggi che arrivavano al cellulare di Carol e anche a quelli sui suoi profili social, vivendo come nulla fosse accaduto e utilizzando persino l'auto della donna. Ha anche pagato l'affitto di casa della ventiseienne, per non destare sospetti. Finché una sera ha preso la 500 Fiat grigia di Carol, ha caricato i sacchi e ha guidato fino a Borno, in Valcamonica, nei luoghi che aveva frequentato da bambino durante le vacanze. Ha gettato, quindi, il carico in una scarpata. Ma il giorno dopo un residente di Paline, in passeggiata, ha notato i sacchi e credendo fossero rifiuti abbandonati, li ha recuperati, facendo però una terribile scoperta.

 

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L'omicidio della donna sarebbe avvenuto, secondo la confessione di Fontana, a meta di gennaio. I carabinieri avevano registrato il passaggio dell'auto di Carol, guidata però da un uomo, il 20 marzo a Borno. Due giorni fa Fontana, dicendosi amico e vicino di casa, si era presentato dai carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa, ma il suo racconto era discordante con le investigazioni in corso. Gli inquirenti, che avevano rilevato anche la presenza di Fontana a Borno il 20 marzo e lo hanno così sottoposto a un interrogatorio notturno. L'uomo ha alla fine confessato l'omicidio e l'occultamento del cadavere.  È ora accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Nel corso della sua confessione Fontana ha detto di aver ucciso la ventiseienne durante le riprese di un video e di averla colpita con un martello. «Poi non ho più capito nulla» ha aggiunto nelle oltre tre ore di interrogatorio. Ha anche spiegato di aver comprato appositamente un congelatore e di aver cercato di rendere irriconoscibile la donna. .

Maria Vittoria Adami

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