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L'uomo che ha confessato l'omicidio

Davide Fontana, il bancario food blogger che girava filmini hard. Carol si fidava di lui

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Davide Fontana
Davide Fontana
Davide Fontana
Davide Fontana

Sorriso simpatico, pizzetto appena accennato e la testa rasata di fresco ogni mattina. Il saluto pronto davanti ai vicini di casa a cui aveva imparato a dare del «tu» solo da pochi mesi. Riservato ma solare. «Un bravo ragazzo», tagliano corto al bar dove Davide Fontana, 43 anni reo confesso dell’omicidio di Carol Maltesi, faceva colazione ogni mattina prima di mettersi al pc e lavorare in smart working contrattando titoli e seguendo i clienti della banca. Nessuna ombra sull’uomo che raccontava apertamente della sua passione per le fotografie, il cibo e pure l’hard. Sì, perché il dimesso bancario di provincia aveva girato anche qualche video più spinto proprio con Charlotte Angie. Nulla di strano per chi ha condiviso anche una relazione sentimentale e con mente aperta aveva deciso di provare ogni esperienza.

Un mondo lontano, però, dai colpi di martello sferrati contro la donna per «gioco erotico», dalle cesoie affondate nella carne o dai sacchi neri usati come moderni sudari con cui sbarazzarsi dell’orrore.

«Nato a Milano in Aprile, ariete atipico, calmo e razionale ma testardo e determinato a raggiungere gli obiettivi prefissati». Davide Fontana si raccontava così sul blog di cucina «storie di food» da lui gestito. Il cibo, una passione così grande da averlo fatto diventare un influencer con il nickname «Uomo alla coque» con oltre 13 mila follower. Anche su LinkedIn non si presentava come bancario ma come food&travel blogger. «Dalla passione alla professione il passo è stato breve e motivato dalla voglia di raccontare agli altri come ci si sente bene quando si mangia bene», scriveva nella bio.

Ma l’eccentrico bancario aveva anche un altro profilo Instagram, sempre dedicato alla fotografia ma di tutt’altro tipo. L’altro Fontana immortalava solo ragazze, solo mises succinte e atteggiamenti provocanti. Tutte con nomi di fantasia, come la sua Charlotte. «Scatto per passione, sperimento, esploro. La banalità mi annoia». Poi in link l’invito a contattarlo direttamente per eventuali collaborazioni. Tra le ultime foto postate, lo scorso 13 marzo, proprio quelle della vittima. Peccato che Carol fosse già stata fatta a pezzi da mesi e appoggiata da Fontana con cura in un congelatore a casa. Non è dato sapere il perché di tanta barbarie che ha spinto il 43enne non solo a uccidere ma a smembrare il corpo e cancellare il viso della donna che, in fondo, aveva amato. Lo scorso agosto si era trasferito a Rescaldina proprio per stare vicino a Carol, che aveva aiutato nel trasloco di giugno. Lei lo chiamava «il fotografo» perché proprio con Fontana aveva mosso i primi passi facendosi fotografare e gestendo i primi contatti social nel mondo dell’hard on line. Tra i due c'era stata una relazione ma questo non aveva impedito a Carol di chiedergli le prime foto per il sito Onlyfans senza vergogna. Così come era stato lui ad averla accompagnata ai primi casting. Di lui si fidava perchè Carol, così come ricordano le amiche, diceva che «era una persona sincera e genuina, che dava naturalmente la sua fiducia agli altri».

Una fiducia che la vittima non aveva perso neppure la scorsa estate, quando da casa erano mancate importanti somme di denaro. Sulla porta nessun segno di scasso e l’unico ad avere le chiavi dell’appartamento era Fontana. Ma anche in quel caso Carol non ha dato peso guardando all’amico senza neppure denunciare l’accaduto. Tutto è rimasto come prima, con Fontana sempre più nell’ombra di Charlotte, diventata una delle dive dell’hard web più ricercate. Nulla di strano, quindi, se al telefono della vittima o alle chat dei social rispondeva direttamente l’uomo, come fosse il suo manager. «Con lui ho parlato spesso, perché mi doveva fare anche delle foto», ha raccontato una amica-collega di Charlotte. «Oddio, ho i messaggi con lui: gli avevo chiesto come contattarla. Spesso rispondeva lui, anche sugli account di lei, non era così infrequente». Un particolare che forse ha consentito di nascondere la verità per mesi, con Fontana che ha ficcato la verità in un freezer per poi gettarla in quattro sacchi neri come spazzatura. E pensare che sul suo profilo Instagram Fontana, il 25 novembre del 2018, postava un'immagine di una ragazza con un segno rosso sotto l'occhio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Oggi a distanza di quasi quattro anni quei due suoi hashtag #noviolenzasulledonne e #nonenormalechesianormale suscitano orrore e rabbia..

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