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La polemica

Pochi infermieri nelle case di riposo: «Si rischia il collasso». Bendinelli: «La soluzione non è usare gli oss al loro posto»

«Non è cercando di piazzare gli operatori socio-sanitari al posto degli infermieri che si risolvono i problemi delle carenze di organico nelle case di riposo venete. La Regione assuma professionisti che hanno studiato per fare questo mestiere, sancisca ulteriori accordi con le case di riposo e non cerchi scappatoie di dubbia legittimità con delibere che, in pratica, portano a sostituire il personale specializzato e adeguatamente formato con persone che il Consiglio di Stato ha già definito pochi giorni fa non essere professionisti sanitari ma personale di interesse sanitario».

 

A dirlo è il deputato di Italia Viva e sindaco di Garda, Davide Bendinelli. Nei giorni scorsi è stata pubblicata la notizia della carenza di infermieri e della conseguente riduzione di servizi nelle strutture per anziani anche nel Veronese. A rischio c'è il prosieguo della attività di alcune di esse, come è avvenuto in provincia di Belluno. A riferire l'esistenza della emergenza era stata Elisabetta Elio, vicepresidente di Uneba Veneto, l'associazione delle istituzioni di assistenza sociale, che aveva esternato a nome degli 80 centri servizi per la terza età attivi nel Veronese.

 

«Se si va avanti così, c'è il serio rischio che gli anziani le famiglie debbano portarseli a casa perché non c'è la possibilità di garantire loro un'assistenza infermieristica adeguata», aveva detto in sintesi la Elio, direttrice della Pia Opera Ciccarelli, a L'Arena. Nel Veronese, secondo i dati riferiti «manca, come in tutto il Veneto, il 30% degli infermieri: si tratta di più di 170 dei circa 500 previsti e la situazione peggiorerà ancora visto che molti hanno partecipato ai concorsi della sanità pubblica e, per ora, rimangono nei nostri Centri solo in forza del distacco temporaneo possibile per una recente disposizione regionale», aveva aggiunto la direttrice. Secondo la Elio, un aiuto potrebbe venire da una norma regionale che prevede di conferire di mansioni infermieristiche ad operatori socio-sanitari.

 

Una delibera contestata però a livello nazionale sia dal Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, che da un gruppo di parlamentari di Italia Viva, che hanno presentato un'interrogazione urgente al ministro della Salute Roberto Speranza. Fra i firmatari anche il deputato veronese, Davide Bendinelli. A lui ora Uneba Veneto ha scritto: «la delibera regionale prevede che vengano dati compiti di supporto ad operatori specializzati, che hanno affrontato un percorso formativo aggiuntivo e che sgravano, in parte, il lavoro degli infermieri senza sostituirli», hanno spiegato i rappresentanti delle case di riposo. «Certo non è questa la soluzione alla carenza del personale infermieristico, ma resta il fatto che non bisogna privare dell'assistenza gli anziani, in un momento in cui le richieste di inserimento nelle case di riposo è in aumento». Uneba ha chiesto a Bendinelli cosa propone «per fronteggiare le criticità che stanno travolgendo il mondo dell'assistenza sociosanitaria e sociale veronese, oltre che veneto».

 

La risposta del deputato non si è fatta attendere. «Non è cercando di aggirare le norme che regolano le professioni sanitarie che si risolvono i problemi. Ogni giorno leggo di appelli fatti dai professionisti della sanità, in particolare dagli infermieri, che si sentono sfruttati e sottopagati. Del resto, non mi pare che quelli che operano nelle case di riposo siano trattati meglio degli altri, anzi: se c'è una fuga dalle case di riposo un motivo ci sarà. Credo che la soluzione sia quella di prevedere incentivi contrattuali grazie ad accordi tra Regione e case di riposo, e migliori stipendi per tutta questa categoria da subito. Se le persone sono adeguatamente pagate e tutelate, fanno volentieri il loro mestiere e non fuggono dal posto di lavoro. Mi pare che in sanità, e la dimostrazione è stata diffusione e la gestione della pandemia anche in Italia, molte cose vadano migliorate da subito. Il Recovery Fund può dare una mano ma, anzitutto, va cambiata la mentalità nei riguardi dei professionisti che vi operano», ha chiuso Bendinelli. 

 

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Gerardo Musuraca

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