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L'intervista

Di Gennaro: «Berlusconi voleva me e Galderisi, Bagnoli disse no. Con Terim durò solo due mesi»

Intervista all'ex gialloblù Antonio Di Gennaro alla vigilia di un Milan-Verona che può voler dire la salvezza per l'Hellas
Antonio Di Gennaro con la maglia dell'Hellas impegnato contro il Milan
Antonio Di Gennaro con la maglia dell'Hellas impegnato contro il Milan
Antonio Di Gennaro con la maglia dell'Hellas impegnato contro il Milan
Antonio Di Gennaro con la maglia dell'Hellas impegnato contro il Milan

«Saranno due gare molto strane, non saprei dire cosa accadrà». Antonio Di Gennaro con il Verona c’entra sempre. Non solo per lo storico scudetto o perchè è stato l’ultimo capitano gialloblù ad indossare la fascia in una Coppa Europea ma perchè passato, realtà e futuro sono suoi compagni di viaggio. «Ero a Budapest, Roma a pezzi», e ancora: «Io e Ancelotti destini incrociati col Milan», «Cosa farà l’Hellas in futuro. Ora capisco certe scelte del club in tema di mercato». Pacato, preciso e competente. Partiamo dall’Empoli, prima di arrivare a San Siro.

 

Match ball

C’è poco da fare racconta il Dige, «l’Hellas ha sbagliato molto in quella gara. Era fatta, era una partita da portare a casa ad ogni costo. I toscani avevano assenze importanti e nel Verona si sono rivisti i noti limiti mentali. Non puoi a trenta secondi dalla fine far fare 3, 4 metri in area di rigore a Stojanovic». Oggi avere due punti in più in classifica con lo Spezia all’Olimpico contro la Roma, poteva significare salvezza. Ma per parlare dei giallorossi, anche loro coinvolti nel finale thrilling dell’Hellas c’è tempo.
Il Milan e Carletto Antonio Di Gennaro doveva finirci da calciatore al Diavolo ma invece ci capitò da tecnico, come vice di Fatih Terim. Il Verona ha lo scudetto sul petto e un certo Silvio Berlusconi ha acquistato il club rossonero «sfilandolo» dalle mani di Giussy Farina. Subito 15 miliardi di vecchie lire per lui e Nanu.

 

Antonio Di Gennaro: al termine della partita con la Fiorentina arriverà la chiamata del Ct Enzo Bearzot
Antonio Di Gennaro: al termine della partita con la Fiorentina arriverà la chiamata del Ct Enzo Bearzot

 

«Erano soldi» racconta il Dige, «Chiampan, almeno per me, ascoltò Bagnoli. Il cartellino era delle società all’epoca. In più nel mio ruolo c’era Carletto Ancelotti. Lui però aveva subito un grave infortunio alla Roma e il club cincischiava. Sacchi lo prese ugualmente». E il Dige mister del Milan? «Con l’Imperatore (Terim ndr) avevano fatto bene a Firenze, arrivò la chiamata. In Coppa UEFA non avevamo subito neppure un gol ma in campionato c’erano troppi infortuni. Redondo si ruppe, Shevchenko era acerbo, Rui Costa si infortunò e poi ci furono problemi con Ambrosini. Insomma il 5 novembre ci esonerarono. Arrivò Ancelotti che ebbe, quell’anno, dei problemi».

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E domani che Milan troverà l’Hellas? Un Diavolo appagato dall’obiettivo minimo stagionale, ovvero la qualificazione in Champions. I gialloblù dovranno fare la partita della vita, comunque perchè regali non ne arriveranno. Saranno decisivi i dettagli. Chi recuperiamo?». La domanda del Dige è interessata. «Lazovic. Bene sono contento. È il più forte della rosa gialloblù. Loro? Qualcosa hanno concesso in campionato. Avevo commentato il largo successo del Sassuolo a San Siro. Le motivazioni sono quelle che sono ma ripeto, il Milan non regalerà nulla».
 

E all'Olimpico?

«Ho visto una cosa bella a Budapest» racconta l’opinionista Rai, «una squadra finita a livello di testa e fisico, dare tutto per il proprio allenatore. Mourinho ha portato 70 mila spettatori all’Olimpico, in ogni partita. É un peccato che sia squalificato con lo Spezia. I giallorossi però dovranno cercare di vincere per avere un’altra chance in Europa che non sia la Conference». Il Dige vira sullo Spezia. «Anche loro come l’Hellas sono in difficoltà. Qualcosa dovranno pur fare perchè se giocano come hanno fatto col Toro, anche una Roma a metà non farà fatica a batterli. Sono partite strane. Spareggio? E sì, perchè no. E lì in gara secca può succedere di tutto».
«Non voglio far polemica» osserva Di Gennaro, «però il Lecce ha difeso il tecnico ed ha avuto un’idea di calcio in questa stagione. Cosa che non è avvenuta con noi o allo Spezia. Sono cose importanti queste. Non si può vendere tutti e perdere il diesse che ha portato Juric e Tudor. Si può, se non ci sono tanti soldi a disposizione, iniziare un progetto con i giovani e parlare chiaro alla piazza. Tanto il tifoso, l’Hellas la seguirà sempre. Sai per chi mi dispiace che siamo arrivati a questo punto?» conclude il Dige, «per Tameze. È stato fondamentale nelle altre stagioni e vederlo sovente in difficoltà quest’anno mi è dispiaciuto moltissimo».

Gianluca Tavellin

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