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Il futuro del Chievo

Campedelli all'attacco di Figc e Sboarina. Ma Gravina apre al 2022

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Luca Campedelli
Luca Campedelli
Luca Campedelli
Luca Campedelli

Due vie. Una rapida, domani al Consiglio di Stato, provando ad acciuffare la B in extremis. L’altra lontana un anno, col Chievo in Serie D nel 2022, strada invece chiusa nel breve periodo dalla manifestazione d’interesse del Comune di Verona finita sabato in una bolla di sapone. Senza proposta alcuna. E dai tempi della Figc, scaduti ieri. Luca Campedelli le speranze di rientrare in B non le ha ancora perse.

«Chiediamo l’iscrizione in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e li pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi. La Figc», la verità di Campedelli a Repubblica, «ha deciso che non potevamo iscriverci né in Serie B, dove eravamo, né nei dilettanti. La ragione: alcuni arretrati nei versamenti Iva. Abbiamo chiesto per tempo di pagare a rate. L’ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti ma a causa delle norme legate al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l’abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Non è bastato».

 

Scenario nuovo

Resta il Consiglio di Stato, facendo leva sulla solita difesa e il potere delle norme tributarie davanti alla perentorietà della scadenza del 28 giugno della Figc per la presentazione della domanda di iscrizione. Più lontano ma meno del previsto il traguardo successivo a cui aggrapparsi, l’ipotesi dell’ingresso in Serie D in sovrannumero nel campionato 2022-’23 riattivando l’articolo 52 delle norme organizzative della Figc. «Ho parlato col presidente federale Gravina», spiega Federico Sboarina, sindaco di Verona, «e ho avuto conferma che ciò che non è successo ora potrebbe avvenire nei prossimi mesi. Cioè che a fronte di un progetto sostenibile che garantisca la storia del Chievo e il vasto movimento giovanile il titolo sportivo magari potrebbe essere recuperato nel 2022. Inoltre ho dato a Pellissier, che mi ha parlato della nuova società Chievo 1929, la disponibilità a fare ciò che potrebbe competere al Comune per mantenere l’attività di tanti ragazzi che amano il calcio, un patrimonio che non va disperso».

La società, regolarmente registrata, può partire dalla Terza categoria e dal vivaio. Per Gravina il discorso per quest’anno è chiuso, per il prossimo l’apertura c’è ad eventuali compagini che possano raccogliere e portare avanti l’eredità del Chievo. Anche se quello di Campedelli continuerà comunque ad esistere. La sua battaglia per la B non è ancora finita.

 

Confronti e repliche

Sulla condizione debitoria della società Campedelli fa parlare anche i conti degli altri. «In Europa siamo fra i club messi meglio. Il Barcellona ha un miliardo di debiti. L’Inter ha vinto il campionato pagando in ritardo gli stipendi. Io i giocatori li ho pagati fino a maggio, poi a giugno è scoppiata la bufera», l’ira di Campedelli, stoppato pure nella corsa alla D dalle regole della Federcalcio per le quali non è ammesso ripartire con soci e amministratori che abbiano ricoperto, negli ultimi cinque anni, ruoli dirigenziali con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla Figc.

«Avrei voluto partecipare ma serviva una deroga del sindaco. L’ho chiamato, non mi ha risposto. Questo è il rispetto di 92 anni di storia», la frecciata di Campedelli a Sboarina, con tanto di immediata replica. «Vero, mi ha chiamato finché ero in vacanza e non potevo rispondere subito. Da lì a breve però», evidenzia Sboarina, «ho ricevuto una telefonata del vicesindaco Zanotto che mi ha riferito di aver sentito Campedelli perché voleva vedere l’amministrazione. Come poi è stato. Ho creduto a quel punto che gli fosse bastato parlare con Zanotto, visto che un incontro con me sarebbe stato impossibile considerato che ero parecchio distante da Verona. Fra l’altro Zanotto era in costante contatto con me. E l’incontro, il 12 agosto, l’ha avuto. E oltre a Zanotto ha anche visto l’assessore Padovani e tutti i dirigenti che si stavano attivando per la manifestazione d’interesse, alcuni dei quali rientrati dalle ferie perché tutto venisse fatto nel miglior modo possibile. Dell’appuntamento ne hanno scritto tutti i giornali. Ho sempre ricevuto Campedelli nei mesi scorsi quando me l’ha chiesto. Le sue recenti affermazioni sono incomprensibili. Mi pare siano piuttosto una maniera per scaricare sugli altri responsabilità che invece sono sue».

Alessandro De Pietro

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