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Dal Veneziano fino al lago di Garda

Stesso marchio di Marcon e di Bussolengo, l’ombra di un legame tra i colpi

Un colpo isolato o, più probabilmente, un obiettivo studiato da tempo a tavolino? Potrebbe esserci un gruppo di rapinatori determinati e pericolosi dietro l’assalto che ieri pomeriggio ha seminato terrore e danni nella gioielleria del centro commerciale La Grande Mela. E non si può escludere un filo nero che lo collega alla banda che ha messo a segno il colpo al centro commerciale di Bussolengo, poco prima di Natale, e quella che ha agito nel veneziano, a Marcon, soltanto pochi giorni fa.

Diverse analogie

Nell’immaginario collettivo è già stata ribattezzata la «banda del Garda», un gruppo armato composto da quattro o più componenti che mettono a segno assalti a obiettivi ben precisi disseminati per lo più in Veneto o nei territori limitrofi, partendo proprio dal Garda. Lo dice, prima di tutto, il modus operandi che si è visto alla «Gioielli di Valenza» al Valecenter di Marcon e nelle due gioiellerie de «Le Porte dell'Adige» alla Ferlina.

Fucili e minacce

Nel veneziano i ladri sono entrati nel negozio con volto coperto e hanno minacciato le dipendenti di una gioielleria armati di kalashnikov e fucili a pompa. Una delle commesse è stata poi presa in ostaggio, mentre l'altra è stata costretta ad aprire la cassaforte. I rapinatori sono poi riusciti a scappare con il bottino, facendosi scudo con l’ostaggio. Al Blue Spirit e Orofino la banda aveva fatto razzia di tutti i gioielli in esposizione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti veneziani i dettagli e l’identikit dei componenti del commando farebbero pensare che si tratti delle stesse persone. Gli inquirenti hanno effettuato tutti i test: impronte e dna. Ora all’elenco si aggiunge anche la gioielleria di Lugagnano di Sona.

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