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La tragedia di Valeggio

Lo strazio per Stefano: «Non era mai triste, ci spronava tutti». Paola Pezzo: «L'ho visto crescere»

Il ricordo del 18enne morto in un incidente in scooter venerdì 26 aprile
Stefano Diaferio e il saluto dei suoi compagni
Stefano Diaferio e il saluto dei suoi compagni
Stefano Diaferio e il saluto dei suoi compagni
Stefano Diaferio e il saluto dei suoi compagni

Oggi, come tutte le altre domeniche, Stefano Diaferio sarebbe stato lì in griglia pronto con tutti gli altri ciclisti ad aspettare il via. Avrebbe guardato i compagni, detto qualche parola d’incoraggiamento e studiato gli avversari. Poi sarebbe partito per puntare, come sempre, al podio. Perché sì, questa «era la sua stagione». Non hanno dubbi gli amici, il presidente della società S.c. Barbieri di Valeggio, Ettore Cordioli e Mary Mattinzoli che quel diciottenne lo ha seguito passo dopo passo, sempre sulle due ruote. Ma questi resteranno sogni spezzati troppo presto. Sul più bello. Stefano ha perso la vita venerdì pomeriggio, in sella al suo scooter a duecento metri da casa.


L'esempione della sorella

Diaferio frequentava il liceo Galilei, a Verona, e da due anni gareggiava in mountain bike, sempre con la Barbieri, nella categoria juniores. Chi lo conosce, chi l’ha visto diventare grande in sella alla bicicletta ripete la stessa cosa: «Sì, questo era il suo anno». Un’atleta agonista che non si risparmiava. Di quelli, come racconta il presidente della società, Cordioli, che danno l’esempio da seguire. Aveva sei anni quando ha inforcato per la prima volta una bicicletta indossando la divisa della Barbieri. Imitando la sorella più grande Francesca. Su tutte le piste, sterrate e non, si osserverà un minuto di silenzio. «In cielo, domani la tua gara sarà sugli sterrati del paradiso», l’augurio scritto ieri sui social. La gara è quella di Stevenà di Caneva, in provincia di Pordenone. Stefano avrebbe indossato la pettorina numero 24. Ma oggi, lui, non ci sarà. 


Il ricordo di Paola Pezzo

Le prime pedalate, Stefano, le ha date grazie alla due volte campionessa olimpica di mountain bike Paola Pezzo, istruttrice al Bike park Barbieri: «Ha iniziato con noi da piccolissimo, l’ho visto crescere. Già allora era molto promettente. Una brava persona, un ragazzo tranquillo con una famiglia stupenda. Il passaggio agli juniores non è mai semplice ma lui aveva dimostrato il suo valore. Aveva deciso di puntare pure sulla categoria internazionale». 

 

Il ricordo degli amici

«Lo conoscevo da tantissimi anni», spiega l’amico Mattia, «era un ragazzo con cui si poteva scherzare sempre. Ci teneva tantissimo alla bici». Lo stesso dice un altro amico di lunga data, Tommaso: «Non l’ho mai visto triste. Sempre con il sorriso. Se non fosse stato per lui forse certe gare non le avrei mai corse. Era uno stimolo per tutti. In griglia ci guardava e ci diceva di dare il massimo». 

«Ste, lo chiamavamo tutti così il nostro Stefano», il racconto dell’istruttrice Mattinzioli affonda nei ricordi di quando Diaferio era un bambino alle prime armi. «Ha iniziato al nostro bike park, un ragazzo sempre ambizioso, costantemente focalizzato sulle gare perché voleva fare la differenza ogni volta che poteva. Una persona generosa, aiutava gli altri istruttori, così come faceva la sorella». «Un ragazzo tosto», il pensiero del presidente Cordioli, «sorridente, positivo. Uno che avrebbe fatto strada». 

Nicolò Vincenzi

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