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temperature troppo elevate

Piove anche in montagna, si scioglie la neve in Lessinia: «Situazione figlia di un clima malato»

Il limite neve/pioggia si è sensibilmente alzato insieme alle temperature, oltre la media stagionale, rispetto ai giorni scorsi; e oggi non scendono fiocchi, ma acqua, «tra i 1.600 e i 1.800 metri di quota sulle Prealpi»
Il rifugio Primaneve sul Monte Tomba: la neve si sta già sciogliendo
Il rifugio Primaneve sul Monte Tomba: la neve si sta già sciogliendo
Il rifugio Primaneve sul Monte Tomba: la neve si sta già sciogliendo
Il rifugio Primaneve sul Monte Tomba: la neve si sta già sciogliendo

Gli ultimi bollettini meteo dell’Arpav, datati 26 e 27 febbraio, avevano lasciato poche speranze. Il limite neve/pioggia si è sensibilmente alzato insieme alle temperature, oltre la media stagionale, rispetto ai giorni scorsi; e oggi non scendono fiocchi, ma acqua, «tra i 1.600 e i 1.800 metri di quota sulle Prealpi», come era stato appunto previsto.

 

 

«Speravamo fosse tutta neve, invece sta piovendo anche qui. Mai una gioia», è l’amaro post di oggi sulla pagina Facebook del rifugio lessinico Primaneve, sul Monte Tomba, allegato alla foto del manto bianco annacquato sul plateatico della struttura.

Perturbazione "a singhiozzo"

Stando ancora alle previsioni meteo, che per il momento hanno una attendibilità limitata, fra sabato 2 e lunedì 4 marzo la perturbazione "a singhiozzo" potrebbe tornare a essere di carattere nevoso a quota inferiore rispetto a oggi. Solo a quel punto si potrà anche decidere, a Malga San Giorgio, se riaprire o meno le piste dello sci da fondo, che prima avevano dovuto chiudere a causa dell’assenza di neve, e ora lo restano per accumuli troppo sparsi e bagnati, nonostante i 40 centimetri e oltre caduti nei giorni scorsi.

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Ma ciò che è già chiaro e presente, invece, è lo stato di attenzione per il livello delle acque, in pianura, e per il pericolo di smottamenti e di valanghe in montagna, innescati dallo scioglimento della neve.

Sempre dal bollettino dell’Arpav: «Con questa situazione, almeno fino a giovedì, il pericolo rimane di livello 4 (forte) sulla montagna veneta per la possibilità di frequenti valanghe spontanee, anche di grandi dimensioni, che potranno arrivare localmente, e lungo i percorsi noti, a bassa quota.

I distacchi delle valanghe saranno più probabili fra i 2.200 e i 1.800 metri di quota per la presenza di neve umida superficiale. I distacchi provocati potranno avvenire già con debole sovraccarico un po’ in tutte le esposizioni».

«Situazione anomala, figlia di un clima malato»

Nicola Bortoletto, responsabile della seguitissima pagina di previsioni “Meteo Caprino Veronese”, commenta nell’ultimo post: «Si tratta di una situazione anomala - credo sia chiaro a tutti - figlia di un clima malato, che fa sì che a lunghi periodi (troppo) caldi e secchi seguano periodi (troppo) piovosi. Se questa perturbazione fosse arrivata a ottobre o anche ad aprile-maggio sarebbe la normalità; infatti di solito piogge così continue e pesanti sono tipiche delle perturbazioni autunnali e primaverili».

Aggiunge: «Durante un inverno normale non pioverebbe così tanto, e soprattutto la neve non cadrebbe solo a quote elevate, e di conseguenza l'acqua che entra nel lago di Garda, alto come non mai, sarebbe minore. Anche perché, se fossimo nel "giusto periodo", alla maggiore richiesta d'acqua dalla pianura corrisponderebbe un deflusso maggiore dal lago. Insomma tutti i disagi sono figli di un unico problema: il clima è cambiato».

Lorenza Costantino

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