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Giazza

Giorgio apre la «botteghetta» nel paese con 80 anime: «Non si può lasciarlo morire così»

Titolare dell'osteria di Giazza, Giorgio Boschi ha aperto nella frazione di Selva di Progno un alimentari
Giorgio Boschi nella sua botteghetta
Giorgio Boschi nella sua botteghetta
Giorgio Boschi nella sua botteghetta
Giorgio Boschi nella sua botteghetta

Una bottega di una volta, anzi una «botteghetta» in cui trovare il necessario come accadeva in passato. Perché lo spopolamento dei piccoli paesi di montagna si combatte anche così. Con una resistenza che si traduce in iniziative concrete, per assicurare posti di lavoro a chi ancora risiede lì e accoglienza ai turisti. Servono determinazione e 50 metri quadri de «La botteghetta de l’Oste».

L'idea di Giorgio

L’oste è Giorgio Boschi: tempra e pragmatismo di chi ha scelto di continuare ad abitare a Giazza (Selva di Progno) tra i suoi 80 abitanti. Dov’è cresciuto, ha deciso di restare, sebbene abbia visto partire parecchie persone. È rimasto e non soltanto per gestire l’attività di famiglia, l’osteria Ljetzan, ma perché in quel manipolo di case vede delle opportunità.

Intervista a Giorgio Boschi

«L’idea di aprire la bottega», spiega, «è andata a coincidere con la chiusura dello storico alimentari presente a Giazza da 80 anni». Con la serranda dell’unico negozio che si è abbassata, era dicembre 2021, è venuto a mancare un servizio importante per la comunità. Giorgio ne ha parlato con mamma Mariuccia e papà Nello, che l’hanno incoraggiato: «Mio padre la pensa come me, dice che non è possibile veder morire il paese senza rimboccarsi le maniche». Non sono stati gli unici: «Quando ho detto ai miei compaesani che avevo intenzione di aprire un negozio, mi hanno sostenuto. A loro devo tantissimo».

 

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L'inaugurazione

Infatti c’erano vari concittadini all’inaugurazione della «botteghetta» che in realtà ha spalancato le porte, in via di Sopra, qualche mese fa. Periodo di rodaggio per declinare, tra bancone e scaffali, la filosofia dell’oste. «Il mio obiettivo è avere sì dei beni di prima necessità», premette: un detersivo per i piatti, uno sgrassatore. «Ma per l’alimentare punto su aziende locali che producono formaggi, salumi e materie prime. Piccole quantità di ortaggi che riesco a trasformare, cuocere e proporre come prodotto di consumo». Dalle cucine dell’osteria che si trova a pochi passi, in piazza don Mercante, arrivano filoni di pane e dolci, vasetti di marmellata e giardiniera, pasta fresca.
«Sicuramente farò qualche sbaglio», ammette Giorgio, «ma ce la sto mettendo tutta e riscontro la riconoscenza della clientela. Nella bottega lavora una giovane commessa». A tutti, compresi mamma e papà, ha detto grazie alla festa di apertura, con la benedizione del parroco don Giuseppe Turri. Il sindaco Marco Antonio Cappelletti, affiancato dal consigliere comunale Franco Riccardo Petterlini, sottolinea il risvolto sociale dell’iniziativa. «Esperienze come quella di Giorgio aiutano a mantenere vive le comunità, specie quelle ai confini», osserva Ermanno Anselmi, presidente del Gal Baldo Lessinia che ha sostenuto il progetto.

 

Marta Bicego

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