Il forte temporale che, durante la notte, si è abbattuto sulla foresta di Giazza non ha fermato l’appuntamento con la storia che, ogni primavera, accade in località Teldari, nel comune di Selva di Progno.
La carbonara di Giazza
Puntale, alle 8 di questa mattina 8 maggio, Giorgio Boschi ha acceso la sua carbonara. Con un badile pieno di tizzoni, l’ostinato carbonaro della Lessinia ha fatto, così come vuole l’antico rituale tramandato dalle popolazioni cimbre, il segno della croce sulla bocca della catasta di legna, foglie e terra per dare il via alla combustione, riempiendo per cinque volte consecutive il camino con braci e pezzetti di legno verde. È soltanto l’inizio di un meticoloso procedimento che richiede esperienza e pazienza: infatti Giorgio resterà a vegliare giorno e notte per 72 ore, fino a mercoledì, la catasta che ha costruito una settimana dopo l’altra, nel mese di aprile.
Cosa serve per la carbonara
Sono serviti una cinquantina di quintali di legna di faggio, frassino, nocciolo e carpino per realizzare quella che è una sorta di opera d’arte, curata nei dettagli da mani esperte, che alla fine regalerà circa 7 quintali di carbone. Combustibile vegetale e uno dei segreti per la preparazione di molti piatti che Giorgio serve sulle tavole dell’Osteria Ljetzan.
Operazione suggestiva è soprattutto il rituale dell’accensione, al quale assistono ogni volta curiosi e appassionati. Quest’anno, tra i presenti che di buon mattino hanno raggiunto lo spiazzo nel bosco, c’erano pure tre Noemi, Serena e Pietro. Piccola delegazione degli studenti della scuola secondaria di primo grado di Selva di Progno che lo scorso 12 aprile hanno fatto lezione tra gli alberi, affiancando l’esperto carbonaro nella fase preparatoria. Il resto dei compagni ha assistito all’evento on line. E così, del resto, possono fare tutti collegandosi al sito internet.