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San Martino Buon Albergo

Paga ridotta al personale, acque agitate in biblioteca

Fa discutere la scelta del nuovo gestore di tagliare gli stipendi fino al 30 per cento: l’alternativa è perdere il lavoro
In biblioteca. Libri e portatile in una foto simbolica
In biblioteca. Libri e portatile in una foto simbolica
In biblioteca. Libri e portatile in una foto simbolica
In biblioteca. Libri e portatile in una foto simbolica

Il cambio di gestione della biblioteca comunale, in corso a San Martino Buon Albergo, sta facendo nascere un vero e proprio caso contratti.

In previsione del proprio ingresso, che avverrà nel mese di aprile, la cooperativa «Le Macchine Celibi» di Bologna ha infatti previsto un’importante decurtazione degli stipendi del personale. Si parla di un taglio che si attesterebbe fra il 25 ed il 30 per cento in base all’anzianità di servizio. Una prospettiva che, oltre a far balzare sulla sedia i bibliotecari, è finita al centro dell’attenzione degli amministratori comunali.

Nuovo appalto

La coop bolognese, che è nata nel 1990 ed opera in 11 regioni curando musei, biblioteche, teatri e centri giovanili, aveva già vinto l’appalto per la «Don Lorenzo Milani» nove anni fa. Nel corso della sua prima presenza a San Martino non si erano registrati problemi particolari. Parte invece con una questione non di poco conto il nuovo triennio di gestione che «Le Macchine Celibi» ha ora ottenuto, al posto della cooperativa «Charta» di Mantova, grazie ad un’offerta migliore.

In ballo c’è la situazione di tre bibliotecarie e di un bibliotecario che lavorano nell’istituzione da tempo - quella con più anzianità da oltre 10 anni - che hanno un’età compresa fra trenta e quarant’anni. Si tratta, quindi, di addetti con esperienza e conoscenza approfondita della realtà in cui operano, ma che si stanno trovando di fronte ad un bel dilemma. A meno che la cooperativa non decida di modificare la sua proposta, i lavoratori dovranno scegliere fra uno stipendio nettamente più basso o l’immediata ricerca di un’altra occupazione. 

Sindacati e minoranza

Questa situazione ha però assunto anche un valore sindacale. Ieri mattina, uscendo da un incontro con gli addetti, Nicola Spadavecchia di Filcams Cigl ha annunciato l’invio di missive sia alle «Macchine celibi» che al Comune. «Chiederemo un incontro urgente», ha annunciato senza però fornire ulteriori particolari.

Dal lato dell’ente locale, il primo a smuovere le acque è stato il consigliere di opposizione Francesco Merzari, di «San Martino Domani», che in biblioteca ci passa da anni le giornate in veste di studente. «Venerdì sera, anche se fuori tempo massimo, ho inviato su questo tema una richiesta di integrazione all’ordine del giorno del Consiglio che in programma per domani (oggi per chi legge, ndr), in seguito alla quale mi ha chiamato il sindaco al quale ho spiegato quanto sta accadendo», dice. «Mi auguro che ci sia spazio per una trattativa, perché chi lavora in biblioteca lo sta facendo con passione ed ha un valore umano importante», aggiunge. 

Il sindaco

«Assieme all’assessore Francesca Besana e al presidente del Consiglio Vittorio Castagna questa mattina ho allertato gli uffici comunali, che ora stanno vagliando la situazione», spiega il primo cittadino. «Non c’è dubbio che la biblioteca è per San Martino un fiore all’occhiello, per cui l’impegno è fare quanto possibile per tutelare i lavoratori ed il servizio», rimarca.

Le «Macchine celibi», realtà balzata lo scorso anno alla ribalta per il livello degli stipendi dei lavoratori dei Musei civici di Verona, al quale anche Report aveva dedicato un servizio su Rai3, ieri non ha voluto prendere posizione, pur confermando che ci sono contatti e precisando che si sta lavorando «per mettere insieme gli interessi di tutti».

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Luca Fiorin

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