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Stangata

In autunno nuovo salasso rifiuti: la Tari aumenta del 9,6 per cento in 58 Comuni

L'aumento soprattutto nel Bacino Nord, per effetto del recupero dell'inflazione
Aumenta la tassa rifiuti per 58 comuni della provincia
Aumenta la tassa rifiuti per 58 comuni della provincia
Aumenta la tassa rifiuti per 58 comuni della provincia
Aumenta la tassa rifiuti per 58 comuni della provincia

I cittadini del Veronese dovranno fare i conti con una tassa rifiuti più salata. La misura è già stata approvata dal Consiglio di Bacino Verona Nord per i 58 Comuni che compongono la porzione settentrionale della provincia, per i quali la Tari, la tariffa per la raccolta e gestione dei rifiuti quest’anno sarà mediamente più alta del 9,6 per cento rispetto a quella del 2023. Il pagamento sarà in due tranche: a settembre e novembre.

A decretare il salasso è l’obbligo giunto agli enti locali dall’Arera, l’autorità di regolazione nazionale, di recuperare in un sol colpo gli aumenti dei costi dovuti all’inflazione degli ultimi anni. L’imposizione toccherà anche gli altri due bacini di Verona Sud e cittadino. Anche se il presidente del primo, il sindaco di San Giovanni Lupatoto Attilio Gastaldello, afferma che «è stato avviato un percorso per limitare il più possibile gli incrementi, che non sono ancora stati definiti».

 

Comuni contrari

Ma c’è chi non condivide la disposizione e non ha voluto avallarla. Il Comune di San Martino Buon Albergo, infatti, è stato l’unico a non votare il Piano economico e finanziario 2024-2025 del bacino Verona Nord, che ratifica gli aumenti.

«Per San Martino è previsto un incremento medio del 9 per cento, che dovrebbe essere applicato in base alle diverse categorie degli utenti», spiega il sindaco Giulio Furlani. «A questo punto si faccia in modo che il Consiglio di bacino prenda in mano l’intero servizio, compresa la gestione delle bollette e del recupero dei crediti, che ora sono in mano ai Comuni e costituiscono per loro un costo, soprattutto se alcuni utenti non pagano regolarmente». A San Martino, lunedì, sarà messa ai voti in Consiglio comunale una proposta per limitare, parzialmente, gli aumenti. Il servizio vale a San Martino circa due milioni di euro. «Rinunciamo ad applicare l’adeguamento dei nostri costi, utilizzando centomila euro del nostro bilancio», anticipa Furlani secondo il quale questo è l’unico modo in cui i Comuni possono intervenire, a meno che non possano ricorrere ai proventi della tassa di soggiorno che però sono limitati. «L’intervento non ripianerà gli aumenti, ma li renderà meno impattanti», conclude.

 

Misura inevitabile

«Abbiamo dovuto applicare quanto disposto dall’autorità nazionale, le cui disposizioni non possono essere disattese», afferma Alberto Mazzurana, che presiede il Bacino Verona Nord ed è sindaco di Brentino Belluno. «Bisogna comunque tenere conto che l’aumento è consistente perché è dovuto ad una crescita inflattiva rilevante e che arriva dopo quattro anni in cui le tariffe non erano state toccate», continua. «Probabilmente potevano essere diverse se avessimo una nostra società che gestisce in house il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, perché potrebbe attuare un controllo serrato dei costi, per cui questo è uno stimolo a portare avanti l’azione che in tal senso abbiamo avviato».

Luca Fiorin

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