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Salvataggio a Brenzone

Kitesurfer in acqua, da solo, in mezzo al lago: salvato da D'Annunzio il catamarano Navigarda

L’uomo in balia delle onde. Il catamarano si avvicina all’austriaco
L’uomo in balia delle onde. Il catamarano si avvicina all’austriaco
Salvataggio sul lago di Garda (Joppi)

Salvato da D'Annunzio. Non il Vate che aveva casa al Vittoriale di Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda, ma dal catamarano della Navigarda che porta il nome del poeta. Per un'ora abbondante domenica mattina un sessantenne austriaco, dopo aver perso la tavola da kitesurf e la vela, è rimasto in balia delle onde del Benaco sferzate dal Pelèr, il vento che da nord soffia verso sud, prima di essere recuperato dal mezzo in dotazione alla flotta della Navigarda.

Persa la tavola e volata via la vela, il malcapitato si è trovato solo in mezzo al lago a un chilometro dalla riva. Tutto è accaduto tra Magugnano e Assenza, luogo da sempre meta degli amanti del kitesurf. Sport che l'incauto turista ha deciso di praticare, a quanto pare, senza un appoggio per un eventuale soccorso. Per fortuna indossava una tuta in neoprene, indumento che oltre a proteggere dal freddo favorisce il galleggiamento in caso di prolungata permanenza in acqua.

A salvare l’uomo da una situazione di grave pericolo è stato il catamarano D'Annunzio, condotto dal comandante Albano Gariano che arrivava da Riva del Garda ed era diretto a Desenzano. Erano le 9,45 quando dalla plancia della sala comandi il capitano ha scorto l'uomo in balia delle onde e ha subito messo in atto la manovra di recupero del naufrago tra lo stupore e la preoccupazione dei circa duecento passeggeri a bordo (la massima capienza sul D'Annunzio è di trecento persone) che hanno seguito passo passo le varie fasi del salvataggio. 

Operazione svolta con professionalità dal personale a bordo che ha avviato una procedura ben nota a chi lavora sui mezzi della navigazione pubblica. Il catamarano ha dapprima ridotto al minimo la velocità per poi accostarsi lateralmente al naufrago, mentre il marinaio in servizio sul mezzo nautico lanciava all'uomo in acqua il salvagente anulare trainandolo poi con la cima a ridosso della scaletta di recupero naufraghi posizionata sulla fiancata laterale del catamarano. Una volta agganciato dall'equipaggio e messo in salvo sulla nave è partito un applauso liberatorio da parte dei passeggeri, mentre il sessantenne è stato rifocillato e preso in cura dal personale del catamarano composto dal comandante, un marinaio e il motorista.

L’uomo in balia delle onde Il catamarano si avvicina all’austriaco
L’uomo in balia delle onde Il catamarano si avvicina all’austriaco

«Era stremato, spaventato e più volte ha ringraziato l'equipaggio del D'Annunzio», racconta Giuseppe Mafale direttore della Navigazione lago di Garda. Ripresa la navigazione, l'uomo è poi sceso al molo della Navigarda di Castelletto e da qui, provato ma felice per il lieto fine, ha fatto perdere le proprie tracce. Il tutto mentre sul catamarano i passeggeri hanno a più riprese fatto i complimenti al comandante per la professionalità dimostrata. «Situazioni di questo tipo non sono infrequenti durante la stagione turistica, soprattutto durante questa estate in cui c'è stata una ripresa esponenziale degli sport d'acqua dopo la parentesi pandemica da Covid-19», sottolinea il direttore della Navigazione lago di Garda.

«Non c'è dubbio però che andrebbero regolamentati meglio, in modo più preciso». Il salvataggio di domenica non è infatti il primo. «Non più tardi di due settimane fa abbiamo salvato lontano dalla riva di Campione un altro surfista e con quello di domenica scorsa siamo arrivati quest'anno già ad una decina di interventi fatti, quasi tutti con la stessa dinamica. La zona è sempre quella dell'alto lago», prosegue Mafale, pronto a sottolineare l'importanza delle periodiche esercitazioni di salvataggio che svolge tutto il personale della Navigarda.

«Questi recuperi di naufraghi li simuliamo in addestramento durante l'inverno nel corso del programma formativo “Home Academy”». «Si tratta», continua, «di una scuola di formazione interna che favorisce l'acquisizione di nuove competenze, necessarie allo svolgimento delle proprie mansioni. Tra le materie ci sono l'esercitazione e la simulazione per la gestione delle emergenze per il personale navigante, oltre alle esercitazioni pratiche e teoriche per motoristi e comandanti su protocolli e procedure in caso di guasti o avarie», conclude Mafale, più che mai contento per il lavoro dei suoi uomini.•.

Stefano Joppi

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