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Alto Garda

Il traforo di 12 chilometri sotto il Baldo fa discutere: ecco chi è favorevole e chi è contrario

L’ipotesi ad oggi potrebbe portare alla realizzazione di una galleria lunga 12 chilometri, una delle più lunghe d'Italia
La A22 e il luogo dove dovrebbe spuntare il traforo
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Del traforo sotto il Monte Baldo si discute dagli anni Ottanta. Oggi se ne parla di nuovo, con il consenso di quasi tutti - ambientalisti già schierati per il no - ma con un nodo enorme: i fondi per realizzarlo. Il problema principale è reperire la somma - 900 milioni di euro che potrebbero arrivare a un miliardo - necessaria per scavare il tunnel sotto al Baldo per collegare la zona di Avio con Brenzone e Malcesine.

 

C'è la volontà politica di fare il tunnel sotto il Baldo

«Siamo in una fase in cui c’è la volontà politica di realizzare l’infrastruttura», afferma Elisa De Berti, vice presidente della Regione Veneto con delega ai Lavori Pubblici, che in novembre si era incontrata con il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti affrontando proprio il tema del tunnel. «Abbiamo il parere favorevole, all’unanimità, dei sindaci del territorio, oltre a quello del Trentino e del Veneto stesso. Il nodo centrale è quindi quello delle risorse, che mancano. Sta di fatto che il cronico problema della viabilità sul Garda va risolto». «Ora dobbiamo capire se la soluzione idonea è questa», aggiunge la vicepresidente della Regione, «e comprendere se ci sono possibilità di reperire i fondi».

 

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Nel 2019 il Consiglio regionale veneto aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere Massimo Giorgetti che aveva rilanciato il progetto del collegamento tra bassa Vallagarina e sponda veronese del lago. Trento ha ipotizzato anche l’utilizzo di un project financing per realizzare l’infrastruttura, a cui applicare un pedaggio per gli utenti per assorbire almeno parte delle enormi spese previste.

 

L'ipotesi con una galleria di 12 chilometri

L’ipotesi ad oggi potrebbe portare alla realizzazione di una galleria lunga 12 chilometri, a doppia canna, quindi con doppia corsia per senso di marcia, che diventerebbe una delle gallerie più lunghe d’Italia. L’ingresso potrebbe essere da una parte all’altezza del casello autostradale di Ala-Avio e dall’altra al confine tra Brenzone e Malcesine. Non è da escludere l’alternativa di una linea ferroviaria che colleghi la Vallagarina con l’alto Garda. Si tratterebbe comunque di un intervento mastodontico, che prevederebbe un iter lungo anni, o decenni, in cui è da stabilire se ci possa essere un coinvolgimento diretto dell’Autobrennero.

 

Il commento dei sindaci

Da Malcesine confermano l’interesse per l’opera, che potrebbe alleviare il problema del traffico che nei mesi estivi, con milioni di turisti sul Garda, è insostenibile. Al sì del sindaco Giuseppe Lombardi fa eco il suo vice, Livi Concini: «Il lago soffre in particolar modo del traffico sempre più elevato nei mesi estivi. Penso alle ambulanze imbottigliate nel traffico caotico della Gardesana. Siamo in un cul de sac tra la viabilità congestionata nell’area attorno a Torbole e fra Torri e Garda dall’altra. Abbiamo bisogno di sfoghi», afferma. «L’ipotesi del tunnel è molto interessante se è davvero un’idea realizzabile. Serve uno studio che chiarisca quale possa essere il tracciato nel dettaglio, modalità di intervento, fondi necessari, tempi. Ad ogni modo, credo siano da tenere in considerazione anche soluzioni alternative, come altre vie di collegamento da un versante all’altro oppure sfruttare la mobilità via lago tramite la navigazione. Ad oggi la soluzione non c’è, ma serve discuterne e ragionarci».
Sulla stessa lunghezza d’onda Davide Benedetti, sindaco di Brenzone: «Ci siamo confrontati», dichiara. «Attendiamo riscontri aggiornati sulla possibilità o meno di realizzare il tunnel. Tutti gli studi e relative opere che portino un miglioramento della viabilità sul lago portano solo beneficio al territorio». Il sindaco di Torri Stefano Nicotra sostiene l’opera: «Oltre a Trento anche il Veneto ci crede. Ora serve un passo concreto per tentare di realizzare un’infrastruttura che potrebbe essere fondamentale per ridurre il problema della viabilità».

 

Il no degli ambientalisti

Ma se la politica spinge, gli ambientalisti sono già pronti alla battaglia. Raffaello Boni, presidente di Legambiente Baldo-Garda è nettamente contrario all’opera: «Le priorità del territorio gardesano sono altri: migliorare la qualità delle acque, limitare il consumo del suolo. L’idea di un tunnel sotto al Baldo rimane un piano demenziale e inutile. Anzi», rimarca Boni, «la sua realizzazione potrebbe portare ulteriore traffico e peggiorare la situazione, già critica. Il territorio attorno al lago è limitato. Dobbiamo ragionare tenendo in considerazione il concetto di limite, che ahimè, pare non essere minimamente analizzato. Per non parlare dei rischi idrogeologici di un territorio particolarmente fragile. Ricordiamo, per esempio, che il lago di Loppio fu prosciugato a causa della galleria Adige-Garda», osserva. «La proposta del tunnel quindi è inaccettabile. Chi la sostiene non considera i rischi e le conseguenze che potrebbe comportare: mi sembra di essere di fronte alla banca del buco».

Emanuele Zanini

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