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Grandi opere

Ciclovia del Garda, ombre sul progetto: fondi insufficienti e tempi lunghi

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A Limone (nel Bresciano) la ciclovia corre a sbalzo ancorata alla roccia
A Limone (nel Bresciano) la ciclovia corre a sbalzo ancorata alla roccia
A Limone (nel Bresciano) la ciclovia corre a sbalzo ancorata alla roccia
A Limone (nel Bresciano) la ciclovia corre a sbalzo ancorata alla roccia

Unità d’intenti tra le regioni per far sì che la ciclovia del Garda non rimanga sulla carta: è questo il messaggio uscito sabato dal convegno «La ciclovia del Garda: un progetto interregionale unitario» organizzato dalla Comunità del Garda, presieduta dalla ministra Mariastella Gelmini, in collaborazione con il Comune di Valeggio sul Mincio dove l’evento è stato ospitato, nella cornice di Villa Meriggio messa a disposizione gratuitamente dalla proprietà. Relatori il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento (ente capofila del progetto) Mario Tonina, la vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti e l’assessore a Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile della Regione Lombardia Claudia Maria Terzi. Tanti gli invitati presenti, tra cui sindaci e amministratori dei Comuni gardesani e dell’entroterra, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto, i rappresentanti del mondo turistico, il direttore di esercizio di Navigarda Giuseppe Mafale.

Nel progetto di fattibilità tecnico-economica la ciclovia misura circa 165 chilometri (67 sulla sponda veronese, 79 su quella bresciana e 19 nella parte trentina), con un costo stimato di 344,5 milioni di euro (120,5 in Veneto, 144 in Lombardia e 80 per la Provincia autonoma di Trento). Concordi nel definirla strategica, i rappresentanti delle tre regioni hanno riepilogato i fondi al momento disponibili, in buona parte provenienti da risorse statali e da Pnrr: Trento è già a buon punto con una copertura di 35,6 milioni (di cui 20 stanziati dalla Provincia stessa), il Veneto può ora contare su 26,7 milioni (di cui 7 dal Fondo dei comuni di confine, destinati a Malcesine), la Lombardia su 19 milioni.

Sullo sfondo sono rimaste le criticità, legate alla complessità di inserire l’infrastruttura nell’alto lago. Nessun riferimento esplicito né descrittivo alle soluzioni progettuali su cui il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, insieme alle Soprintendenze di Verona - Rovigo - Vicenza e Bergamo - Brescia, ha espresso numerose riserve soprattutto per l’alto lago, dove sono previste strutture a mensola ancorate in falesia, a sbalzo appoggiate su pali posti su strada o in acqua, tratti in semigalleria e lungo la riva che prevedono di modificare la costa allargando le spiagge verso il lago, oltre alle opere necessarie per mettere in sicurezza le pareti rocciose soggette a frane. Non sono tuttavia mancati dei riferimenti velati.

«Checché ne dica qualcuno, la ciclovia del Garda è un’occasione straordinaria per permettere una mobilità adeguata, sostenibile e sicura in questa zona che ha avuto un’esplosione turistica con una viabilità rimasta invariata», ha sottolineato De Berti, «sicuramente deve rispettare l’ambiente, ma non possiamo farne a meno, ne abbiamo assoluta necessità anche per permettere ai ciclisti di abbandonare l’auto e potersi muovere in serenità e sicurezza». Concorde Tonina: «Il progetto merita approfondimenti: chiaro che non è tutto in discesa, ma se c’è volontà politica credo che anche queste problematiche possano essere superate».

A margine del convegno l’assessore Terzi ha aperto però alla possibilità di «piano b per l’alto lago», anche considerando le risorse necessarie sulla sponda lombarda: «Con i fondi ora a nostra disposizione riusciamo a fare il tratto tra Sirmione e Toscolano, il resto (125 milioni, ndr) è tutto per la parte nord. Sono dell’idea che non bisogna abbandonare il progetto originario, ma se per farlo dovessero volerci anni è giusto pensare a una vita intermedia dell’opera creando dei collegamenti tramite la navigazione di linea».

Seduto in prima fila anche il soprintendente di Bergamo e Brescia Luca Rinaldi (assente il collega di Verona Vincenzo Tiné, pure critico sul progetto), che non è intervenuto ma ha ribadito a L’Arena la sua contrarietà: «Quello che abbiamo visto deve a nostro avviso essere corretto perché ha un impatto inaccettabile». A fine mattinata la presidente della Comunità del Garda e ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha evidenziato la «grande condivisione» tra regioni, che «non è un fatto scontato». Parlando di tutela del paesaggio si è rivolta al soprintendente Rinaldi: «Tutti abbiamo interesse a salvaguardare il territorio. Sul piano attuativo la ciclovia incontrerà alcune difficoltà, però è un’opportunità per caratterizzare sul piano internazionale il lago di Garda come un luogo attento al turismo green. Il Pnrr offre risorse per la ciclovia e ha portato ad approvare norme che semplificano le procedure: questo dovrebbe aiutarci a rispettare i tempi e aprire i cantieri».

Katia Ferraro

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