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Via Almirante, il Comune tira diritto

L’assessore Michele CanevaLa strada di Zevio che sarà intitolata a Giorgio Almirante, storico segretario del Msi
L’assessore Michele CanevaLa strada di Zevio che sarà intitolata a Giorgio Almirante, storico segretario del Msi
L’assessore Michele CanevaLa strada di Zevio che sarà intitolata a Giorgio Almirante, storico segretario del Msi
L’assessore Michele CanevaLa strada di Zevio che sarà intitolata a Giorgio Almirante, storico segretario del Msi

Il prefetto Donato Cafagna aveva invitato il Comune di Zevio a riconsiderare la scelta d'intitolare una nuova via del capoluogo a Giorgio Almirante. Ma l'amministrazione municipale tira dritto: con una determina ha deciso d'acquistare da una ditta trevigiana due targhe bifacciali con scritto il nome dello scomparso politico che ricoprì la carica di ministro durante il regime mussoliniano, fu cofondatore nel dopoguerra del partito Msi d'ispirazione neofascista e che è stato lungamente deputato. Le targhe bifacciali, recita la determina, saranno posizionate all'inizio e alla fine della via lunga non più di 300 metri all'interno del quartiere Kennedy, tra l'argine dell'Adige, il tiro a segno e il palazzetto dello sport. Con una missiva e su parere della Deputazione di storia patria di Venezia, il prefetto Cafagna aveva invitato il sindaco Diego Ruzza a rivalutare l'intitolazione della strada per evitare possibili tensioni nel paese con riflessi sull'ordine pubblico. «Intitolazioni del genere», aveva prudenzialmente motivato il prefetto, «hanno innescato numerose manifestazioni di dissenso espresse da soggetti politici, sindacali, dell'associazionismo e di singoli cittadini, anche verso proposte formulate da amministrazioni comunali della provincia». «Ignorare il pronunciamento del prefetto equivale a mancanza di rispetto istituzionale nei riguardi della sua figura e verso tutte le persone che hanno manifestato contrarietà a intitolazioni del genere, compresa la senatrice a vita Liliana Segre», sostiene Stefano Fittà, capogruppo in Consiglio di Zevio bene comune, più volte insorto contro la decisione della maggioranza del sindaco Diego Ruzza. All'inizio del 2020 l'esponente di spicco della comunità ebraica Segre, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, aveva rifiutato la cittadinanza onoraria di Verona, bollando come «incompatibile» la scelta dell'amministrazione Sboarina d'omaggiarla con la cittadinanza onoraria e, contemporaneamente, d'intitolare una strada della città allo storico segretario del Movimento sociale italiano. Fittà, ora, torna a ribadire le ragioni della sua contrarietà e passa all'attacco: «Almirante non si è mai pentito d'essere fascista, quindi non merita intitolazioni di alcun genere. Evidentemente la maggioranza Ruzza non trova argomenti migliori della toponomastica per far parlare di sé, dal momento che il più grande progetto da lungo tempo sbandierato dall'amministrazione - realizzare una nuova casa albergo per anziani - non è avanzato d'un centimetro. Per non parlare dei lavori per dare un campo da calcio agli sportivi di Santa Maria, che non finiscono mai. Non ultima a languire, è poi la riasfaltatura di strade e marciapiedi di capoluogo e frazioni con la spesa di un milione di euro: i lavori sarebbero dovuti partire in agosto, quando il clima caldo favorisce l'attecchimento del bitume, ma siamo arrivati all'inverno e praticamente non si è fatto nulla». La conclusione di Fittà: «Queste e altre lungaggini su questioni importanti per il paese fanno ritenere che la maggioranza Ruzza artatamente la tiri lunga per avvicinare eventuali realizzazioni alle amministrative del prossimo anno». La nuova polemica del capogruppo di centrosinistra e l'invito a ripensarci della prefettura non smuovono i propositi dell'assessore Michele Caneva (Fratelli d'Italia), considerato l'ispiratore dell' intitolazione. Dice, infatti: «Non è mia intenzione polemizzare con il dottor Cafagna, però va chiarito che il rappresentate locale del Governo non ha competenze sulla toponomastica. Chiedere un suo parere è stato un eccesso di zelo da parte dei nostri uffici municipali. Cafagna ha risposto ipotizzando questioni di ordine pubblico, da escludere a Zevio». Frattanto Ciro Maschio, deputato di Fratelli d’Italia, ha chiesto un incontro «chiarificatore» al prefetto. L’onorevole del partito di Giorgia Meloni e presidente del Consiglio comunale di Verona non dice nulla sull'esito del colloquio. Si dice però stupito per il clamore suscitato dalla vicenda zeviana, «considerato che iniziative analoghe ci sono state in più città italiane, nella nostra provincia anche a Vigasio e Pescantina. A volte il nome di Almirante è stato accostato a quello dello storico leader del Pci Enrico Berlinguer, quale segno rappacificatorio». Maschio prosegue confermando quanto detto da Caneva sulla competenza del prefetto a pronunciarsi sulla toponomastica solo se in relazione all'ordine pubblico. Quindi precisa che quello di Cafagna è un invito a Zevio a rivedere la propria decisione, «non un diniego che potrebbe pestare il fianco a ricorsi. Quindi l'amministrazione Ruzza è libera di fare la volontà espressa dalla maggioranza dei consiglieri eletti democraticamente». •

Piero Taddei

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