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Le indagini sulla questura di Verona

Piantedosi: «Se confermati, fatti di inaudita gravità». La mamma di Aldrovandi: «Non sono stupita»

Cinque agenti della questura di Verona sono accusati di tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio
Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi
Matteo Piantedosi

Si susseguono le reazioni alle indagini sulle presunte violenze da parte di un gruppo di poliziotti della questura di Verona nei confronti di persone fermate o arrestate, solitamente stranieri o senzatetto.

Il ministro dell'Interno

 Le vicende che emergono dall'inchiesta di Verona, ove fossero confermate, sarebbero di enorme gravità, lesive innanzitutto della dignità delle vittime ma anche dell'onore e della reputazione di migliaia di donne e uomini della Polizia di Stato che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio. La magistratura e la stessa Polizia di Stato faranno piena chiarezza su quanto avvenuto». Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

«La Polizia di Stato che conosco e a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per le delicate attività che svolge quotidianamente è quella che senza esitazioni e pregiudizi riesce a fare pulizia al suo interno. Lo dimostrano - ha aggiunto il titolare del Viminale - la fiducia accordata dalla Procura della Repubblica che ha delegato alla Squadra mobile della Questura di Verona lo svolgimento delle indagini e il riconoscimento nell'ordinanza del gip dell'efficienza e della sollecitudine con cui queste sono state svolte.

«Quello che mi sorprende non sono le torture, ahimé, ma che finalmente si fanno le indagini». Reagisce così Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, all'indagine di Verona su presunti abusi commessi da poliziotti. Suo figlio morì a 18 anni, il 25 settembre 2005, durante un controllo della polizia in un parco di Ferrara e per la morte quattro agenti furono condannati.

«Di insabbiamenti - dice all'Ansa - ne abbiamo visti troppi, ormai ci rendiamo conto che il problema è sistemico. Il discorso delle mele marce è tramontato da un pezzo e tutte le rassicurazioni ricevute, da diversi livelli istituzionali, non hanno impedito che queste cose si ripetano: il problema esiste e va risolto dall'interno, speriamo che succeda. Se vicende come queste emergono e si fa un'indagine per approfondire è una buona cosa».

 

I sindacati

I fatti, se verificati, "sono molto gravi e inspiegabili e se anche eventualmente commessi solo da una piccolissima parte non possono essere tollerati e vanno giustamente perseguiti". A dirlo oggi è Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di Polizia Sap. L'auspicio, aggiunge, "è che non si faccia di tutta l'erba un fascio e che non si rischi di mettere in discussione l'operato di quanti, tutti i giorni, si sacrificano correttamente e lealmente sulle strade dell'Italia e come ogni giorno nella stessa città di Verona". Secondo il Sap, "tra l'altro proprio per sopperire al vuoto creato da questi colleghi, sono stati inviati giovani agenti a cui deve andare tutto il supporto e la solidarietà anche della comunità veronese". 

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«Quanto accaduto in questura a Verona è molto grave, e ci auguriamo che la giustizia possa velocemente portare a termine il suo corso. Questa vicenda dimostra che aver introdotto il reato di tortura nel nostro ordinamento è segno intangibile di civiltà e democrazia e come tale va assolutamente mantenuto».

È quanto dichiarano le segretarie confederali della Cgil Daniela Barbaresi e Lara Ghiglione, a proposito dell'indagine della procura di Verona che ha portato all'arresto di cinque poliziotti per vessazioni e torture nei confronti di persone fermate. "Le lavoratrici e i lavoratori in divisa tutti, anche quelli facenti parte delle Forze armate, vogliono lavorare nel rispetto della democrazia, dei valori costituzionali e dei diritti inviolabili dell'uomo, e non hanno paura del reato di tortura. La tutela delle nostre Forze di polizia - affermano ancora le dirigenti sindacali - si deve poter realizzare attraverso la difesa dello Stato di diritto e non mettendo in discussione tale reato: il cittadino, in qualsiasi condizione giuridica si trovi, va tutelato nei suoi diritti fondamentali senza dover subire vessazioni e violenza».

«Quello che serve realmente ai lavoratori in divisa - concludono - è il riconoscimento della loro capacità professionale attraverso risorse economiche destinate ai rinnovi contrattuali, formazione continua e permanente, rispetto dei contratti collettivi e piena tutela dei loro diritti, e investimenti per un piano assunzionale che implementi gli organici per garantire l'efficienza del servizio di sicurezza eliminando i turni di servizio massacranti».

 

Il presidente del Senato

«È preoccupante perché, se i magistrati hanno ritenuto di avviare un procedimento penale, hanno sicuramente degli elementi e questo preoccupa molto». Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a "L'aria che tira" su La7, commentando la notizia degli arresti degli agenti della questura di Verona accusati di torture e pestaggi. «Auguro a loro di poter dimostrare la loro innocenza, ma se così non fosse», dovranno essere puniti.

 

Il deputato di FI

Anche Flavio Tosi, deputato di Forza Italia e già Sindaco di Verona, interviene sull’arresto ai domiciliari di cinque poliziotti della Questura di Verona. Stamattina Tosi ha avuto modo di parlare direttamente con il Questore Roberto Massucci. “Prima di dare giudizi sulla vicenda – premette Tosi – credo sia giusto e corretto accertare definitivamente i fatti e le singole posizioni degli agenti. Ricordo che c’è ancora un’indagine in corso e già altre volte abbiamo visto persone arrestate e poi assolte o addirittura prosciolte prima del procedimento giudiziario. Sono un garantista. Ma una cosa deve essere chiara: siano evitate strumentalizzazioni e generalizzazioni da parte di chicchessia. Gli eventuali reati sono sempre da addebitare a mere responsabilità individuali. Le forze dell’ordine e il corpo di Polizia di Stato sono un pilastro della nostra sicurezza. A loro va la mia solidarietà e vicinanza.”

«Questi arresti sono la spia di un fenomeno da non sottovalutare, vista anche la decina di agenti indagati e il trasferimento nelle settimane scorse di una ventina di agenti per rilievi di natura penale e disciplinare. Non si tratta quindi, come di solito si usa dire in questi casi, di 'mele marce' ma di un vero e proprio sistema di coperture per coprire responsabilità e allontanare sospetti. È assolutamente necessario introdurre nella nostra normativa il codice identificativo per il personale delle forze di polizia e le bodycam da apporre sui caschi o sulle divise degli agenti con l'obiettivo di filmare, dall'inizio alla fine del servizio, le eventuali violazioni dei diritti che potrebbero verificarsi». Lo afferma la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi.

«Nel corso degli ultimi anni episodi di questo genere hanno riportato con forza nel dibattito politico le questioni connesse alla condotta delle forze di polizia e alla tutela dei diritti dei cittadini - prosegue - Purtroppo gli abusi ci sono e si verificano sempre più spesso. Invece la destra di governo pensa solo al ridimensionamento del reato di tortura sottovalutando il problema. Numero identificativo e bodycam sono un mezzo non solo per scoprire eventuali responsabilità ma soprattutto una tutela per le forze dell'ordine stesse. Al Senato c'è depositato un mio disegno di legge su questo. Si parta da lì».

 

Il Partito democratico

«Quelle che emergono dall’inchiesta della magistratura nei confronti di alcuni agenti della Questura di Verona accusati di soprusi, vessazioni e prevaricazioni ai danni di persone inermi – per lo più senza fissa dimora, immigrati poveri o persone affette da gravi dipendenze da sostanze – sono azioni di una gravità inaudita, rese ancora più inaccettabili dalla gratuità e della crudeltà dei comportamenti tesi a demolire psicologicamente, oltre che a ferire, persone già in condizioni di grave disagio e debolezza psichica» , dichiarano i segretari Pd Verona, Franco Bonfante e Alessia Rotta.

«Tutto ciò non deve tuttavia minare la fiducia nell'istituzione del corpo della Polizia di Stato il cui operato è fondamentalmente sano come dimostra il fatto che la magistratura ha affidato le indagini proprio alla Squadra mobile di Verona. Le forze di Polizia svolgono ogni giorno un lavoro indispensabile di prevenzione e repressione che garantisce sicurezza ai cittadini veronesi. Come Partito Democratico nutriamo pertanto piena fiducia nella magistratura e nella capacità della Polizia di Stato di isolare le mele marce e di prevenire altri comportamenti simili».

«Gli anticorpi del nostro sistema democratico funzionano, anche quando ci sono accuse per gravi episodi di devianza istituzionale». Lo sostengono Giorgio Pasetto (assemblea nazionale di +Europa) e Lorenzo Dalai (coordinatore di +Europa Verona). «Con l'accusa di torture e pestaggi in Questura a Verona, sono stati arrestati un ispettore e quattro agenti di polizia. Si tratta di accuse pesanti che il giudice ha ritenuto fondate, dando così esecuzione ai mandati di arresto», dicono. «Nel ribadire la nostra fiducia nelle istituzioni e nel percorso giudiziario, esprimiamo solidarietà a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che quotidianamente svolgono il loro lavoro con correttezza e dedizione».

«La vicenda che vede al centro alcuni agenti, arrestati, che prestavano servizio presso la Questura di Verona ci inquieta e ci lascia sgomenti», afferma il segretario regionale del Partito democratico del Veneto, Andrea Martella. «Si tratta di accuse gravi su cui ci auguriamo che presto la giustizia faccia il suo corso. E credo che per primi a chiedere questa chiarezza siano le donne e gli uomini che indossano questa divisa quotidianamente con onore e spirito di servizio. La Polizia di Stato appartiene al Paese e chi l'ha offesa è giusto che paghi per aver rotto innanzitutto il rapporto di fiducia con la comunità nazionale considerato il delicato lavoro che svolge per la sicurezza di tutti noi».

«Sono atti terribili e intollerabili quelli che emergono dall'inchiesta di Verona su torture e violenze da parte di agenti della squadra Mobile della Questura ai danni di persone fermate per accertamenti, ancora più odiosi se aggravati da odio razzista. Comportamenti sui quali va fatta subito piena luce, per fare giustizia per le vittime di questa violenza ingiustificata». Così in una nota la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

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