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Incidente via Pancaldo

Muore in scooter papà di 46 anni: «Edoardo era solare, sportivo e pieno di vita»

Piccoli lascia la moglie e due figli. È il quinto decesso in quattro mesi
L’incidente Piccoli ha perso il controllo del suo scooter in via Pancaldo prima del ponte del Saval
L’incidente Piccoli ha perso il controllo del suo scooter in via Pancaldo prima del ponte del Saval
L’incidente Piccoli ha perso il controllo del suo scooter in via Pancaldo prima del ponte del Saval
L’incidente Piccoli ha perso il controllo del suo scooter in via Pancaldo prima del ponte del Saval

Stava rientrando a casa, poco prima della mezzanotte, in sella al suo scooter Yamaha. Una manovra sbagliata, forse un malore, questo non è ancora chiaro, e Edoardo Piccoli, 46 anni, è andato a sbattere contro il guardrail di cemento di via Pancaldo, a poche decine di metri di distanza dal ponte che porta a via Ca’ di Cozzi.

Il secondo incidente mortale in città in poche ore. L’altro alle 19.30. A perdere la vita era stato il giovane Leonardo Lorini di appena 23 anni. Anche lui in moto, mentre percorreva circonvallazione Oriani. Sale così a cinque la tragica conta dei delle morti sulle strade del capoluogo.

I soccorsi

Al Saval sono arrivati i soccorsi dall’ospedale di Borgo Trento, ambulanza e automedica, ma per Piccoli non c’è stato niente da fare. Sul posto il nucleo infortunistica della polizia locale intervenuta con quattro pattuglie. La strada è rimasta chiusa per diverso tempo per poter effettuare i soccorsi e rilievi del caso. Il personale del Suem, a lungo, ha provato a rianimare il quarantaseienne ma il suo cuore ha cessato di battere sul posto. Troppo gravi le ferite riportate dal violentissimo impatto contro il muretto.

L’incidente non ha coinvolto altri veicoli. Piccoli lascia improvvisamente la moglie Silvia Turrina e due figli, Alessandro e la piccola Vittoria. Il punto in cui il motociclista ha perso il controllo dello scooter è proprio la curva a destra per chi arriva da San Zeno in direzione Quinzano. Piccoli era quasi arrivato a casa al momento dell’incidente. Viveva in via Agno, piccola traversa della principale Ca’ di Cozzi.

Il ricordo

«Edoardo era un uomo pieno di vita», racconta l’amico di lunga data, Alberto Fezzi. Con lui, infatti, aveva condiviso gli anni del liceo Maffei a Verona. Poi le loro strade si erano divise. Piccoli aveva scelto ingegneria, iscrivendosi alla facoltà di Trento.

«È sempre stato sportivo, seguiva il calcio e giocava anche. Si era comprato una casa in montagna dove trascorreva la gran parte dei suoi fine settimana. Era un grande amante dello sci, uno dei suoi sport preferiti», continua Fezzi. Chi lo conosce, ed è cresciuto con lui in quartiere, dove poi è rimasto a vivere con la famiglia, lo descrivere come una persona socievole e sorridente. Ripetendo questo amore per lo sport, caratteristica che ritorna in ogni racconto.

A lungo Piccoli, come ingegnere, aveva lavorato per la Tecnical per poi passare alla L.C.& Partners, sempre nello stesso ambito. Era molto legato ad Alberto Bozza, consigliere regionale e comunale di Forza Italia. E di Bozza era stato anche il testimone di nozze.

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Il precedente

Ma c’è anche un precedente, sempre tragico, che accompagna la vita di Piccoli. Era il 3 marzo del 2002, ventidue anni fa. Piccoli aveva avuto un altro grave incidente. Erano le 4.30 del mattino e allo svincolo per l’aeroporto Catullo, tra Verona e Villafranca, l’auto di Piccoli, una Golf, e quella di Domenico Cantore, una Uno, cameriere proprio di Villafranca, ma di origini pugliesi, si erano scontrate. Ad avere la peggio era stato quest’ultimo, morto poco più tardi in ospedale. Aveva 27 anni.

Anche Piccoli, quella notte, era stato trasportato in ospedale, a Borgo Roma, ma non in condizioni gravi con una prognosi di una ventina di giorni.

Impietoso il bilancio dei morti per incidenti stradali a Verona, cinque in poco più di quattro mesi. Ai due incidenti dell’altro giorno, entrambi in moto, erano state altre tre le persone a perdere la vita sulla strada del capoluogo.

Nicolò Vincenzi

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