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lo studio

Casa e auto, a Verona debiti per trentamila famiglie: l'effetto dei tassi su mutui e prestiti

La Federazione dei bancari: «Interessi sulle rate dei finanziamenti saliti del 43%». Erogati prestiti oltre i 30miliardi, di cui 20 a imprese e aziende

Sono 30.500 le famiglie veronesi indebitate, di cui 15.250 con mutuo a carico. È questa la fotografia che emerge da uno studio della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), che fa il punto su come sia cambiato il credito alle famiglie del nostro Paese e sui possibili scenari futuri. Ciò a maggior ragione dopo il rialzo del costo del denaro al 3 per cento deciso dalla Banca centrale europea a gennaio per contenere l’inflazione ed entrato in vigore l’8 febbraio.

La situazione in Italia

In Italia le famiglie indebitate sono 6,8 milioni, pari a circa il 25 per cento del totale. Una su quattro. Di queste, 3,5 milioni hanno acceso un mutuo per comprare un’abitazione.

Come spiega la Fabi, negli ultimi mesi gli interessi sulle rate dei finanziamenti a tasso variabile già aperti sono cresciuti in media del 43 per cento: ciò significa che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi si ritrova a versarne 715, quindi oltre 200 euro in più. E non va meglio a chi s’indebita per acquistare elettrodomestici o altri prodotti.

Comprare oggi un’auto a rate, per esempio un modello da 25mila euro, costa, nel caso di un finanziamento decennale a un tasso del 10,9 per cento, quasi 5mila euro in più rispetto al 2021.

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La situazione veronese non si discosta molto da quella nazionale

Nella nostra provincia le famiglie con un finanziamento in corso sono 30.500, di cui 15.520 stanno saldando un mutuo per l’acquisto di una casa.

Secondo i dati elaborati da Fabi su statistiche della Banca d’Italia e dell’Istat di giugno 2022, gli sportelli bancari sul territorio scaligero sono 455, nei quali sono depositati 33,8 miliardi di euro, mentre i prestiti superano di poco i 30,2 miliardi di euro, suddivisi tra famiglie (9,7 miliardi di euro), aziende (17,1 miliardi), imprese familiari (3,1 miliardi) e pubblica amministrazione (318 milioni).

«Come emerge dalla nostra indagine, l’aumento dei tassi ha un effetto rilevante sulla vita delle persone», è il commento di Marco Muratore, segretario coordinatore Fabi Verona. «È per questo motivo che la Fabi richiama costantemente l’attenzione sul ruolo sociale delle banche: tassi elevati, rarefazione degli sportelli ed eccessiva digitalizzazione mettono a rischio le fasce più deboli della clientela, di questo le banche dovrebbero tener conto».

Cosa è cambiato per chi ha acceso un mutuo a tasso fisso o variabile

Ma vediamo, nel concreto, cos’è cambiato per chi ha acceso un mutuo. Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino all’inizio del 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Le rate dei vecchi mutui a tasso variabile, invece, sono cresciute in media del 43 per cento.

I nuovi mutui a tasso fisso (accesi dal 2022) sono passati da un interesse medio di circa 1,8 per cento anche a oltre il 4 per cento con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche raddoppiate.

Infine, i nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati al 2,8 per cento dallo 0,6 per cento di fine 2021: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24 per cento) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa ovvero 665 euro.

La stangata per chi chiede prestiti

E la stangata riguarda anche chi chiede prestiti per acquistare auto o elettrodomestici. A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, oggi è del 10,9%: per acquistare un’automobile da 25.000 interamente a rate, come già spiegato, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale passa da 37.426 euro a 42.272 euro, con una differenza complessiva di 4.847 euro (+13 per cento). Per comprare una lavatrice da 750 euro a rate, con un finanziamento di 5 anni, il costo totale sale da 942 euro a 1.012 euro, con una differenza complessiva di 70 euro (+7,5 per cento).

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Manuela Trevisani

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