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Sostegni

Arriva Mia, il nuovo Reddito di cittadinanza: così centinaia di veronesi perdono il beneficio

di Francesca Lorandi
La nuova misura allo studio abbasserà il tetto dell'Isee: resterà escluso il 5,1% degli attuali 4.829 percettori dell’assegno
Il nuovo Reddito di Cittadinanza si chiamera' Mia: Misura di inclusione attiva

Lo strumento che manderà in soffitta il Reddito di cittadinanza si chiama Mia, acronimo di Misura per l’inclusione attiva. Secondo la bozza che sta elaborando il ministero del Lavoro, entrerà in campo a fine anno, sostituendo quindi il sussidio che era stato elaborato dal governo giallo-verde nel 2019. E, secondo la volontà più volte espressa dalla premier Giorgia Meloni, risponderà a due obiettivi: ridurre il numero di beneficiari, e quindi anche la spesa per lo Stato, e spingere verso un’occupazione chi un lavoro non ce l’ha.

 

Il nuovo Reddito di Cittadinanza si chiamera' Mia: Misura di inclusione attiva

 

Ebbene, sul primo punto un calcolo è già possibile farlo, anche in provincia di Verona dove, secondo gli ultimi dati Inps, i percettori di Reddito o Pensione di cittadinanza sono attualmente 4.829 e si ridurranno del 5,1%. Non molto, se si pensa che le stime calcolano un taglio del 25% a livello nazionale: ma bisogna ricordare che, secondo le ultime rilevazioni dell’istituto nazionale di previdenza sociale, solo due percettori su dieci vivono al Nord.

Cosa cambia

Il Mia potrebbe infatti abbassare per tutti il tetto dell’Isee, che non dovrà essere superiore a 7.200 euro, ridotto rispetto ai 9.360 previsti dall’attuale sussidio. E già questo nuovo limite taglia una percentuale di beneficiari della provincia di Verona.

Ecco i numeri: i percettori di Reddito sono ora 4.501, dei quali 4.290 hanno dichiarato un Isee inferiore ai 7.200 euro. Secondo quanto dovrebbe prevedere la nuova Mia, quindi, 211 beneficiari resterebbero esclusi. Per quanto riguarda la Pensione di cittadinanza, invece, gli attuali percettori veronesi sono 328, 289 dei quali hanno un Isee inferiore ai 7.200 euro. In questo caso, quindi 39 persone resterebbero escluse. In totale, quindi 250 persone non riceveranno sussidi. 

Guardando alle altre province venete, la percentuale degli esclusi dal beneficio salirebbe a Treviso dove raggiungerebbero il 6,7% (3.521 gli attuali percettori, 239 con Isee superiore ai 7.200 euro), e Padova il 7,3% (4.801 attuali beneficiari, 4.450 dei quali sotto il tetto massimo). Percentuali più alte anche a Vicenza dove il 5,6% degli attuali 3.548 percettori verrebbe escluso e a Venezia dove resterebbe senza sussidio il 5,3% degli odierni 4.867 beneficiari. Infine Rovigo, dove la percentuale di esclusi dal sussidio, stando ai nuovi parametri, sarebbe del 6,7% e dell’8,3% a Belluno.La media regionale degli estromessi quindi si assesterebbe al 6,4%.

Platee diverse (per assegni diversi)

E ancora, la nuova misura divide le platee per l’accesso al beneficio tra le famiglie povere senza persone occupabili e le famiglie con persone in grado di lavorare. Le prime sono quelle con categorie «deboli» come un minorenne, un over 60, un disabile. L’altra grande platea è quella dove figura almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età (cioè occupabile, perché può svolgere un lavoro) e nessun disabile, minorenne o anziano. Il nuovo assegno sarà pari al massimo a 6 mila euro l’anno (500 euro al mese) e verrà moltiplicato per la scala di equivalenza legata alla composizione familiare, tenendo conto, appunto, delle categorie deboli.

Per rendere l’idea, il multiplo più elevato è 2,2 e riguarda il nucleo nel quale è presente un disabile, e consente di arrivare a 13.200 euro. Ma in assenza di categorie «deboli» i 6 mila euro annui si riducono a 4.500, quindi 350 euro al mese, a fronte dei 500 previsti dal “vecchio” sussidio. È quindi evidente come il Mia, per gli occupabili, prevede un sistema a maglie più strette rispetto al passato: l’intento è favorire il percorso verso un’attività lavorativa, evitando le distorsioni registrate con il Reddito di cittadinanza.

Cambia anche la durata

Che verrà ridotta. Per gli occupabili, che già dovranno fare quindi i conti con un assegno più basso, il sussidio avrà una durata di 12 mesi e, previa sospensione di un mese, potrà essere rinnovato per un ulteriore periodo di sei mesi. La durata è invece più lunga per le famiglie con anziani, minori o disabili a carico: avranno diritto all’assegno per 18 mesi rinnovabili, dopo l’attesa di un mese, per altri 12 mesi. E successivamente il beneficio si potrà rinnovare ogni 12 mesi attendendo un mese.

«Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva - ha spiegato il sottosegretario all'Economia, Federico Freni - Quindi, ovviamente, non è una retromarcia. Si era detto che si sarebbe cambiato il Reddito di cittadinanza. Si era detto che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non può lavorare di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo».

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