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Il dibattito

Movida fracassona, in arrivo provvedimenti del comune. Si farà come a Padova?

di Ilaria Noro

Un equilibrio precario difficile da trovare. Ma anche da mantenere. Coniugare le esigenze di vivibilità di chi in città ci abita con quelle di una città viva e attrattiva al punto da essere una delle mete preferite dai turisti, è una missione che sembra impossibile. Tra le difficoltà da affrontare c’è il tema della movida molesta che ritorna puntuale ogni estate. E che sarà affrontato nelle prossime settimane da una cabina di regina interna al Comune che si riunisce questa mattina per la prima volta.

Il precedente di Brescia

A dare man forte a chi lamenta il rischio di inquinamento acustico, spesso definito ai limiti dell’umana sopportabilità, causato in buona parte dagli avventori c’è infatti anche una sentenza della corte di Cassazione, che ha dato ragione a due residenti di Brescia. «La movida per le strade di un quartiere crea un danno alla salute per «immissione di rumore» ai suoi residenti, i quali pertanto possono chiedere un risarcimento ai Comuni «che non garantiscono il rispetto delle norme di quiete pubblica e di conseguenza non tutelano la salute dei cittadini», è in estrema sintesi la motivazione della sentenza, che sembra destinata a fare scuola. Non ne è convinto l’assessore al Commercio Italo Sandrini che, da avvocato, spiega come «in realtà questa sentenza non è un punto di arrivo ma un passaggio: come davvero finirà la vicenda giudiziaria è ancora da vedere e dunque non ci attendiamo, qui, una fiumana di ricorsi sulla scia di questa sentenza», argomenta Sandrini.
Brescia non è l’unica. A Padova la giunta ha già rinnovato un provvedimento che vieta di suonare, o riprodurre musica con casse altoparlanti, da mezzanotte.

E a Verona?

E A Verona? Il tema inquinamento acustico da movida molesta è sentito soprattutto in alcune zone a ridosso di alcuni locali in centro e nei quartieri. Non riguarda molto, se non per qualche episodio sporadico in zona piazza Bra, volto San Luca e dintorni, la musica spontanea che parte da gruppi di giovani e giovanissimi a Padova. In salsa scaligera, il problema lamentato da molti residenti riguarda piuttosto l’inquinamento acustico prodotto da decine, talvolta centinaia, di persone che rimangono all’aperto fino a notte fonda, fuori dai locali e nelle piazze.

 

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La cabina di regia del Comune si pone come obiettivo di individuare criticità specifiche e di delineare le soluzioni. La riunione di oggi coinvolgerà più assessorati perché, argomenta l’assessore all’Ambiente Tommaso Ferrari, «è una questione trasversale che spazia a 360 gradi su più fronti. L’obiettivo è trovare la quadra in una realtà come la nostra che, fortunatamente, è ricca di eventi, manifestazioni, attrattività. Una risorsa che però non deve troppo impattare con quella che è la vivibilità della città e del suo centro storico», aggiunge Ferrari. I confronto coinvolge gli assessori a Commercio Italo Sandrini, Sicurezza Stefania Zivelonghi, Manifestazioni, sindaco Damiano Tommasi, e Ferrari. Quali saranno gli indirizzi che il team prenderà, se sposerà una linea più restrittiva o al contrario maggiormente aperta, è presto per dirlo.

 

L'inquinamento acustico

Si sono invece già pronunciati i colleghi a Padova. Lì, che ci sia una movida molesta che comporta un «inquinamento acustico insopportabile per i residenti» è già stato evidenziato. E infatti la giunta ha deciso di imporre, fino a fine settembre, il silenzio dopo la mezzanotte alla musica sia suonata dal vivo nelle piazze, percuotendo bonghi o pizzicando una chitarra, sia sparata dalle casse bluetooth collegate agli smartphone.

Si tratta, tra l’altro, di una consuetudine attiva durante i mesi estivi già da due anni, da quando cadute le restrizioni più forti legate all’emergenza pandemica, è ripresa la movida molesta quanto e forse anche più di prima.
Obiettivo è proteggere chi abita nelle zone della città che maggiormente rappresentano il luogo d’incontro di giovani e giovanissimi.
Uno scopo che è stato ribadito chiaramente nella premessa: «L’inquinamento acustico viene percepito come una delle maggiori cause di disturbo della vita dei cittadini, i quali, reclamando il diritto alla salute, alla quiete ed al riposo notturno, chiedono interventi tesi alla limitazione degli effetti derivanti da sorgenti sonore».

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